La F1 arriva a Imola: ecco cosa possiamo aspettarci

Piergiuseppe Donadoni
13 Apr, 2021

La F1 arriva a Imola: ecco cosa possiamo aspettarci (se vi siete persi l’articolo sull’allungamento della zona DRS, cliccate qui).

Anche se la Red Bull sembrava avere la macchina più veloce in Bahrain, alla fine la vittoria è andata a Lewis Hamilton e il team Mercedes.

Per tre motivazioni: un problema al differenziale, che ha limitato in modo importante le prestazioni della RB16B, l’errore di Verstappen sul come cedere la posizione a Lewis Hamilton e la poca aggressività del team nello sfruttare i limiti di pista.

A Imola, nel secondo e ancora più interessante appuntamento stagionale, il team anglo austriaco ci arriva nuovamente da favorito ma non si può pensare di battere Lewis Hamilton e il team Mercedes quando non si mette tutto insieme correttamente. La velocità non basta.

A Brackley si continua a lavorare in cerca soluzioni per incrementare la comprensione della W12. Non è un compito facile e non c’è, a quanto capito, una soluzione “magica”. I campioni in carica dovranno trovare una sorta di compromesso perché in questa stagione non è auspicabile (sempre che sia necessario e a quanto capito non lo è) stravolgere aerodinamicamente la vettura. Non si può fare neanche andando per gradi. C’è poco tempo a disposizione fino alla dead line. Strategicamente sarebbe sbagliato toglierne al progetto 2022 perché diventerebbe impossibile recuperare. È quindi certo che si debba fare di necessità virtù. La questione è semplice e con il budget cap vale per tutti: non si può sviluppare il 2021 senza trascurare la prossima generazione di F1.

Lo dimostra Alpine: il Bahrain ha confermato alcuni dei punti deboli del pacchetto francese con il team che sta cercando di affrontarli in fretta e furia prima di spostare completamente il suo obiettivo di sviluppo sulla nuova vettura 2022.

RedBull è stata penalizzata meno di Mercedes dalle limitazioni aerodinamiche quindi il suo compromesso di base è migliore, qualcosa di molto prezioso, soprattutto ad inizio stagione e di questa “particolare” stagione. Al momento non sembra una questione di centesimi, tuttavia non è ancora sufficiente per stabilire se questo recupero rimarrà costante in ogni condizione.

“Abbiamo bisogno di percorsi più adatti alla nostra vettura. Non abbiamo la macchina migliore in questo momento, ma allo stesso tempo crediamo di poter ottenere molto di più dalla W12.” – ha detto il Mercedes, Andrew Shovlin – “Attualmente stiamo cercando di aumentarne gradualmente le prestazioni, e in alcune aree abbiamo avuto l’impressione che questo aumento non sia avvenuto come speravamo. Ci stiamo lavorando sodo. Abbiamo faticato con l’asse posteriore in Bahrain, e attualmente i passaggi ad alta velocità non sono il nostro forte. Purtroppo ce ne sono tanti a Imola, e anche sul successivo autodromo di Portimão”.

Sarà interessante valutare se Mercedes riterrà di cambiare un po’ l’approccio su tracciati – proprio come Imola – dove risulta più importante partire davanti. Potrebbe avere per esempio la possibilità di gestire diversamente il lavoro di setup privilegiando in parte la qualifica, utilizzando gli pneumatici in maniera leggermente più aggressiva considerando l’usura e il passo una problematica di secondo piano rispetto al passato.

Anche la configurazione giocherà la sua parte. Con una grande downforce generata, ricordiamo che la W11 poteva permettersi un po’ ovunque minor ala (soprattutto rispetto alla W10) a tutto vantaggio dei consumi e delle velocità di punta. Qualcosa che oggi sembra più difficile da poter attuare.

Tanto più che Honda ha confermato i rumors raccolti in inverno e pare aver raggiunto, se non superato almeno per quanto riguarda il giro secco, le prestazioni della power unit di Brixworth consentendo alla RB16B una certa comodità nella ricerca del bilanciamento ottimale.

Un altro aspetto da considerare in questa battaglia è che Perez non partirà ancora per molto lontano dalla prima fila.

Per via del meteo, si va verso configurazioni ottimali in cui gli ingegneri potranno preoccuparsi molto meno del raffreddamento, ovvero aprire sfoghi intorno alle componenti power unit, potendo quindi efficientare l’aerodinamica delle monoposto. Ferrari in questo senso dovrebbe beneficiarne rispetto a quanto mostrato in Bahrain con l’istallazione di un cofano piuttosto aperto che andava a penalizzare un po’ l’efficienza aerodinamica.

Nel midfield, Mclaren, Ferrari e Alpha Tauri sono molto vicine (in attesa del recupero meno scontato del previsto di Aston Martin).

In particolare il team di Faenza, che gioca in casa, ha la possibilità di chiarire il suo potenziale in condizioni diverse. Nonostante la posizione arretrata per il contatto alla ripartenza, Gasly in Bahrain ha avuto un passo impressionante, migliore di McLaren e Ferrari nell’ultima parte di gara fino al ritiro. Avrebbe certamente lottato per la posizione con Norris. L’AT02 è una vettura ben concepita sulla base della AT01 che qui a novembre si dimostrò comunque molto buona specialmente in qualifica col francese. Senza dimenticare che “il 70% dei guadagni della vettura 2021 provengono dalla power unit Honda”. Mica poco.

Anche la McLaren arriva da una importante prestazione, confermarsi nel guidato dell’Enzo e Dino Ferrari sarebbe per loro interessante ma potrebbe essere un po’ più complicato. La MCL35M è apparsa finora avere caratteristiche migliori nei tratti ad alta velocità e potrebbe partire leggermente indietro rispetto a Alpha Tauri e Ferrari in questo secondo appuntamento stagionale. Certamente per il team di Woking c’è da aspettare Ricciardo che comunque, considerati i problemi al fondo della sua vettura, ha effettuato un ottimo weekend.

Ferrari da parte sua porterà un primo aggiornamento aerodinamico, a cui ne seguirà un altro, da confermare, a Portimao. A Maranello parlano bene della ritrovata correlazione tra pista e simulatore quindi ci si aspetta una prova positiva anche perché le caratteristiche tecniche del circuito italiano si adattano meglio di Sakhir alla SF21. Aver ritrovato una buona fetta di potenza, sicuramente superiore ai 40 CV, ha permesso facilmente di lavorare su un buon compromesso di base.

Così come a Sahkir non dovremmo rivedere più l’ala a cucchiaio spesso utilizzata in maniera forzosa nella stagione scorsa, totalmente a scapito del bilanciamento in gara. Ci si attende quindi un risultato globalmente molto migliore.

Nel 2020 prendendo Leclerc come rifermento, il distacco da Bottas è stato intorno al secondo. Secondo alcuni dati raccolti da Formu1a.uno il distacco atteso in qualifica dalla Pole potrebbe scendere in maniera significativa (anche del 40%). L’obiettivo è provare ad essere terza forza del lotto, come scrivevamo la scorsa settimana, o comunque di recuperar punti almeno su McLaren, attualmente terza nel costruttori con 18 punti (12 per Ferrari, Alpha Tauri non spaventa con soli 2 punti).

Anche Alfa Romeo ha buone speranze: la C41 ha ovviamente beneficiato del grosso miglioramento di potenza, ma tutto il reparto tecnico ha lavorato bene e con idee chiare sul fronte dei gettoni. “Abbiamo fatto un salto di qualità significativo, forse uno dei più grandi e ora stiamo lottando per il centrocampo”, ha detto il TP Vasseur.

La C41 si comporta in maniera efficace nel lento, sia Raikkonen che Giovinazzi, che nel deserto potevano raccogliere di più, hanno riportano una discreta facilità di utilizzo.

L’anno scorso la C39 aveva ottenuto il miglior risultato stagionale con Kimi Räikkönen e Antonio Giovinazzi in nona e decima posizione. “Siamo fiduciosi di poter essere nel bel mezzo della lotta per i punti a Imola, ma non ci illudiamo che sarà facile”, ha aggiunto “Iceman”. Una lotta con Aston Martin e soprattutto Alpine (in ritardo se paragonata alla scorsa stagione con scelte tecniche da rivedere), Alonso permettendo.

di Giuliano Duchessa (@giulyduchessa) e Piergiuseppe Donadoni (@smilextech)

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