Ferrari e il “Customer Technical Office”: ecco il perché dell’operazione Resta-Haas

Giuliano Duchessa
29 Dic, 2020

Customer Technical Office. Chi fa da se fa per tre. Uno tra i proverbi più scontati quanto, il più delle volte, vero.

A Maranello da qualche mese è stato deciso un deciso cambio di rotta in relazione all’ormai famoso budget cap. Una svolta che consiste nel privilegiare il rapporto con Haas rispetto a quello storico, negli ultimi tempi un po’ sbiadito, con Hinwil. 

Non tanto riguardo la fornitura del motore che almeno per il 2021 sarà identica, quando per le sinergie e la collaborazione tecnica. Come Mercedes con Racing Point e Red Bull con Alpha Tauri. Ma Ferrari si spingerà oltre, poi capirete il perché.

Il puzzle che si è delineato verso il 2022 è chiaro e non a caso Mick Schumacher è stato mandato nel team americano nonostante si fosse preparato precedentemente per una F1 2021 con le “dinamiche” Alfa Romeo Racing.

Lo stesso Vasseur aveva dichiarato ad Abu Dhabi «In F1 succedono cose strane» e di non sapere esattamente il motivo di tale decisione ma che dipendeva da una chiara scelta Ferrari.

Come anticipato con Sky Italia, mettere Mick in Haas è stata una scelta fatta diverse settimane prima dell’annuncio. Molto ponderata. Il segnale che si stesse già muovendo una strategia a medio-lungo termine tra i due team. Sappiamo che Haas a differenza della svizzera “Sauber F1 team” non è un costruttore ma si affida a fornitori esterni per lo sviluppo e per ciò che va oltre alle macro – componenti Ferrari.

Secondo alcune fonti sentite da Formu1a.uno, a Simone Resta e altri tecnici ormai ex Ferrari, verrà affidato un dipartimento in quel di Maranello – seppur distaccato dalla GeS come vuole il regolamento – di progettazione e sviluppo telaio, che servirà direttamente Haas come fornitore. È chiaro che questa novità può significare in ottica cambio regolamentare una ridimensionamento (a dir poco) del rapporto con Dallara. E questo può valere anche per Ferrari, la quale tornerebbe con le apposite strutture di simulazione che stanno nascendo in GeS, a fare tutto in casa al 100%. Non a caso il team principal della Scuderia ha parlato di nuovi innesti attesi nel 2021.

Perché allora cedere personale per poi doverne inserire altro.

Sembrerebbe un controsenso. In realtà le lacune più profonde a cui porre rimedio sono proprio quelle legate al nuove corso tecnico della F1: la simulazione.

Una lettura in questo senso può essere voler fare “molto spazio” per introdurle. In realtà alcuni cambiamenti sono già iniziati, il fatto che Binotto sia rimasto a Maranello per due weekend (ad Abu Dhabi il TP è tornato indietro per una indisposizione) ne è la prova. Inoltre il capo della GeS ha già ribadito che salterà alcuni appuntamenti nel 2021.

Ecco quindi che lo spostamento del personale in esubero trova in questo nuovo corso una collocazione molto interessante. Una sorta di contratto di cessione in prestito che consente lo sgravio di costi di personale anche a livello di bonus obiettivi che saranno erogati da Haas. Questo è certo, ed è uno dei paletti imposti dalla Fia, una volta che Ferrari gli ha comunicato i suoi piani.

Binotto al riguardo ha dichiarato recentemente “ci aspettiamo con Haas una partnership molto forte nel rispetto del regolamento”. 

Qualcosa, aggiungiamo noi, che si è visto e si vedrà tra Mercedes e Racing Point e tra Red Bull e Alpha Tauri.

In questo caso però c’è addirittura uno spostamento di maestranze e conoscenze non banali, con la creazione di una sorta di “Customer Technical Office”.

Va segnalato che dopo la deludente fornitura di quest’anno, i team motorizzati dal cavallino hanno chiesto garanzie importanti per proseguire il rapporto. E possibile che il 2021 possa diventare uno spartiacque per il binomio FCA (Alfa Romeo) – Sauber che apparentemente ci sembra nella direzione di terminare un ciclo. Questo non significa che Ferrari non potrà continuare a fornire la power unit laddove questa dovesse tornare estremamente competitiva. La performance comanda sempre se il rapporto costi benefici è soddisfacente. A questo riguardo non è certo un caso che i vertici Sauber abbiano recentemente mostrato – seppur a livello preliminare – un interessamento verso una futura fornitura Renault. Una power unit che si è comportata molto bene negli ultimi 2 anni.

Forse una finta o forse no, dopo che avevano annusato i “nuovi” piani del team di Maranello?

Certamente il team fondato da Peter Sauber potrebbe anche tornare ad essere un’entità più indipendente a livello di scelte non solo sportive (piloti) quanto politiche (in alcune occasioni già lo è stata quest’anno). È chiaro però che tutto dipenderà da quanto supporto economico continuerà a voler dare FCA (a breve Stellantis) al team svizzero.

Tornando alla questione Ferrari – Haas, per poter raggiungere un tale accordo, che si basa su dinamiche delicate, persino a livello industriale, deve esserci un accordo fiduciario molto stretto tra le parti, a prova di bomba. Mattia Binotto e Gunther Steiner hanno un rapporto molto solido, il che ha aiutato non poco a far prendere la giusta forma a un progetto che sarebbe diventato comunque imprescindibile per i motivi di budget che spiegavo prima.

Con questi presupposti diventa perciò facile decifrare il perché Mick Schumacher – un nome molto prezioso per Maranello e per la F1 – sia stato affidato al Team principal  alto atesino. .

Tutto questo quadro ci fa anche capire come mai, nonostante scarsi risultati che in altre epoche avrebbero fatto saltare teste, Elkann abbia riconfermato in autunno la fiducia a Binotto.

di Giuliano Duchessa

Privacy Policy Cookie Policy