Ferrari e quel test Pirelli a Barcellona: ecco tutta la verità

La prestazione positiva del Canada ha sollevato interrogativi sul passo avanti compiuto da Ferrari e dal suo origine. I rumors del paddock fanno riferimento al Test Pirelli svolto a Barcellona, ma il vero cambio di rotta è avvenuto il lunedì post gara, prima di tornare in pista, con un attenta analisi dei dati e lo studio di un setup molto diverso dal precedente. Pista favorevole (Montreal) e maggiore conoscenza del pacchetto hanno portato al passo avanti della SF-23 che ora dovrà confermarsi in piste più ostiche Austria, ma soprattutto Silverstone.

Ferrari SF-23

Quella del Canada è stata certamente una delle migliori domeniche stagionali per la Ferrari, insieme a quella australiana di inizio aprile. Ottime prestazioni su piste tecnicamente non troppo dissimili, senza troppe curve da alta velocità o che portano molta percorrenza ma maggiormente lente o di media velocità e di percorrenza corta. Questi tracciati certamente favoriscono la SF-23, tuttavia c’è da sottolineare come le due gare siano state corse in maniera molto differente: in Australia era stato infatti tenuto un ritmo molto lento, con l’obiettivo di massimizzare per tutti la strategia ad una sosta, mentre in Canada tutti i piloti hanno potuto spingere senza badare troppo alla gestione gomme.

Test Pirelli: le squadre propongono solo il setup iniziale, Ferrari lo ha scelto molto bene

Una gara come quella canadese, al netto delle caratteristiche del circuito che hanno indiscutibilmente aiutato la SF-23, come ammesso anche dagli stessi uomini in Rosso, avrebbe comunque potuto causare qualche problemino agli uomini di Maranello, proprio per l’importanza del ritmo da sostenere. «Il problema non è tanto il degrado degli pneumatici, quanto la costanza delle prestazioni» aveva più volte affermato in questa prima parte di stagione Fred Vasseur. A Montreal nessuno dei due spauracchi Ferrari si è manifestato. La SF-23 ha gestito al meglio i due compound utilizzati, anche l’Hard che spesso aveva creato problemi di inconsistenza, sia a serbatoio pieno che mentre si andava scaricando.

Dopo il negativo GP di Spagna, la scuderia di Maranello è rimasta qualche giorno in più in quel del Montmelò per una sessione di test con Pirelli (pneumatici 2024). Al volante sia Charles Leclerc che Carlos Sainz, che hanno portato in pista la SF-23 dello spagnolo poiché quella del monegasco era stata inviata subito a Maranello per delle importanti verifiche, dopo i problemi avuti nel settimo fine settimana stagionale. I due piloti hanno percorso 1468 km, per un totale di 314 giri, quasi cinque GP di Spagna.

Secondo le indiscrezioni emerse durante il fine settimana canadese, le ottime prestazioni della SF-23 a Montreal sarebbero dovute soprattutto a questo test Pirelli, dove Leclerc e Sainz avrebbero lavorato e trovato un setup ideale. E’ importante sottolineare come durante questi test organizzati dal fornitore unico di pneumatici, le varie squadre non possono provare novità ma devono scegliere l’assetto con cui iniziare la giornata. Fornirlo a Pirelli, che deve poi validarlo, ossia verificare che quello scelto sia un buon setup per la loro raccolta dati, soprattutto in termini di bilanciamento tra anteriore e posteriore, oltre ad altre macro caratteristiche. Una volta iniziato il test, la squadra non può più effettuare vasti cambiamenti di setup, ma solo adattare la vettura nel caso l’evoluzione del circuito sia importante.

Ferrari ha intrapreso una direzione completamente diversa di setup. Ha funzionato in Spagna (test Pirelli) e in Canada, ora servono altre conferme

La chiave del risveglio Ferrari sarebbe arrivato grazie ai test Pirelli di Barcellona? Non è proprio così. Dopo il GP di Spagna, precisamente nella giornata di lunedì, c’è stato un importantissimo lavoro di analisi dei dati in uscita dal weekend spagnolo, soprattutto dalla deludente gara domenicale. Ne è uscito innanzitutto che la SF-23 di Charles Leclerc, pur con un retrotreno completamente sostituito, non aveva performato come i tecnici di Maranello si aspettavano. Si è lavorato quindi nella comprensione di tutti quei dati, avallando per l’inizio dei test Pirelli un setup che andava in una direzione completamente diversa, un qualcosa che ha confermato anche Charles Leclerc in Canada. “In questa prima parte della stagione è stato molto difficile capire la consistenza della nostra vettura: passavamo dalle medie, che andavano bene, ad un’altra mescola, dove la macchina perdeva molto prestazione. Ora abbiamo preso una direzione diversa in termini di assetto e mi sono sentito subito più a mio agio. Così è stato sin dai primissimi giri dei test Pirelli, dove i tecnici hanno visto delle prestazioni notevolmente diverse e migliori rispetto a quelle del weekend di gara. Non è un caso che Charles Leclerc sia stato mandato subito al simulatore per correlare gli ottimi dati raccolti in pista a Barcellona, seppur con pneumatici 2024, leggermente ma non così diversi dagli attuali, ancor di meno da ciò che le squadre utilizzeranno da Silverstone.

Insomma, la vera e propria ripartenza Ferrari è nata il lunedì post Spagna GP. Il test Pirelli è stato solamente una conferma, che la (diversa) strada intrapresa fosse quella giusta. Tuttavia, anche senza quelle due giornate di test, le SF-23 sarebbero scese in pista in Canada con la base di assetto uscita dall’analisi del lunedì post Spagna, che ha permesso di estrarre un maggior potenziale della SF-23 EVO. Questo, unito alle caratteristiche del circuito canadese, ha contribuito all’ottima prestazione nel GP di Montreal, almeno terza forza dietro a Red Bull e Aston Martin.

In vista dell’Austria, rimane una certa positività, poiché il circuito di Spielberg dovrebbe adattarsi ancora bene alla SF-23. Tuttavia, c’è anche una certa curiosità nel capire se la nuova strada in termini di assetto potrà funzionare anche con piste e condizioni ‘esterne’ (climatiche, asfalto, ecc..) diverse. Il circuito di Spielberg ha maggiori tipologie di curve rispetto a quello di Montreal, poiché sono presenti anche curve a lunga percorrenza, come la 6 e la 7, ma rimane un circuito ‘limitato posteriormente’ per le tante ripartenze, soprattutto se dovesse far caldo. Chiaramente, la prossima tappa sarà importante per confermare i miglioramenti visti in Canada, ancor di più lo sarà Silverstone, dove negli ultimi anni Ferrari ha sempre fatto molto bene ma dove almeno la ‘vecchia’ SF-23 avrebbe certamente faticato molto. In Austria ci saranno novità aerodinamiche e l’ormai conosciuto format con la Sprint Race, dove servirà mettere insieme tutto molto velocemente, in un’ora di tempo. Non è un caso che domani Ferrari scenderà in pista a Fiorano per il secondo filming day da 100 km. 

Autore: Piergiuseppe Donadoni