Ferrari: le nuove pance non valgono le vecchie vasche ma offrono soluzioni future

Il Gran Premio di Las Vegas ci consegna un ultimo appuntamento caldo soprattutto per la lotta al secondo posto nel mondiale costruttori. Ferrari ha recuperato molti punti su Mercedes da dopo la pausa estiva e a Maranello possono essere soddisfatti dei progressi fatti con lo sviluppo, migliorando la SF-23 e studiando i pregi che possono essere portati sulla vettura del prossimo anno. Max Verstappen non ha pagato il danno patito con il contatto con Russell e senza Safety Car sarebbe stata una lotta interessante con Charles Leclerc. McLaren con il pacchetto da basso carico soffre ancora di bassa efficienza.

Ferrari

A un gara dal termine il campionato è tornato molto aperto sia per la disputa del secondo posto nel campionato costruttori che per una medaglia di legno in quello piloti, attualmente sul collo di Carlos Sainz seppur a pari punti con Fernando Alonso. Grazie alla vittoria di Singapore ottenuta dal Ferrarista i pur molti podi dell’asturiano non bastano. Mercedes sembrava in pieno controllo delle posizioni prima del Qatar. Nel frattempo Aston Martin era caduta a picco, vittima degli aggiornamenti errati, vagava prendendo strade senza uscita. Ferrari era partita talmente male da rialzare un pò la testa solo da Baku e poi, tramite un nuovo pacchetto, in Austria. Il team di Toto Wolff ultimamente ha incrementato le prestazioni eppure al tempo stesso ha perso punti importanti. L’incidente tra compagni a Losail e la squalifica di Austin hanno pesato, in Brasile i tecnici hanno completamente fallito il set-up della W14. A Interlagos Mercedes è stata un po’ fortunata visto che una Ferrari non è neanche partita, con Leclerc in prima fila.

Il divario attuale è solo 4 punti mentre ci si prepara ad attraversare l’oceano per l’ultima gara della stagione. Il layout di Yas Marina è abbastanza vario, trazione e allunghi sono importanti ma ci sono anche una sequenza di curve impegnative, alcune secche altre più rotonde. Sulla carta a meno che non ti chiami Red Bull è un match che si preannuncia incerto. La McLaren dopo la prova in chiaro scuro di Las Vegas dovrebbe tornare a far paura. Andrea Stella ha confermato: ”Abbiamo sofferto perché il nostro pacchetto da basso carico è stato deficitario, specie in qualifica, mentre siamo convinti che possiamo puntare a un podio ad Abu Dhabi, ci spettiamo che l’auto si adatti molto meglio”. In effetti la MCL60 in versione super scarica di ali, sulle autostrade del Nevada apriva il DRS senza benefici decenti se paragonati ai rivali. I dati confermano che Norris e Piastri avevano appena il 50% dell’efficienza, per esempio, di Red Bull.

In certe piste la McLaren è seconda forza ed è un peccato che la sua classifica sia troppo in ritardo, Aston Martin non da certezze solide nonostante mostri di aver ritrovato una buona strada tecnica, pur con dei limiti gravi di inefficienza in rettilineo.

Leclerc avrebbe vinto senza Safety Car?

Nonostante una insolita battaglia ravvicinata – visto il dominio assoluto – e alcune pole sfuggite, Verstappen va sempre escluso da insidie significative in gara. Solitamente la zona mista va dalla seconda posizione alla nona. Tuttavia sulle strade americane il compito dell’olandese rischiava di essere abbastanza complesso dopo la corretta penalità di 5”s, aggiunta ad un primo stint non straordinario sulle mescole C4 (gomme medie). La risposta era tutta nel potenziale passo gara sulle Hard. La Ferrari si aspettava uno svantaggio di 1 o 2 decimi da Max con la mescola meno tenera, il che con l’aiuto delle scie avrebbe potuto essere compensato. Più che la tempestività d’ingresso era l’effetto del rallentamento sotto safety car, il vero problema della Ferrari era mantenere la temperatura degli pneumatici accettabile. Leclerc ha eseguito un ottimo primo stint, impiegando 4 o 5 giri per accendere la prestazione, Sainz nella lunga ricorsa dopo il primo giro ha avuto le sue sofferenze da gestire ma alla fine è stato premiato con un buon risultato.

Sostanzialmente poteva essere una battaglia serrata se  entrambe Ferrari in prima fila, invece Red Bull si è ritrovata a giocare più facilmente 2 contro 1 tramite Perez. I dati gps rivelano che l’effetto Drs regalava mediamente tra i 5 e i 6 decimi di passo ai due contendenti, qualcosa che avrebbe consentito un certo margine di lotta anche dopo un sorpasso subito. Ciononostante, anche pulendo la gara da variabili avverse a Leclerc, non si può presumere un Verstappen sfavorito, il suo passo con le gomme dure montate nel primo stop era abbastanza convincente.

Perché l’ala anteriore di Verstappen non ha creato una grossa perdita di prestazione?

Non è il primo contatto tra Russell e il campione e del mondo. In questo caso l’inglese si è assunto la responsabilità totale di non aver visto la Red Bull. Verstappen è stato fortunato a non aver rotto il bordo del fondo, a quel punto avrebbe avuto problemi di stabilità enormi. Nell’incidente la RB19 ha perso solo l’endplate anteriore lato destro, il che non ha compromesso in maniera sostanziale il bilanciamento. Con questa generazione di vetture l’ala anteriore è maggiormente sollevata e la funzionalità della paratia ridotta rispetto alle vecchie auto. Secondo gli ingegneri, fino alla generazione delle monoposto 2021 un pezzo simile poteva valere 3 decimi al giro. Oggi è più un elemento che interviene per limitare l’espansione dei vortici verso l’esterno, oltre le ruote anteriori, in direzione delle auto che seguono, quindi ridurre il classico effetto outwash, nocivo per chi è in scia. Questo fa pensare che l’auto di Verstappen in quella fase generasse relativamente più turbolenze su un lato ma nessun grande squilibrio. Curiosamente anche Leclerc a Zandvoort non si era trovato a disagio dopo una analoga rottura.

Venerdì ci sarà la F1 Commission, Ferrari si farà sentire?

Dopo il dramma del tombino che ha divelto in due la scocca di Sainz, Ferrari non ha altra scelta che mandare un telaio di riserva ad Abu Dhabi. Vasseur dovrebbe discutere di quanto accaduto questo venerdì in F1 Commission. E’ noto che La Ferrari avrebbe voluto solo il cambio della batteria gratis come se fosse stata una gomma danneggiata da fattori straordinari (non certo della intera PU che fortunatamente era vecchia).

Retroscena Ferrari SF-23: nonostante i progressi, in galleria le pance riviste non valgono le vasche dei pesci rossi ma garantiscono le maggiori opzioni aerodinamiche. Non è un caso che anche Hulkenberg fatichi a liberarsene.

Da Maranello l’ufficio tecnico ha tratto importanti conclusioni sullo sviluppo tecnico della stagione. In definitiva i momenti cruciali fondamentalmente sono stati tre:

Confronto pance Ferrari prima e dopo gli aggiornamenti del GP di Spagna – Illustrazione Rosario Giuliana
In primis le pance modificate di Barcellona, in realtà un cambio molto sofferto poiché abbandonare le vasche dei pesci rossi in favore del disegno meno originale (ma più in voga in F1) non dava in galleria un importante vantaggio anzi, nell’immediato hanno avuto un impatto negativo sul carico complessivo, come temuto dai tecnici. Tuttavia in quella fase era maggiormente importante aprire strade differenti di sviluppo, missione riuscita.
Il secondo, il fondo e l’ala anteriore deliberati a Fiorano per riguadagnare una quota di downforce più bilanciata dopo il cambio di concetto.
Terzo, il nuovo pavimento anticipato per Suzuka. Un elemento che non aveva come target implementare il carico della SF-23 quanto regalare ai piloti maggiore confidenza. La buona notizia dopo un anno tecnicamente difficile è che i piloti sentono più coerenza da curva a curva, senza più picchi di carico e inaspettate cadute.
Las Vegas ha mostrato che la SF-23 di fine ciclo – nonostante tutto – non è esente da alcune qualità, non trasportarle sulla nuova 676 in nome della rivoluzione sarebbe stato un errore.