A un gara dal termine il campionato è tornato molto aperto sia per la disputa del secondo posto nel campionato costruttori che per una medaglia di legno in quello piloti, attualmente sul collo di Carlos Sainz seppur a pari punti con Fernando Alonso. Grazie alla vittoria di Singapore ottenuta dal Ferrarista i pur molti podi dell’asturiano non bastano. Mercedes sembrava in pieno controllo delle posizioni prima del Qatar. Nel frattempo Aston Martin era caduta a picco, vittima degli aggiornamenti errati, vagava prendendo strade senza uscita. Ferrari era partita talmente male da rialzare un pò la testa solo da Baku e poi, tramite un nuovo pacchetto, in Austria. Il team di Toto Wolff ultimamente ha incrementato le prestazioni eppure al tempo stesso ha perso punti importanti. L’incidente tra compagni a Losail e la squalifica di Austin hanno pesato, in Brasile i tecnici hanno completamente fallito il set-up della W14. A Interlagos Mercedes è stata un po’ fortunata visto che una Ferrari non è neanche partita, con Leclerc in prima fila.
Il divario attuale è solo 4 punti mentre ci si prepara ad attraversare l’oceano per l’ultima gara della stagione. Il layout di Yas Marina è abbastanza vario, trazione e allunghi sono importanti ma ci sono anche una sequenza di curve impegnative, alcune secche altre più rotonde. Sulla carta a meno che non ti chiami Red Bull è un match che si preannuncia incerto. La McLaren dopo la prova in chiaro scuro di Las Vegas dovrebbe tornare a far paura. Andrea Stella ha confermato: ”Abbiamo sofferto perché il nostro pacchetto da basso carico è stato deficitario, specie in qualifica, mentre siamo convinti che possiamo puntare a un podio ad Abu Dhabi, ci spettiamo che l’auto si adatti molto meglio”. In effetti la MCL60 in versione super scarica di ali, sulle autostrade del Nevada apriva il DRS senza benefici decenti se paragonati ai rivali. I dati confermano che Norris e Piastri avevano appena il 50% dell’efficienza, per esempio, di Red Bull.
In certe piste la McLaren è seconda forza ed è un peccato che la sua classifica sia troppo in ritardo, Aston Martin non da certezze solide nonostante mostri di aver ritrovato una buona strada tecnica, pur con dei limiti gravi di inefficienza in rettilineo.
Leclerc avrebbe vinto senza Safety Car?
Nonostante una insolita battaglia ravvicinata – visto il dominio assoluto – e alcune pole sfuggite, Verstappen va sempre escluso da insidie significative in gara. Solitamente la zona mista va dalla seconda posizione alla nona. Tuttavia sulle strade americane il compito dell’olandese rischiava di essere abbastanza complesso dopo la corretta penalità di 5”s, aggiunta ad un primo stint non straordinario sulle mescole C4 (gomme medie). La risposta era tutta nel potenziale passo gara sulle Hard. La Ferrari si aspettava uno svantaggio di 1 o 2 decimi da Max con la mescola meno tenera, il che con l’aiuto delle scie avrebbe potuto essere compensato. Più che la tempestività d’ingresso era l’effetto del rallentamento sotto safety car, il vero problema della Ferrari era mantenere la temperatura degli pneumatici accettabile. Leclerc ha eseguito un ottimo primo stint, impiegando 4 o 5 giri per accendere la prestazione, Sainz nella lunga ricorsa dopo il primo giro ha avuto le sue sofferenze da gestire ma alla fine è stato premiato con un buon risultato.
Sostanzialmente poteva essere una battaglia serrata se entrambe Ferrari in prima fila, invece Red Bull si è ritrovata a giocare più facilmente 2 contro 1 tramite Perez. I dati gps rivelano che l’effetto Drs regalava mediamente tra i 5 e i 6 decimi di passo ai due contendenti, qualcosa che avrebbe consentito un certo margine di lotta anche dopo un sorpasso subito. Ciononostante, anche pulendo la gara da variabili avverse a Leclerc, non si può presumere un Verstappen sfavorito, il suo passo con le gomme dure montate nel primo stop era abbastanza convincente.
Perché l’ala anteriore di Verstappen non ha creato una grossa perdita di prestazione?
Non è il primo contatto tra Russell e il campione e del mondo. In questo caso l’inglese si è assunto la responsabilità totale di non aver visto la Red Bull. Verstappen è stato fortunato a non aver rotto il bordo del fondo, a quel punto avrebbe avuto problemi di stabilità enormi. Nell’incidente la RB19 ha perso solo l’endplate anteriore lato destro, il che non ha compromesso in maniera sostanziale il bilanciamento. Con questa generazione di vetture l’ala anteriore è maggiormente sollevata e la funzionalità della paratia ridotta rispetto alle vecchie auto. Secondo gli ingegneri, fino alla generazione delle monoposto 2021 un pezzo simile poteva valere 3 decimi al giro. Oggi è più un elemento che interviene per limitare l’espansione dei vortici verso l’esterno, oltre le ruote anteriori, in direzione delle auto che seguono, quindi ridurre il classico effetto outwash, nocivo per chi è in scia. Questo fa pensare che l’auto di Verstappen in quella fase generasse relativamente più turbolenze su un lato ma nessun grande squilibrio. Curiosamente anche Leclerc a Zandvoort non si era trovato a disagio dopo una analoga rottura.