Questa prima parte di stagione ha mostrato due facce della stessa medaglia di questa Formula 1. I valori cambiano – pur senza rivoluzionarsi – tra la Qualifica e la gara. Sul giro secco infatti c’è una certa compattezza tra le auto migliori e gli inseguitori. Quando si parla però di passo gara e competitività al sabato c’è una vettura su tutte che spicca con un grande vantaggio sui competitors ed è la Red Bull. Ferrari, Aston Martin, Mercedes ed infine McLaren: tutte queste hanno avuto picchi di competitività importanti che hanno minacciato la RB19 per la pole, ma al Sabato non hanno mai avuto il passo reale per vincere, salvo qualche imperfezione della Red Bull stessa, come in Canada o a Silverstone. Il distacco però tra la prima della classe e gli inseguitori è importante.
Red Bull: la RB19 è imprendibile in gara e il connubio con Verstappen è perfetto
A Milton Keynes hanno fatto un lavoro coi fiocchi. Gli sviluppi apportati in stagione non hanno fatto altro che migliorare le importanti doti che la vettura ha ereditato dalla RB18. Il grande vantaggio è la consistenza sugli pneumatici che sta distruggendo la concorrenza. Il maggior conoscitore di segreti Red Bull è Pierre Waché sul quale aleggia un po’ di mistero. Direttore tecnico dal 2018, ha esteso il suo contratto, ma non è nota la nuova scadenza. Il che ha alimentato alcune voci, riferite alla Ferrari, di certi suoi colleghi francesi.
Il connubio Verstappen – RB19 è degno dei migliori pacchetti mai visti in F1. Le restanti gare possono essere un test per gli avversari che sperano di recuperare terreno, ed è possibile. Ma Spa ha mostrato che Verstappen può partire più o meno da qualunque posizione in griglia, gli avversari più vicini hanno 3 pacchetti di sviluppo di svantaggio.
Nel box acconto, Perez ha attraversato la sua tempesta, del resto – come lui – Gasly e Albon sono stati affossati a tempo debito. Tutti hanno poi mostrato di essere grandi piloti ma Verstappen non è stato mai insidiato. Il messicano ora ha capito di non poter essere uno sfidante per Max tuttavia, con maggiore serenità, può sviluppare il suo compito e la sua guida in maniera consistente.
Mercedes la rincorsa a Red Bull continua, insieme ad Hamilton
Il lavoro per recuperare terreno è molto, e prosegue. Gli ingegneri hanno trasformato la vettura base rendendola più vicina al concetto che va di moda. Grandi interventi nella zona delle pance, nate molto convenzionali, assieme a un nuovo muso con una aerodinamica anteriore rivista. Da non sottovalutare poi la intelligente modifica alla sospensione anteriore. Nulla di miracoloso ma tutte mosse che hanno condotto a una maggiore stabilità delle prestazioni che offre un segnale positivo ai piloti.
Il rinnovo di Lewis Hamilton tarda un po’ ad arrivare ma arriverà perché Hamilton è un uomo Mercedes, tuttavia, tempo fa, un colloquio con Elkann non gli è dispiaciuto.
Aston Martin un inizio promettente che oggi sa di illusione
È il mistero attuale, piuttosto simile a quanto accaduto un anno fa alla Ferrari, ma più brutale. La AMR23 si è imposta da subito come la miglior sfidante della Red Bull. L’auto progettata da Dan Fallows ha trovato ben 2” secondi rispetto alla vecchia, sorprendendo. Il pacchetto portato in Spagna non ha dato i risultati sperati, da qualche gara si assiste ad un declino molto costoso. La cosa più inquietante è che su tracciati da caratteristiche opposte non c’è stata una forte reazione. Non semplice ipotizzare che possa tornare seconda forza.
Ferrari: l’obiettivo è tornare a vincere ma i cambiamenti richiedono tempo
Si può credere a tutto ma non che in Ferrari non vogliano vincere. Non sto parlando di Elkann o Vigna, bensì degli uomini e delle donne che fanno la GeS.
Il problema è creare una strada per riuscirci e, questo si, è nelle mani dei management.
Il 2022 era partito con premesse importanti in qualche modo mantenute, tanto che arrivò subito una doppietta condita dal ritiro di Verstappen. Sembra una secolo fa, eppure solo un anno fa, andando incontro alla pausa estiva, la Ferrari avrebbe potuto vincere in Ungheria, non si parlava più di mondiale, ma c’era ancora una competizione che sembrava poter prendere fuoco in maniera importante una volta che a Maranello fossero risolti alcuni problemi.
I tecnici erano convinti che lavorando sui propri punti deboli, quali il drag e l’affidabilità, la Rossa avrebbe fatto il proprio dovere, pur considerando il miglioramento dei principali avversari. I fatti gli hanno dato torto, tuttavia il lavoro in fabbrica è stato rallentato dalle modifiche regolamentari, un po’ di tempo perso che ha contribuito a complicare le scelte. Le tempistiche e il budget Cap hanno impedito di effettuare importanti modifiche al telaio mentre ormai la SF-23 girava in galleria. L’auto non si è mai comportata in gara come in qualifica, creando problemi di stabilita e guidabilitá ai piloti da curva a curva nello stesso stint.