In Formula 1 chi sbaglia paga: Leclerc sbaglia, ma dagli errori impara

admin
5 Dic, 2021

In Formula 1 chi sbaglia paga: Leclerc sbaglia, ma dagli errori impara 

 

Dopo il botto contro le barriere in FP2, con cui Leclerc ha demolito la sua SF21, ne avevamo sentite di tutte: Charles avverte la pressione del compagno di squadra, soffre il confronto, la minaccia, manca di concentrazione. La ricerca del limite – da sempre sinonimo di coraggio – viene accantonata, appannata dal velo nebbioso del dubbio, e così le chiacchiere da bar sostituiscono il buonsenso.

Almeno fino alle Qualifiche.

L’approccio alle Prove Libere su circuiti sconosciuti, in cui i punti dove il guidato può fare la differenza sono pochi, e tutti sul filo delle barriere, è da sempre condizionato da un fattore di rischio. C’è chi pregusta il limite come un antipasto, chi attende la portata principale, chi il dolce – e chi ha lo stomaco delicato, chi sa che un eventuale contatto con le barriere potrebbe costargli una notte insonne. C’è chi, poi, come Leclerc, è in cucina ad aggiustare il sale, il pepe, ad assaggiare direttamente dal mestolo – salvo poi scottarsi la lingua.

L’impatto contro le barriere in Curva 22 di venerdì sera non avviene durante un giro lanciato; Leclerc soffre uno snap di sovrasterzo durante la simulazione di passo gara, in uno stint in cui il monegasco stava andando forte. La combinazione della mescola Media, che offre meno grip, e di un serbatoio più pesante lo portano a perdere il posteriore della vettura, che così scivola ad alta velocità contro le barriere – che fortunatamente assorbono gran parte della forza dell’impatto. Acciaccato, ma ancor di più arrabbiato, Leclerc zoppica fuori dalla sua Rossa completamente distrutta e, dopo una visita di routine al centro medico, torna in garage dai suoi meccanici. Chiede scusa, fa mea culpa, promette al team che si farà perdonare.


Leclerc osserva con apprensione le conseguenze del suo operato

Ferrari lo ripaga con fiducia e tanto, tanto lavoro. La SF21 numero 16 è pronta a tornare in pista già dal Sabato mattina, rimessa a posto come nuova – nessun danno, per fortuna, allo chassis e alla Power Unit. Leclerc dunque torna in cucina; è ancora indolenzito, ma ora sa che ha esagerato con il sale. Toccherà rimboccarsi le maniche, rimediare, mestolo alla mano – tanto per farsi perdonare quanto perché quelli come lui hanno sempre fame.

Quando iniziano le Qualifiche, l’impressione è che il giovane monegasco zoppichi ancora – nella scia del compagno di squadra, che invece dimostra da subito una certa confidenza con la pista, un’aggressione che sembra quasi fuori luogo per il Q1. Sainz prova soluzioni mai intentate nelle Libere, con buoni risultati. Leclerc studia, vicino ma nell’ombra, cauto. 

Nel Q2, su gomma Media per tentare il colpaccio, l’approccio della volpe ovviamente paga. Mentre Leclerc continua a studiare il limite da lontano – per continuare la metafora culinaria, diremo che aspetta che l’acqua sia in piena ebollizione prima di calare la pastaSainz si fa prendere dalla foga e, già nel suo primo giro lanciato, soffre un brutto snap di sovrasterzo in Curva 11. Lo spagnolo sbaglierà a prendere sottogamba quanto accaduto, e ripeterà lo stesso errore al secondo tentativo – questa volta purtroppo con conseguenze più gravi. Sainz perde il controllo della vettura, si gira in pista e impatta contro le barriere. Sebbene – fortunatamente – rallentato da un cordolo, l’urto causa danno alla sua ala posteriore, che lo costringerà a tornare ai box.

Carlos nota il danno all’ala posteriore dagli specchietti, se ne stupisce: non ha avvertito l’impatto. Adami gli conferma che l’impatto ha provocato danni, sebbene non estesi.

C’è confusione nelle sue comunicazioni radio; Sainz sa del danno all’ala, lo vede dagli specchietti, eppure non sembra essersi accorto dell’impatto. Al muretto sembra quasi superfluo confermare l’ovvio, e solo quando Sainz viene rimandato di tutta fretta in pista, su un nuovo treno di gomme Medie, gli viene confermato quanto l’impatto abbia effettivamente compromesso la sua vettura. La perdita di carico aerodinamico è stimata al 2% – un deficit da non sottovalutare nei tratti che richiedono più aderenza proprio come Curva 11 e la successiva Curva 13. 

Lo spagnolo se ne accorgerà subito: ancora alla 11 perde il posteriore, rischiando nuovamente l’impatto con le barriere. A quel punto, Sainz alza il piede e rinuncia a chiudere il giro, restando senza un crono valido alla qualificazione. Fuori dal Q3 e solo quindicesimo in classifica, con una vettura che poteva – doveva – fare di più.

Carlos: “No, è impossibile, non riesco a guidare la macchina.”

Mi è successo qualcosa che non avevo mai avvertito in quel punto durante il weekend,” dirà poi Carlos dopo le Qualifiche. Charles aggiungerà che “il grip su gomma Media non era dei migliori,” completando il puzzle di ricerca. La rovina di Sainz è stata la sua irruenza, forse una pecca nello studio, il suo intestardirsi su un limite da non superare – non su quella mescola. 

Al contrario, Leclerc – che su gomma Media al venerdì era finito in barriera – chiude un giro mesto, ma pur sempre valido alla qualificazione nel Q3. Sainz, che fino a quel punto era sembrato nettamente più veloce, sbaglia nel momento meno opportuno e nega a Ferrari la possibilità concreta di avere entrambe le vetture tra i primi dieci.

Charles Leclerc, da tre weekend a questa parte nel ruolo inedito – soprattutto se parliamo di Qualifica – di pecora nera, invece continua. Il suo primo tentativo nel Q3 è un giro molto pulito, ma non al limite. La Ferrari del monegasco siede in settima posizione una volta ultimato il primo run, dietro ad entrambe le AlphaTauri e alla McLaren di Norris. 

Soddisfatto ma non troppo, Leclerc torna ai box per una breve sosta – un attimo di quiete prima della tempesta. Chi pensava che la sua fosse paura – che si fosse davvero scottato contro il muro di Curva 22 – ha forse dimenticato che Chef Charles suona il campanello del servizio solo all’ultimo giro

Leclerc esce dai box davanti a Verstappen, penultimo nella coda per l’ultimo tentativo. Il rischio di bandiere in questo giro è alto, ma il monegasco – a detta sua – “non ha più nulla da perdere”. I dati dicono lo stesso: è arrivato il momento di guardare in faccia al limite.

Da subito appare ovvio, anche al livello uditivo, che Leclerc sia più aggressivo sui pedali; tiene giù il piede nel primo settore, vincendo negli allunghi anche grazie ad una vettura ben bilanciata da un assetto più carico – rispetto alla concorrenza – al posteriore. 


Confronto telemetria tra il primo ed il secondo run nel Q3 di Leclerc: applicazione throttle notevolmente più aggressiva, con guadagni sia in fase di allungo che in inserimento curva [ Telemetry by @_ProjectF1 ]

Ironia della sorte – o della volpe – la vera differenza viene fatta proprio in Curva 22, in cui Leclerc risulta più efficace anche di Hamilton in inserimento curva. Avendo già guardato in faccia le barriere al venerdì, Leclerc si lancia in uno dei punti più antipatici della pista, e quasi perde di nuovo il posteriore: questa volta, però, sa come ritenere il controllo della sua SF21, e, tenendo giù il piede con una strabiliante dose di coraggio, guadagna due decimi rispetto al giro precedente solo il quella tornata.

Charles: “****, guarda Curva 22! Penso di aver guadagnato un bel po’ lì!”

Il gioco gli varrà la seconda fila, con la sesta quarta posizione di stagione guadagnata davanti alla Red Bull di Sergio Pérez, e agli aguzzini Norris e Gasly che fino a quel momento sembravano favoriti sul giro secco. Una bella rivincita per il monegasco, che fa fatica a contenere il suo giubilo – il “te l’avevo detto” sulla punta della lingua – nelle interviste post-Qualifica.

Le prime parole di Charles, tuttavia, non sono rivolte alla celebrazione del proprio talento – ma a quello della squadra che gli ha consentito di tornare in pista dopo il botto catastrofico del venerdì. “Chiedo scusa ai miei meccanici – mi dispiace per la squadra, mi dispiace dargli così tanto lavoro da fare,” dichiarava un Leclerc stanco e imbarazzato dopo le FP2, “spero di poterli ripagare con un buon risultato in Qualifica, prometto di farmi perdonare.”

Lo ha detto e lo ha fatto, e nel gongolare nel suo orgoglio, Charles ringrazia prima di tutto i suoi più grandi sostenitori: “i miei meccanici, che mi danno sempre fiducia e mi sostengono anche quando la metto a muro con entusiasmo ed un sorriso.”

Il rischio paga, ma solo se viene calcolato in anticipo. La foga, tipica del Leclerc principiante, che a Baku nel 2019 si definì da solo “stupido” senza aspettare che lo facessero gli altri, sembra esser stata rimpiazzata da un processo attento, uno studio delle situazioni che non esclude comunque la possibilità – soprattutto su un circuito predisposto ad un incontro ravvicinato con le barriere – di commettere errori in fase di calcolo. 

In Formula 1, come diranno in tanti, “la paura non può esistere” – e Leclerc non ne ha avuta ieri in Curva 22. Comunque vada la gara oggi, possiamo esser certi che il monegasco ci metterà la sua solita dose di coraggio. Finché s’impara, anche sbagliando, in casa Ferrari non ci sono pecore – solo leoni.

 

Autore: Sara Esposito
Telemetria: Ekagra Gupta @_ProjectF1

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