Abu Dhabi non era solo il weekend dell’ultimo Gp della stagione ma anche dell’interessante esibizione, tre show run in altrettante giornate, di Fernando Alonso sulla Renault R25 del 2005, la prima Renault con cui lo spagnolo ha vinto un mondiale. Si è talmente abituati agli efficientissimi ma silenziosissimi V6 ibridi moderni, che ogni qualvolta viene utilizzata una F1 più anziana si rimane esterrefatti soprattutto dal sound. Anche il sottoscritto in Austria cinque anni fa, dove rimasi molto colpito dell’interesse di Sebastian Vettel (unico pilota rimasto in pitlane per assistere all’esibizione) nei confronti delle old F1. Ad Abu Dhabi il motore Renault, 3.0 litri atmosferico, “a vù” (V), con angolo di 72° e 10 cilindri, da 800 CV circa a 19.000 giri/min, è tornato a urlare. E gli appassionati a godere dopo anni di «silenzi»; perché per loro quelle urla valgono sicuramente di più rispetto alla super tecnologia e ai super rendimenti termici (>50%, un numero incredibile) degli ICE attuali. Quelli possono esaltare la categoria del sottoscritto, ingegnere, e pochi altri.
“Il rumore è qualcosa che sinceramente manca alle F1 moderne”, ha affermato l’asturiano davanti ai microfoni dei pochi giornalisti presenti. “Penso che non manchi solo ai tifosi ma a tutti nel paddock. Ci manca quella Formula 1 di cui ci siamo innamorati da bambini e che abbiamo visto in TV. Vedere nel 2020 questa macchina su questa pista è stato qualcosa di molto speciale per tutti. È stato bello salutare tutti nella corsia dei box”. Alonso aggiunge poi: “Siamo veloci quanto le auto attuali in condizioni di gara, il che è piuttosto sorprendente”. Lo spagnolo ha fatto segnare il miglior crono in 1:39.6, oltre un secondo più veloce del giro record 2020 in gara di Ricciardo (1:40.9), sempre su Renault. Battendo le pole delle stagioni 2012, 2013, 2014 e 2015. Questo con pochi giri a disposizione e con gomme Pirelli “demo”. E con qualche giornata di test e un «po’ di setup» (la macchina era progettata per correre con le gomme Michelin scanalate) il crono poteva essere abbassato di altri tre secondi, fino al 1:36 medio, solo un secondo più lento della pole di Max Verstappen, a quanto raccolto da Formu1a.uno. Ma con una macchina 15 anni più “anziana”. Ci sono vari motivi. Innanzitutto il peso, solamente 605 kg (compreso il peso del pilota) contro i 746 kg delle vetture 2020. 140 kg in più, quasi due secondi in termini di crono sul giro. Tanti chilogrammi in più non solo per via delle attuali unità ibride (MGU-H, MGU-K e soprattutto batteria incidono in modo molto nel peso delle PU) ma anche per via della loro lunghezza: 4.800 mm la R25 2005, un metro più lunga la RS20 2020! Importanti poi sono le limitazioni sulle power unit moderne; consumi e portata in primis, che ne limitano in modo importante le prestazioni in gara (consumo massimo 110 kg) e qualifica (portata di 100 kg/h). E c’è anche una questione affidabilità con le unità attuali che per regolamento devono percorrere oltre il doppio dei chilometri dell’endotermico a bordo della R25.
Ma Alonso non era ad Abu Dhabi solo per una, certamente interessante ma poco utile, esibizione bensì per effettuare la giornata di test post weekend. Si è presentato bene, con una ottima prima posizione, per quel che conta; il crono è il dato più interessante, essendo molto simile (stesso compound, C5) a quanto fatto segnare in qualifica Gp dal miglior pilota ufficiale Renault e suo compagno di squadra nel 2021, Esteban Ocon. Più lento in S2 ma molto più veloce S3. La pista era si leggermente più veloce ma, dalle informazioni raccolte da Formu1a.uno, i settaggi di power unit erano simili a quelli utilizzati dai piloti ufficiali poche ore prima.
Alonso c’è, ed è un bene per tutta la F1.
di Piergiuseppe Donadoni