Red Bull ha vinto a Melbourne, tuttavia i numeri del passo gara indicano che il gruppo di inseguitori formato da Aston, Mercedes e Ferrari ha diminuito, addirittura dimezzandolo, il distacco dalla RB19 in due settimane, perlopiù senza aggiornamenti importanti da parte di nessuna delle tre squadre. Ma non è così corretto valutare i distacchi in questo terzo appuntamento poichè la gara si è svolta su ritmi molto blandi, quasi fosse una gara di endurance, per terminare la gara con la strategia a singola sosta, con Verstappen che ha potuto ulteriormente gestirli grazie ai problemi incontrati il sabato dal suo compagno di squadra.
Se in Arabia Saudita, sia l’olandese che Sergio Perez avevano mostrato tutto il passo a disposizione, spingendo al massimo le RB19 mentre si giocavano giro veloce e vittoria, qua il 25enne di Hasselt non ha avuto alcun rivale e ha anche corso con una modalità di motore più conservativa secondo un ingegnere rivale. D’altronde, Red Bull non ha alcun interesse nel vincere tutte le gare con un ampio margine. Più indietro, la Ferrari ha fatto un passo avanti, con una SF23 al livello di Aston Martin e Mercedes la domenica. Tuttavia, la vettura italiana sarà da rivalutare in appuntamenti più probanti dal punto di vista dell’usura e di conseguenza in termini di performance, semplicemente perché la gara australiana è stata lenta e senza un usura degna di nota su alcuna vettura.
Analisi dati Melbourne: Sainz meglio di Alonso e Hamilton, Alpine si avvicina vicina
Ignorando il confronto con la Red Bull per i motivi appena elencati, la Ferrari di Carlos Sainz è stata la vettura più veloce in pista e per la prima volta la SF23 ha espresso più velocità della AMR23 in gara, dimostrando che il lavoro svolto a Maranello nelle ultime settimane sta iniziando a dare i primi frutti. C’è comunque da sottolineare come alla rimonta di Sainz si è contrapposta una gara di contenimento da parte del duo Hamilton-Alonso quindi saranno certamente da riverificare i passi in avanti della SF-23 nei confronti soprattutto della AMR23.
Comunque, il lavoro del weekend è stato incentrato per trovare un miglior compromesso qualifica-gara. Solo gli errori di comunicazione commessi hanno impedito sia a Sainz che a Leclerc di poter occupare un posto nelle prime due file dello schieramento. Dall’anno scorso in Austria, non era mai successo che la Ferrari migliorasse passando dalla qualifica alla gara; questo fine settimana il distacco è rimasto uguale, anche se mancano all’appello i tre decimi inespressi da parte della Red Bull.
In questa stagione, la Rossa ha perso in media quasi mezzo secondo di passo tra il sabato e la domenica. Un dato non cosi dissimile ai 4 decimi visti post-direttiva nel 2022 mentre prima della pausa estiva la F1-75 recuperava pochi millesimi in gara nei confronti della RB18. Un aspetto positivo per Maranello è che la SF23 si è comportata meglio dei diretti rivali nell’ultimo settore, quello più lento e tecnico, la domenica.
Aston Martin è invece la vettura che tra sabato e domenica perde meno rispetto a Red Bull, appena un decimo di secondo se analizziamo i dati dei primi tre appuntamenti. A Melbourne, la differenza di passo tra lo spagnolo e Lewis Hamilton non era abbastanza affinché il numero 14 potesse tentare un sorpasso, soprattutto considerando il deficit di velocità massima della AMR23.
Per quanto riguarda Mercedes ha tirato fuori l’asso dalla manica il sabato grazie alle condizioni piuttosto favorevoli alla W14 e anche a due buoni giri da parte di George Russell e Lewis Hamilton: la domenica ha premiato il sette volte campione del mondo, per la prima volta a podio questa stagione; tuttavia il passo gara è stato, seppur di poco, inferiore a quello di Aston Martin e Ferrari. Un ritardo quantificabile attorno al mezzo decimo nei confronti della AMR23 e un decimo rispetto alla SF23.
La sorpresa della domenica di Melbourne è stata la gara di Pierre Gasly fino al giro 57. Tuttavia, il francese è stato aiutato da DRS, che in Australia è valso ben 7 decimi, permettendo al francese di tenere un passo simile a quello di Sainz nella seconda fase di gara. Alpine ha girato in media 2-3 decimi dal gruppo di Hamilton, Alonso e Sainz e, come l’anno scorso, sembra che i francesi si stiano riprendendo dopo un’avvio di stagione sottotono, ma servono passi in avanti importanti per raggiungere le squadre davanti.
Analisi dati ‘midfield’: Alfa ancora sottotono, McLaren e Haas in risalita
Se a Jeddah si poteva attribuire la scarsa prestazione domenicale al detrito di Piastri incastrato nella vettura di Bottas, questo fine settimana per Alfa Romeo non ci sono scuse: la C43 era più veloce solamente delle carenti AT04 e FW45, addirittura più di mezzo secondo più lenta della Haas di Nico Hulkenberg, autore di un weekend strepitoso. Il team italo-svizzero aveva iniziato bene in Bahrain ma i due successivi appuntamenti non hanno mostrato una ottima C43, nonostante gli aggiornamenti introdotti a Melbourne. Sarà importante ritrovare la strada giusta e tornare a lottare per la zona punti come a Sakhir e a Hinwill ne sono certi che già da Baku ci saranno miglioramenti.
Molto migliori, invece, Haas e McLaren. Sia Norris che Piastri hanno terminato la gara in zona punti in un buon tracciato per la McLaren da diversi anni, sfruttando i ritiri di Leclerc, Gasly e Ocon, e la penalità inflitta a Sainz. La situazione non è cambiata in questo 2023, con la MCL60 che è ancora solamente una piccola evoluzione della MCL36 del 2022. Tuttavia, tra Baku e Imola debutterà un pacchetto di aggiornamenti importante, che il team spera possa permettere ai suoi due piloti di dare battaglia alle Alpine, o magari qualcosa in più.
Haas è stata trascinata da un eccellente Nico Hulkenberg, qualificatosi decimo con un tempo migliore di quello di Magnussen di ben 7 decimi, e una gara altrettanto solida e positiva che lo avrebbe visto tra i primi dieci anche senza il ritiro di Leclerc. Il problema della VF23 è che, come la Ferrari, perde tantissima velocità tra la qualifica e la gara (in media 8 decimi rispetto a Red Bull nelle prime tre gare!), un dato non positivo se si considera che il concetto del team americano è molto simile a quello utilizzato a Maranello.
Più indietro ci sono sempre Alpha Tauri e Williams, quest’ultima molto buona in qualifica con Alexander Albon: l’errore al settimo giro del pilota tailandese non ci ha permesso di vedere il potenziale della FW45 questo fine settimana in un circuito amico grazie ai molti rettilinei presenti e ad un asfalto poco energetico. Yuki Tsunoda è stato autore di una buona gara, ma ancora una volta la AT04 si è dimostrata una vettura poco performante in qualifica e specialmente in gara: i primi punti stagionali arrivano nel peggior fine settimana per la scuderia di Faenza, nonostante i nuovi pezzi introdotti a Melbourne.
Autore: Andrea Vergani