Bahrain GP – Analisi: Hamilton più veloce di 5 km/h allargando curva 4
La stagione 2021 di F1 è iniziata nel migliore dei modi per quanto riguarda lo spettacolo in pista grazie alla grande sfida tra Max Verstappen e Lewis Hamilton, l’ottima battaglia nel midfield e il ritorno di un campionissimo come Fernando Alonso.
Tuttavia c’è una “macchia”, tanto grave quanto fastidiosa, almeno personalmente parlando, che riguarda la Fia e l’annoso problema dei track limits. L’ennesimo scivolone che la massima serie motoristica non può e non deve permettersi.
“Nella maggior parte dei tracciati non ci è permesso mettere quattro ruote fuori dalla linea bianca, mentre in questo fine settimana la Fia ce lo ha permesso nella giornata di gara“, ha dichiarato Lewis Hamilton nel post gara.
Tutto vero. Seppur con un pò di confusione, poiché sono state emanate due versioni delle ormai conosciute “Note dell’evento”. La prima versione parlava di track limits non monitorati in curva 4, modificata successivamente alle prime prove libere: monitoraggio attivo e relativo annullamento dei tempi in quei giri ove una macchina usciva con tutte e quattro le ruote dalla pista.
Allo stesso tempo è stato affermato che ciò non valeva per la gara, facendo comunque riferimento all’articolo 27.3 del regolamento sportivo.
“È stato chiaramente menzionato nel briefing con i piloti ed anche nelle ‘note dell’evento’ che non monitoravamo le violazioni in tema di tempi sul giro”, ha spiegato Masi. “Ma è sempre stato chiaro, e nei regolamenti lo si afferma, che non si dovrebbe ottenere alcun vantaggio duraturo“. Ecco l’area grigia.
Ma per la Fia cosa significava “vantaggio duraturo”? Un guadagno di posizione. Almeno fino a metà gara. “Riferirò alla radio della squadra la raccomandazione a restituire la posizione se una macchina uscirà di pista, ottenendo un vantaggio attraverso una manovra di sorpasso”, Masi a fine gara.
Quanto successo, macroscopicamente, nel sorpasso tra Verstappen e Hamilton. Ho aggiunto quel “macroscopicamente”, perché a riguardarlo bene, Verstappen va largo in percorrenza di curva 4 a causa di una perdita di aderenza della sua RB16B. Non per trarne vantaggio e per completare il sorpasso (già acquisito).
L’articolo 27.3 non era invece (inizialmente) applicabile a Lewis Hamilton che, seguendo alla lettera quanto scritto e detto dalla Fia durante il weekend, è uscito di pista per ben 29 volte in quel particolare punto del tracciato.
Chiaramente c’erano dei motivi tecnici.
Innanzitutto il vantaggio cronometrico. “E’ una curva completamente diversa in termini di approccio se puoi uscire più largo. Ti permette di uscire più veloce”. Qualche metro in più, percorso ad una velocità però superiore che ha consentito all’anglo caraibico di guadagnare del terreno dei confronti del rivale.
Quanto? Red Bull ha parlato di due decimi al giro.
Dalle informazioni raccolte da Formu1a.uno, la diversa traiettoria sarebbe valsa un decimo e mezzo al giro a Lewis Hamilton, grazie ad una velocità, all’apex di curva 4, superiore di 5 km/h rispetto alla traiettoria “classica” percorsa nella seconda metà di gara. Circa 4 secondi, che in una battaglia serrata come quella di ieri, potrebbero sicuramente aver fatto la differenza.
Ma c’è dell’altro. Un secondo vantaggio: tyre management. Una traiettoria più dolce ha aiutato Hamilton a stressare meno gli pneumatici. L’ha confermato lui stesso.
A circa metà gara cambia tutto, su richiesta di chiarimento da parte di Red Bull dopo le continue uscite di pista da parte dell’anglo caraibico.
A Mercedes arriva subito una comunicazione da Masi, direttore di gara della F1, con la richiesta di smettere di andare oltre il cordolo in quella zona di pista altrimenti sarebbe stato costretto a esporre bandiera bianca-nera. Ma come? Non c’erano pure 2 persone che guardavano quell’area del traccciato giro per giro (l’ha detto Masi nel consueto briefing con la stampa a fine evento)?
“A metà gara hanno praticamente cambiato idea. E all’improvviso non era più permesso uscire da quella linea bianca”, sempre il 7 volte campione del mondo. Il “vantaggio duraturo” dell’articolo 27.3 era divenuto quindi anche un vantaggio prettamente cronometrico, non solo per un ipotetico sorpasso.
“Per tutta la gara mi è stato detto che altri piloti andavano larghi, quindi mi hanno detto di fare lo stesso perché si guadagnava tempo sul giro”, ha detto Verstappen. “Così ho fatto. Ma a un certo punto mi hanno detto di non farlo più”.
Quel momento in cui la Fia ha riperso ulteriormente credibilità. Non ce n’era bisogno.
Autore: Piergiuseppe Donadoni