Binotto (Ferrari): “In Bahrain per vincere, non firmo per una seconda posizione”

Piergiuseppe Donadoni
16 Mar, 2022

Binotto (Ferrari): «In Bahrain per vincere, non firmo per una seconda posizione!»

La Ferrari aveva molti obiettivi in entrata a questa sei giorni di test prestagionali. Tra questi, come anticipato, verificare la correlazione tra pista e strumenti di simulazione presenti a Maranello, come la galleria del vento, la fluidodinamica computazionale e il simulatore. I dati analizzati nel post Barcellona test avevano dato le prime positive risposte, servivano quelle del Bahrain, un tracciato molto diverso, soprattutto per quanto riguarda la gestione e il corretto funzionamento degli pneumatici, con una spiccata severità per gli pneumatici posteriori e il loro degrado (termico).

Ferrari: trovato un buon livello di correlazione pista-fabbrica nei sei giorni di test

«L’obiettivo primario dei test era cercare di girare con consistenza per acquisire più dati possibili. Quello di quest’anno è un progetto completamente nuovo, in cui a cambiare non è solo il concetto aerodinamico ma anche il modo in cui la vettura si comporta rispetto al passato. Da questo punto di vista non avevamo riferimenti» ha fatto sapere Mattia Binotto in una conferenza stampa effettuata con alcuni media selezionati. «Bisognava ricostruire una correlazione tra il comportamento in pista e quello che noi abbiamo in primis immaginato (pensandolo e progettandolo) e poi visto negli strumenti a Maranello».

I riscontri sono stati buoni anche in Bahrain, lo ha confermato Mattia Binotto. «Quando dico che sono soddisfatto è perché abbiamo trovato un buon livello di correlazione. La macchina si è comportata come ci aspettavamo, sia in fase di variazione degli assetti, sia per quanto riguarda i limiti della vettura. Sono gli stessi che si abbiamo visto in pista».

Creare questo mondo di correlazione è la base su cui una squadra costruisce una stagione poiché «se hai una buona correlazione, sai che quello che stai provando e sviluppando in fabbrica ha una buona probabilità che in pista funzioni». Una stagione come questa, di completa rottura regolamentare, a detta di molti, potrà giocarsi anche sulla corsa agli sviluppi. La vettura che vincerà in Bahrain non è detto che sia la più forte dopo cinque gare, nella fase centrale della stagione o addirittura in quella finale. «Anche se dovessimo avere una buona macchina in Bahrain, non esulterei troppo perché servirebbero altre gare per confermare la prestazione ed evitare che sia semplicemente una illusione».

Il budget cap come nuova variabile nella corsa agli sviluppi

Ciò che preoccupa maggiormente l’ingegnere italo svizzero è «la nostra capacità di sviluppo rispetto a quella degli altri team». Non è una paura, ci ha tenuto a sottolinearlo, perché «quando la base e la correlazione sono buone, abbiamo a che fare con una situazione ideale per sviluppare. Il punto di partenza di questa F1-75 è buono e sano, non è frutto del caso bensì di quello che abbiamo pensato e progettato».

Binotto non è preoccupato nelle capacità tecniche di sviluppo della squadra, piuttosto di un ulteriore limite all’equazione che è la gestione del budget cap. «Da questa stagione, la capacità di sviluppo non è solo creativa, ma c’è anche un limite del tetto di spese che pesa su ognuno di noi in modo diverso per come siamo fatti, strutturati e come interpretiamo il regolamento. Sarà una variabile importante quest’anno, che potrebbe influenzare un risultato sportivo». In sintesi, rispetto al passato, lo sviluppo non è frutto solo delle capacità degli ingegneri ma anche della gestione del budget cap e delle limitazioni aerodinamiche nelle ore e nei run rispettivamente della galleria del vento e della fluidodinamica computazionale.

Tornando al Bahrain, ormai mancano poche decine di ore alla prima sessione che inizierà alle ore 13 del prossimo venerdì. C’è molta attesa per vedere le vere prestazioni di tutte le vetture, della F1-75 soprattutto, essendo il team italiano quello più atteso, nonché maggiormente sotto analisi da parte di addetti ai lavori e tifosi. «Come siamo messi lo scopriremo alla prima qualifica e alla prima gara. Credo che comunque saremo competitivi, quanto non lo so; può essere due decimi davanti, due decimi dietro» – ha detto il TP Ferrari – «La Red Bull mi è sembrata molto forte, Verstappen soprattutto. Magari una RB18 ci starà davanti mentre l’altra dietro. Arriveremo in Bahrain ad un livello in cui potremo competere e se ci sarà una differenza, non sarà incolmabile. Il punto di partenza è buono, quanto lo scopriremo sabato».

Ferrari in lotta per la prima posizione? La squadra italiana si accontenterebbe anche della seconda posizione al primo Gp stagionale? «No, non firmerei per la seconda posizione» ha fatto sapere Binotto, con tono piuttosto deciso, l’ingegnere italo svizzero. Che poi è entrato maggiormente nei dettagli: «La nostra ambizione è poter competere, vogliamo poter lottare ad ogni gara e quindi in partenza non voglio firmare per un secondo posto. Non ho comunque la presunzione di dire che non possa essere un risultato soddisfacente, ma ho l’ambizione di andare alla prima per vincere». 

La Redazione

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