Come ha fatto il motore Ferrari di Leclerc a danneggiarsi in maniera irreparabile?

Piergiuseppe Donadoni
04/08/2021

Come ha fatto il motore Ferrari di Leclerc a danneggiarsi in maniera irreparabile?

Oltre ai danni, la beffa, verrebbe da dire riguardo alla Ferrari SF21 di Charles Leclerc.

Non è arrivato, infatti, solo il ritiro in una gara che lo stesso pilota monegasco aveva catalogato come “una importante opportunità”, bensì, dopo aver effettuato dei test approfonditi a Maranello lo scorso lunedì, Ferrari ha comunicato che il secondo motore stagionale è irreparabilmente danneggiato.

Dal comunicato: “Dopo i controlli effettuati ieri (lunedì) a Maranello sulla SF21 numero 16, è emerso che il motore è stato irrimediabilmente danneggiato nell’impatto all’Hungaroring con la Aston Martin di Lance Stroll e non potrà più essere riutilizzato”.

Sulla rossa del pilota monegasco verrà montata a Spa la terza power unit delle tre disponibili prima di incorrere in una penalità.

Un qualcosa di già preventivato a questo punto della stagione, visto che Spa e Monza (quest’anno si correrà dopo l’Olanda) son piste molto esigenti lato unità motrice. Il tutto però avendo a disposizione la PU 1 e 2 per le classiche rotazioni nei venerdì di libere, considerando i due weekend restanti con la Sprint Race (Monza sicuramente, poi Austin?) dove sarà impossibile effettuarle.

Tuttavia, non avendo più il secondo motore a disposizione per queste rotazioni, che aveva percorso solamente poco più di 1500 km, e con una PU 1 oltre i 4300 km, Charles Leclerc potrebbe incappare in una penalità in griglia di partenza nella seconda parte della stagione quando installerà il quarto endotermico e, come spesso accade, il quarto gruppo turbocompressore e MGU-H.

Andiamo però a capire come l’endotermico dell’unità installata sulla SF21 del monegasco possa essersi danneggiato in maniera irreparabile.

Tutto è scaturito dal forte impatto tra la gomma anteriore sinistra della Aston di Stroll e la pancia destra della SF21 di Leclerc in curva 1 che ha causato la rottura dell’impianto di raffreddamento. Questo ha portato ad una importante fuoriuscita di liquido, come si può anche vedere dall’immagine in alto.

Il monegasco, non potendo vedere tale danno dai soli specchietti, ha cercato di proseguire, finché la sua SF21 è andata in testacoda ed il motore si è ammutolito in ingresso a curva 2. L’aver continuato con il motore non raffreddato, pur nelle poche centinaia di metri che dividono le prime due curve dell’Hungaroring, ha generato delle conseguenze devastanti sull’unità termica.

Un qualcosa di simile è capitato anche a Checo Perez, seppur in maniera più contenuta (almeno inizialmente), tant’è che il pilota messicano è riuscito ad arrivare fino al rettilineo tra curva 11 e 12 dove ha dovuto desistere, parcheggiando la sua “gracchiante” RB16B dopo l’ordine impartito via radio dai box (avevano notato l’importante anomalia).

Ecco quanto hanno inciso i danni sulla RB16B di Verstappen

Il grave errore di valutazione in frenata di Valtteri Bottas in curva 1 gli aveva infatti causato la rottura del sistema di raffreddamento “destro” della PU Honda, che molto facilmente potrebbe aver subito gli stessi danni della ‘sorella’ italiana.

“Ha perso tutta l’acqua immediatamente. Dovremo indagare in modo più dettagliato, ma i primi rapporti dicono che il motore sarà difficilmente utilizzabile in futuro” ha affermato il team principal Red Bull, Christian Horner.

Ad un Leclerc, incolpevole, che prima o poi dovrà scontare una penalizzazione di almeno 10 posizioni in griglia, si contrappone uno Stroll che a Spa sarà arretrato di “sole” 5 posizioni. Situazione identica anche tra Perez e Bottas. Fa strano scriverlo, ma i due piloti incolpevoli pagheranno un prezzo maggiore di chi l’incidente l’ha maldestramente generato.

C’è poi una questione soldi per l ‘riparazioni’ dei danni. Questi incidenti entrano ovviamente nel computo dei milioni di dollari (145 quest’anno) a disposizione dai team dal budget cap, andando quindi a ‘limitare’ anche chi li subisce senza ‘colpe’ come nel caso del duo Red Bull e Leclerc in Ungheria.

Ricordiamo che Mercedes ha scelto di saltare una giornata di test sulle Pirelli 2022 per sopperire al costo extra causato dall’incidente tra Bottas e Russell a Imola.

Il team di Milton Keynes e Ferrari vorrebbero che chi gestisce la F1 discuta su come contabilizzare questi danni ‘da incidente’.

“Incidenti come quelli che abbiamo subito negli ultimi due Gp non sono stati preventivati ed è un qualcosa che deve essere esaminato in modo più dettagliato dalla FIA” ha affermato Cristian Horner, TP Red Bull.

Il team inglese vorrebbe che questi costi ‘da incidente’ fossero esclusi dai 145 milioni del budget cap.

Ferrari, viceversa, è dell’idea che a pagare i danni debbano essere le squadre dei piloti che hanno generato l’incidente. Mercedes a Silverstone, Mercedes e Aston Martin in Ungheria. Questo anche per rendere i piloti più responsabili.

Entrambe le soluzioni sono complicate da attuare, quella Ferrari ancor di più. Chi stabilirebbe qual è la spesa necessaria per riparare una determinata vettura incidentata? Secondo Red Bull l’incidente di Silverstone è costato 1,8 milioni di dollari ma non è detto che per un altro team la cifra valutata sia la stessa.

Oltre a ciò, quali componenti sarebbero da considerarsi veramente danneggiati e quali no? E per quanto riguarda i motori? D’altronde, soprattutto team concorrenti (Mercedes e Red Bull in questo caso lo sono) farebbero di tutto per alzare la spesa da girare all’altro team, se si utilizzasse la soluzione Ferrari.

L’ispezione dovrebbe poi avvenire pezzo per pezzo, con la Fia come supervisore. Tuttavia, quest’ultima abbiamo già visto come spesso non abbia la capacità per poterlo fare correttamente.

Concludendo, è piuttosto difficile trovare una soluzione che non lasci adito a troppe interpretazioni, sempre deleterie in un sistema molto regolamentato com’è la F1 che invece, ancor di più con il budget cap, dovrebbe concedere più libertà.

Autore: Piergiuseppe Donadoni

Co Autore: Giuliano Duchessa

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