Conflitto in Ucraina: FIA schiera bandiera neutrale, ma UK impone ban sulle licenze russe
Nello spirito di solidarietà nei confronti delle popolazioni e degli atleti di nazionalità ucraina, il Comitato Internazionale Olimpico (IOC) si era espresso in settimana esortando le federazioni sportive ad agire nei confronti di team e atleti rappresentanti la Russia e la Bielorussia, al fine di escluderne la partecipazione dalle competizioni internazionali.
Il neo-eletto presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ha pertanto convocato e presieduto una riunione straordinaria del World Motor Sport Council (WMSC) che si è conclusa con la decisione di seguire la seconda raccomandazione dell’IOC, ovvero quella di consentire a piloti di nazionalità russa e bielorussa di gareggiare solo sotto bandiera neutrale, nonché di bandire ogni riferimento – bandiera, inno e simboli – alla Russia e Bielorussia nel corso delle competizioni.
Le delegazioni internazionali FIA hanno inoltre votato per l’esclusione dei membri FIA rappresentanti delle commissioni russe e bielorusse dal Consiglio, nonché la cancellazione a causa di Force Majeure del Gran Premio di Sochi. Alle commissioni FIA degli stati interessati inoltre non sarà concessa, per il momento, alcuna sovvenzione al sostegno della mobilità e delle attività relative alla sfera del Motorsport.
Il presidente di Motorsport UK e membro del WMSC David Richards, insieme alla delegazione Finlandese, hanno deciso però di adottare la linea dura proposta dal Comitato Internazionale Olimpico, bannando dalle competizioni nei propri territori la partecipazione di ogni pilota con licenza russa o bielorussa, a prescindere dall’adozione di una bandiera neutrale come mandato invece dalla FIA.
Ciò comporterebbe, portando l’esempio della Formula 1, non solo l’esclusione di Nikita Mazepin dal Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone – ma anche quella di altri piloti, tra cui riserve (si pensi a Robert Shwartzman, riserva Ferrari – che può tuttavia giovare di un doppio passaporto), in ogni competizione motoristica in suolo britannico.
Haas: per ora “no comment”, ma il futuro di Mazepin è a rischio
Dopo la conferenza media richiesta a Barcellona nel corso della terza giornata di testing, Haas ha reagito alle decisioni del World Motor Sport Council e Motorsport UK con un “no comment”. La situazione con lo sponsor Uralkali – già rimosso dalla livrea, divise e dalla motorhome nel paddock – sembra essere al tracollo, date anche le sanzioni imposte alla società. Al pari, Nikita Mazepin rischia di perdere il sedile non tanto per il ban nei confronti di piloti con licenza russa – al quale sarebbe possibile rimediare ottenendo una patente che sia riconosciuta da un altro Paese – ma per assenza di fondi, data la perdita dello sponsor, ed i legami stretti della famiglia con il governo di Putin.
Haas, che si prepara a far fronte alla perdita di un quinto del loro budget totale, è ancora nel processo di legalizzare l’uscita del suo title sponsor Uralkali, ma anche di selezionare un sostituto che possa gareggiare al fianco di Mick Schumacher nel corso della stagione 2022. Tra i candidati, spunta anche il nome di Antonio Giovinazzi, che con Schumacher andrebbe a completare una line-up tutta Ferrari. L’italiano sarebbe dunque una scelta vantaggiosa non solo per esperienza (punto a sfavore per l’attuale riserva, Pietro Fittipaldi) ma anche per eventuali benefici, economici e non, di una più stretta relazione con Maranello.
Una decisione in merito al futuro di Nikita Mazepin e a quello di Haas è attesa nel corso della settimana, mentre il team si prepara ad affrontare la seconda sessione di testing in Bahrain.
Parimenti, la situazione per quanto concerne le decisioni delle singole delegazioni internazionali, tra cui anche ACI, in merito all’esclusione dalla partecipazione di team e atleti rappresentanti la Russia e la Bielorussia sarà definita – se differente rispetto alla posizione ufficiale della FIA, come nel caso di quella britannica e finlandese – nei prossimi giorni.
Autori: Sara Esposito, Maria Lucia Ardante