A Singapore il Rosso continua a splendere e Carlos Sainz si conferma in Pole Position, la seconda consecutiva. Lo spagnolo sta trovando un grande feeling con la SF-23 che gli permette di esprimersi al massimo. La prima fila Ferrari è stata rovinata dal giro di un ottimo George Russell, che si conferma anche lui in grande forma riuscendo a stare davanti a Charles Leclerc e minaccia il tempo della Pole Position. La sorpresa di giornata però non è nemmeno la McLaren di Lando Norris, bensì la doppia eliminazione in Q2 della RB19, auto sta dominando questa stagione. Max Verstappen e Sergio Perez sono finiti dietro ad un notevole Liam Lawson che invece ha conquistato, alla sua prima Singapore, il passaggio in Q3. Una beffa vera e propria per una Red Bull, oggi clamorosamente più lenta dalla Alpha Tauri.
Ferrari: Carlos Sainz perfetto conquista la pole, Leclerc la perde nell’ultimo settore
La SF-23 giunta qui a Singapore è stata messa in pista in modo molto brillante dai tecnici di Maranello. Il setup studiato al simulatore ha dato subito riscontri positivi ed ha portato gli uomini in pista a correzioni minime per potersi adattare all’evoluzione della pista e all’esigenza dei piloti, regolando soprattutto il bilanciamento anteriore con modifiche ai flap. La conformazione aerodinamica dunque non è stata modificata in corsa, così come le altezze da terra che sono risultate competitive e aggressive sin dai primissimi giri di FP1. In introduzione del weekend si è parlato molto delle nuove TD018 e TD039 aggiornate, con soprattutto la seconda che già nel 2022 aveva creato grossi danni alla F1-75. A Maranello però non erano preoccupati e sono arrivati qui senza dover effettuare alcuna modifica strutturale ad ali, fondo o struttura del muso e tutte quelle zone in cui la FIA sta intensificando i controlli. Ferrari sotto questo aspetto era conservativa e non ha toccato nessuna area della SF-23 per far fronte alla nuova direttiva.
Carlos Sainz è stato autore di un weekend fin qui perfetto. La macchina gli è ora cucita addosso, come più volte a ripetuto lui, confermando di sentire sempre più confidenza con la SF-23. Lo stile di guida è diverso da quello del monegasco che, infatti, ha rivelato di aver dovuto adattarsi alla vettura 2023 che è nata con un sottosterzo intrinseco che sposa meglio le doti naturali di Sainz, mentre al monegasco piace più un anteriore puntato ed un posteriore più leggero. Trovata la quadra col setup lo spagnolo si sta mostrando competitivo quanto il giovane gioiello del Cavallino Rampante, che certamente apprezzerà la sfida interna e lo motiverà ancor di più, soprattutto essendo consapevole di limiti ed errori degli ultimi tempi, contro “il miglior Carlos da quando sono in Ferrari, sicuramente” ha detto lo spagnolo.
La pole position oggi infatti è stata questione di Carlos Sainz, autore di un giro perfetto e senza sbavature, ma Charles Leclerc ha provato fino all’ultimo a togliergliela e fare una prima fila tutta rossa, arrivando però a commettere un errore fatale nell’ultimo settore. Arrivato infatti alla staccata di curva 16, in uscita il posteriore della sua SF-23 si è alleggerito, causando sovrasterzo e limitando la sua fase di trazione e perdendo tutto il vantaggio accumulato fino a lì – era sopra di 1 decimo al tempo della Pole effettiva – finendo per chiudere il giro alle spalle del compagno di squadra e superato sul finale anche da George Russell. “E’ tutto l’anno che la macchina è sottosterzante e quindi ho dovuto anche cambiare un po’ il mio stile di guida” ha ribadito ancora una volta, rispondendo alla domanda di Mara Sangiorgio a Sky Sport F1.
“Questa pole position, e in generale il risultato di questa qualifica, è il prodotto di un weekend che fin qui è stato solido da tutti i punti di vista, nel quale tutta la squadra ha lavorato molto bene fin dalle prove libere, qui in pista come a Maranello” ha commentato il Team Principal, Frederic Vassuer, facendo un plauso alla propria squadra, portando subito l’attenzione sulla gara di domani.
Red Bull sbaglia il setup e la RB19 si perde. Russell fa la differenza, Mercedes e McLaren temibili in gara. Alonso in ritardo.
La notizia di giornata è chiaramente la doppia esclusione della Red Bull dal Q2, senza nemmeno entrare in Top ed anzi, rischiando qualcosa di più. Max Verstappen infatti è stato autore a sua volta di una sessione di Qualifica negativa per ben 3 impeding diversi: uno su Tsunoda all’ultimo tentativo del Q2, uno sul finire della sessione del Q1 su Sargeant e l’ultimo in pit lane, fermando la propria macchina prima del semaforo per prendersi spazio da chi era uscito, violando le norme del regolamento. La FIA però ha deciso solamente per 2 reprimende, non penalizzando in alcun modo Verstappen, per nessuna delle infrazioni. L’olandese ha passato tutto il giorno a lamentarsi di una vettura eccessivamente puntata e che non aveva un posteriore adatto a bilanciare questo anteriore così preciso. Il problema maggiore però è stato dovuto ad un assetto aero-meccanico che non è mai riuscito a mettere le gomme della RB19 nella giusta finestra di utilizzo
Singapore è un circuito molto particolare dove il giro di preparazione delle gomme e l’esecuzione del lap time richiedono un equilibrio perfetto. Questa è stata una caratteristica della RB19 per tutto l’anno, ma che qui è clamorosamente sparita. Ogni collegamento alle ripercussioni delle DT sono avventate, una mancata messa in temperatura degli pneumatici può capitare per un assetto sbagliato ed è un qualcosa di capitato in passato anche in epoche di dominio, come quella Mercedes, risultando in weekend disastrosi. Certamente la sensazione di oggi è quella di una finestra di utilizzo che si è ristretta moltissimo e che impediva alla RB19 di trovare il giusto bilancio, nonostante i tecnici avessero modificato l’assetto base impostato al simulatore, con modifiche tra Venerdì e Sabato ed anche prima della Qualifica, ritornando anche alla vecchia specifica di fondo. Questo è parso molto simile a quanto successo alla Ferrari F1-75 la passata stagione con l’introduzione della TD39 dalla quale non si è mai più ripresa dalla perdita di carico. Anche la RB19 di oggi è parsa lottare con le altezze e scivolare in maniera inaspettata.
Non è da escludere un ulteriore cambio di setup per la scuderia di Milton Keynes, con anche lo smarcamento di nuove componenti di Power Unit e cambio, per affrontare al meglio il finale di stagione e per provare a trovare una soluzione per migliorare il passo alla Domenica, ribaltando un weekend fin qui decisamente anonimo. A prendersi le luci della ribalta dunque, oltre alla Ferrari, è stata la Mercedes che si è mostrata equilibrata e competitiva in tutto il weekend ed è arrivata a minacciare la Pole di Sainz, anche se Russell non nutriva molte speranza “Abbiamo visto che erano troppo veloci le Ferrari e sono contento del giro che ho fatto” rifilando a Lewis Hamilton un distacco di quasi mezzo secondo. La W14 sarà un avversario certamente temibile domani in gara, potendo contare su un buon equilibrio generale della vettura e su una gestione gomma sulla carta migliore della SF-23, con il solo deficit di qualche chilometro in meno sulla velocità di punta.
Dietro si confermano, in modo diverso, McLaren e Aston Martin. Lance Stroll è stato autore di un incredibile incidente in Q1 che lo ha messo fuori dai giochi, per fortuna senza conseguenze fisiche, nonostante il forte impatto all’ultima curva, perdendo il controllo sul cordolo dopo l’importante sottosterzo indotto da una velocità di entrata in curva eccessiva. Oscar Piastri ci ha rimesso il giro buono, trovandosi dietro di lui e non riuscendo a concretizzare il potenziale di una MCL60, non aggiornata, che qui ben si comporta. Lando Norris ha fatto un buon lavoro e si è detto soddisfatto di “aver dato 2 decimi ad una delle due Mercedes” non avendo mai pensato alla concreta possibilità di lottare per la Pole. Fernando Alonso invece si deve accontentare di una deludente settima posizione che, seppur in FP2 abbia mostrato un ottimo passo gara, complica molto la situazione a se stesso e al team, con una AMR23 che nel giro secco fa parecchia fatica a sfruttare la gomma nuova.
Autori: Giuliano Duchessa & Paolo D’Alessandro
Co-Autore: Andrea Vergani