Ecco quanto hanno inciso i danni sulla RB16B di Verstappen.
Il Gp d’Ungheria è stato senza dubbio la gara più spettacolare di questa prima parte di stagione, ciononostante ha fornito poche risposte tecniche. Red Bull è stata in palese difficoltà per tutto il weekend, con un anteriore che stranamente non riusciva a seguire il posteriore in termini di carico aerodinamico; da qui la scelta di utilizzare un’ala posteriore da minor carico. Sarebbe stato comunque interessante capire il livello di Verstappen nelle condizioni diverse che la gara ha presentato.
Mentre a Silverstone la W12 ha presentato un vettura con meno carico dei rivali, in questa occasione abbiamo visto l’inverso. Qualcosa non ha funzionato in maniera coerente per il team di Milton Keynes, al contempo è indubbio che Mercedes abbia trovato maggiore comodità nell’interpretare le gomme, tra cui ricordiamo le nuove posteriori, che non devono essere dimenticate.
I piloti di alto livello quando hanno condizioni critiche o particolari possono fornire uno show importante. Buona notizia per la F1 in cerca di soluzioni per il 2022. In definitiva su questo aspetto possiamo dire che basterebbe semplicemente appiattire il delta prestazionale tra le auto. Facile dirlo, non semplice attuarlo.
Detto questo la gara è stato ricca di spunti, cominciando dagli episodi chiave che hanno portato alla prima vittoria in carriera di Esteban Ocon.
E’ evidente che ciò che è successo alla prima curva ha completamente ridisegnato la gara, sulla carambola al via c’è poco da analizzare.
Più interessante valutare altri fattori.
Lewis Hamilton non si ferma per montare le gomme slick. Era una decisione abbastanza semplice in teoria, d’altra parte il box Mercedes ha valutato di non farlo. Lewis sarebbe rimasto sicuramente penalizzato dallo stop semplicemente perché la sua piazzola era la prima in ingresso. L’inglese avrebbe dovuto attendere molte auto transitare a meno di prendersi un rischio importante nel ritorno in fast line.
Lo stesso Toto Wolff non ha biasimato la scelta strategica tuttavia, anche senza controprova, si può dire che il risparmio sarebbe stato comunque importante. Hamilton è uscito a 19 secondi dal leader, il suo passo era cosi superiore che – diversamente a quanto accaduto – avrebbe potuto gestire la gara in maniera inversa, con un timing delle soste più conveniente.
Il campione in carica si è ritrovato nella posizione di dover stressare gli pneumatici posteriori troppo presto, specie nel primo stint su medie, con lotte che si sarebbe potuto risparmiare. Prova ne è il fatto che la sua seconda sosta per montare le dure è stata piuttosto anticipata.
Il secondo momento chiave è stata la lotta forte con Alonso.
In conseguenza di quanto detto Lewis è costretto dallo spagnolo a restare dietro ben 10 giri, perdendo 2 secondi al giro sul suo passo teorico, congelando così un ritardo a quel punto fatale per la vittoria.
Ferrari non ha sfruttato la buona posizione di Sainz al restart.
L’unica Ferrari superstite è stata quella di Carlos Sainz che dalla quindicesima posizione si è ritrovato di fatto in coda a Ocon e Vettel.
Cosa è andato storto al pit stop?
In effetti un fattore che ha deciso la gara è stata la posizione della piazzola di sosta. Mentre Alpine e Aston Martin erano nella finestra migliore tra i primi per fermarsi e ripartire senza traffico, Sainz avevo molto meno margine, proprio Ocon e Vettel gli hanno impedito di mettersi in fast line inchiodando Tsunoda in slow line. Il giapponese è stato peraltro molto aggressivo nel rilascio della frizione passando il ferrarista, al limite dell’unsafe release.
Ma il problema vero per la Ferrari è stato Latifi.
Il box Williams essendo l’ultimo permette di trovarsi praticamente al semaforo con un buon pit stop mentre gli altri devono frenare a ridosso della coda.
Il pilota canadese ha condotto una buona gara perché la Williams ha una buona dose di carico sporco. In condizioni di bassa aderenza, questo aspetto unito alla Power Unit Mercedes in allungo gli ha consentito di tenere la posizione fino al termine dello stint.
Tornando a Sainz, secondo quanto appreso, la SF21 aveva una quantità di carburante più bassa di Leclerc. In teoria la sua gara doveva essere abbastanza attendista rispetto a quella di Charles, almeno nelle prime fasi sul bagnato che doveva durare almeno per quasi metà gara, partendo così indietro. Alla ripartenza viene chiesto allo spagnolo di essere più conservativo possibile. Altro chiaro motivo per cui gli stato difficile attaccare Tsunoda e Latifi. Cessato il rischio pioggia serviva carburante per la seconda parte di gara. Ciononostante la Ferrari è costretta a un fuel saving esteso.
L’altro ferrarista Leclerc non ha avuto una gara.
Leclerc è stato colpito da Stroll alla prima staccata con una manovra che ha fatto infuriare Mattia Binotto, il quale l’ha definita “incomprensibile per un pilota professionista”. Ferrari è convinta che la SF21 era stata preparata bene per la gara, seppur molto sotto le attese pre weekend, e avrebbe potuto centrare un grosso risultato. Ma è stata solo l’ennesima opportunità mancata di una prima metà di stagione che Leclerc ha valutato come “molto sfortunata”.
Da segnalare che entrambi i piloti Ferrari resteranno in Ungheria per effettuare i test Pirelli 18″ nella giornata di martedì.
Peggio è andata solo a Max Verstappen.
L’olandese era partito bene concretizzando il primo obiettivo della gara, ossia prendere posizione almeno su Bottas per tentare di giocarsi le sue chance contro Hamilton. Ovviamente è andata in maniera diversa. I danni alla sua vettura sono stati estesi e impossibili da ripristinare durante la bandiera rossa. Al limite del ritiro.
Secondo fonti Formu1a.uno la RBR16B ha riportato una perdita media di prestazione al giro quantificabile in 2.4 secondi! Qualcosa di più con il pieno di carburante e bassa aderenza, un pò meno nella fase finale. Verstappen ha lottato con un bilancio che cambiava di curva in curva, rendendo impossibile determinare un limite coerente e punti di riferimento solidi per attaccare.
Max ha mostrato una attitudine notevole e una grande guida, se cercava un buon allenamento dopo il crash di Silverstone l’ha trovato.
Autore: Giuliano Duchessa
Co Autore: Piergiuseppe Donadoni