F1 2022: Pirelli verso un futuro più competitivo, ma anche più sostenibile
Il 2022 vedrà molti cambiamenti in pista, a partire dalle vetture completamente rivisitate nelle forme, peso e aerodinamica. A fare da contorno – o, per meglio dire, a completare il quadro di una situazione completamente innovativa, che si prefigge l’obiettivo di aumentare la competitività e ridurre i gap tra i team – saranno i nuovi pneumatici Pirelli.
In conferenza con i media, Mario Isola, Head of F1 & Car Racing di Pirelli, apre una finestra sul futuro della Formula 1 dando qualche anticipazione sulla nuova costruzione studiata a tavolino con i team e la FIA.
Il primo cambiamento – quello più evidente – è relativo alla dimensione dei cerchioni, che aggiungeranno 5 pollici al compound da 13 ormai in uso in Formula 1 dagli anni ‘60. Un approccio sicuramente più moderno, che non modifica tanto la larghezza del battistrada delle nuove P Zero F1 quanto il diametro (da 660 millimetri a 720 millimetri) ed il fianco, più simile a quello di uno pneumatico stradale.
Le nuove vetture – più pesanti, e con una distribuzione di carico diversa rispetto alle ormai antenate F1 2021 – dovrebbero essere facilitate nei cambi di direzione da un profilo più basso (low-profile) oltre che meno sensibili alla cosiddetta “dirty air” in fase di inseguimento grazie ad uno pneumatico che flette di meno, riducendo così l’impatto aerodinamico delle turbolenze.
Non cambierà il numero di mescole disponibili (cinque per formati slick e due da bagnato) né l’allocazione delle stesse per i weekend di gara – che durante la pandemia era diventata “fixed” per tutti i team, che non hanno più potuto selezionare singolarmente i compound ma piuttosto scegliere dalla stessa selezione offerta agli altri. Resta ancora aperta la discussione relativa all’utilizzo delle termocoperte, con il paddock diviso tra l’approvazione di un ban (già previsto per il 2021, poi rimandato) e la richiesta di un periodo di transizione.
Anteprima dei nuovi cerchioni (che a partire dal 2022 saranno forniti da un unico supplier – l’azienda giapponese BBS) e del nuovo profilo pneumatico Pirelli da 18 pollici in esposizione al Salone dell’Auto di Tokyo
P Zero F1 2022: meno degrado, più competizione
Sebbene l’esperienza in Formula 2 con gli pneumatici da 18” sia stata utile per un primo paragone “reale” con le vecchie gomme da 13″, Isola rivela che non è stato certamente facile concepire uno pneumatico che potesse adattarsi ad una vettura ancora in fase di sviluppo. Tuttavia grazie alla collaborazione con i team e ad un metodico lavoro di simulazione, Pirelli è riuscita nell’impresa che aveva già compiuto nel 2017, quando i Regolamenti Tecnici modificarono l’aerodinamica delle monoposto allora in uso.
Durante la stagione 2021 tutti i team (fatta eccezione per Williams) hanno messo alla prova gli pneumatici direttamente su pista, mettendo a disposizione una vettura mulo (una prima bozza di “simulazione reale” delle vetture 2022, con sospensioni completamente rivisitate) nel corso di diversi testing days. Così facendo non solo Pirelli è stata in grado di raccogliere dati per una prima correlazione con le simulazioni, ma anche di far buon uso del feedback di team e piloti.
Ultimo Pirelli test del 2021: Charles Leclerc guida la “mule car” di Ferrari (con chassis della vecchia SF90) munita dei nuovi pneumatici Pirelli attorno al circuito di Yas Marina dopo il finale di stagione di Dicembre
Ed è proprio alle richieste dei team che Pirelli ha rivolto l’attenzione: i nuovi pneumatici dovranno essere in grado di sostenere pesi più elevati, ma anche far fronte ad una diversa distribuzione del carico aerodinamico, che nel 2022 sarà generato principalmente dal fondo delle monoposto. Pneumatici su cui sarà sì possibile “spingere” di più e per periodi di tempo superiori grazie ad una riduzione del tasso di degrado (dovuto più che alla robustezza dello pneumatico all’aumento della superficie a contatto con la pista), ma che avranno un “cliff” ben definito – un limite di chilometraggio da non superare purché si vogliano mantenere intatti i valori di performance.
Un target non facile da raggiungere, considerando che le vetture in Formula 1 sono molto diverse tra loro, e che i carichi aerodinamici variano a seconda del team – ma Pirelli è rimasta focalizzata su valori medi, e ha lavorato intensamente sulla riduzione del surriscaldamento (principale causa di un alto tasso di degrado), una finestra operativa “allargata” e un delta lap time ottenuto dalle simulazioni.
2021 VS 2022: un cambiamento notevole, e non solo nelle dimensioni – Illustrazione di Rosario Giuliana
Naturalmente ci sarà sempre l’opportunità per effettuare modifiche e fare “fine tuning” nel corso della stagione, ma come citato da Maria Isola nel corso della conferenza “il 2022 sarà un banco di prova sia per i team che per noi, avremo tutti l’occasione di mettere a punto eventuali ulteriori modifiche per il 2023. Lo sviluppo in Formula 1 non si ferma mai.”
Verso un futuro più sostenibile
Il prossimo 28 Gennaio Pirelli festeggerà 150 anni di attività nel motorsport – un secolo e mezzo di ricerca, fornitura e sviluppo che non s’arresta di certo con o alla Formula 1, ma anzi continua a ramificarsi nel contesto di più di 100 competizioni diverse. I programmi per il futuro del brand Italiano, uno dei marchi più conosciuti al mondo, prevedono una continua espansione – purché sia sostenibile per il pianeta.
Lo scorso Novembre Pirelli ha ottenuto le tre stelle dell’Environmental Accreditation Programme promosso dalla FIA – il più alto punteggio ottenibile per un progetto che si pone lo scopo di adeguare i partecipanti a misure atte a raggiungere i massimi standard ambientali.
L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni complessive di CO2 del 25% entro il 2025, nonché di approvvigionarsi di una quota pari al 100% di energia elettrica da fonte rinnovabile – cosa che gli stabilimenti europei di Pirelli fanno già.
Nell’ambito delle attività in Formula 1, è previsto dunque un incremento nell’utilizzo di materiali rinnovabili, l’eliminazione della plastica monouso dalle attività in pista (scelta già condivisa da alcuni team, tra cui Ferrari) ed una catena di attività completamente gestita secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale. In Bahrain Pirelli debutterà al pubblico anche le nuove divise, che Maria Isola anticipa saranno composte in parte – alcuni dettagli, ma che già fanno una piccola differenza – da materiali riciclati.
Con l’introduzione di nuovi carburanti sintetici (il primo – E10 – introdotto già a partire da questa stagione), la Formula 1 si avvia verso un futuro sempre più “green”, con un occhio di riguardo riservato all’ibrido per i prossimi regolamenti motoristici e lo scopo – anche a breve termine – di proporsi nuovamente come leader innovativo nel campo della sostenibilità.
Autore: Sara Esposito
Illustrazioni: Rosario Giuliana