F1 old style: tra incidenti, problemi e sorpassi

Paolo D’Alessandro
04/07/2022

Autore: Paolo D’Alessandro & Piergiuseppe Donadoni

La gara di Silverstone ci ha regalato un po’ di sano spettacolo da F1 old style. Le regole 2022 hanno, in parte, centrato il loro obiettivo e anche a Silverstone permesso lotte serrate in pista. Ciò che ancora non va, ma ce lo si poteva aspettare soprattutto nella prima fase di questa nuova generazione di vetture, sono i valori ancora distanti tra le varie Scuderie, con i top team, come Ferrari e Red Bull, a breve forse anche Mercedes, che hanno tanto margine sulle inseguitrici. La Mercedes è ancora nella terra di nessuno o per lo meno lo era prima di Silverstone dove è stato introdotto un importante aggiornamento che ha fatto fare un passo in avanti alla W13. Vettura che sarà comunque da valutare su asfalti meno lisci e piste con caratteristiche diverse da Silverstone, favorevole alla macchina anglo tedesca.

Vedere le battaglie in piste con macchine molto vicine tra Maggots e Becketts o Charles Leclerc che sorpassa Lewis Hamilton a Copse dall’esterno, con gomme Hard usate mentre il sette volte campione del mondo poteva contare con Soft nuove, è stato qualcosa che avrà fatto saltare in piedi molti appassionati del Motorsport per eccellenza, non solo i tifosi della Ferrari. La dura lotta tra Perez, Hamilton e il monegasco stesso, finito in quella mischia per una gestione tutt’altra che felice del muretto Ferrari, ci ha dato modo di vedere come queste macchine possono stare vicine, seguirsi e affiancarsi anche nelle veloci curve di Silverstone. Secondo un ingegnere, inseguendo nel veloce di Maggots e Becketts, non si perdeva più di 2-3 decimi con questa nuova generazione di vetture, valore più che dimezzato rispetto alla precedenti vetture.

La FIA e l’Halo hanno salvato due vite ma la sicurezza non è mai troppa 

Lo spettacolare incidente di Silverstone occorso al pilota cinese della Alfa Sauber, Guanyu Zhou, fortunatamente senza gravi conseguenze, ci ha ricordato come il lavoro che la Federazione ha svolto e sicuramente continuerà a farlo in termini di sicurezza non deve mai finire. Jean Todt ci ha tenuto a sottolinearlo anche sul proprio account Twitter, sottolineando come sia contento di aver spinto per l’introduzione dell’Halo, anche contro il parere di molti. Tra i fautori di questo progetto, c’è anche Laurent Mekies, attuale ‘braccio destro’ di Mattia Binotto in Ferrari, che ha lavorato a questa soluzione nel ruolo di capo della Sicurezza nel periodo in cui lavorava alla FIA. Ai tempi l’introduzione fece molto discutere per il fattore estetico, inutile nasconderlo, ma alla fine il sempre diretto Kimi Raikkonen aveva ragione. “Dopo qualche gara non ci faremo neppure più caso”. Così è stato.

Non ci si fa più caso, tranne quando salva le vite ed è lì che ci viene da affermare sempre “Santo Halo”. La dotazione di serie in termini di sicurezza e i controlli sempre più rigidi imposti dalla FIA hanno sì fatto aumentare ulteriormente il peso limite delle vetture nel corso degli anni e anche di questo 2022 ma il pauroso incidente di Zhou ha sottolineato che la strada è quella giusta. I controlli dei crash test nel tempo si sono inaspriti e questo rende impossibile dare una spiegazione al perché il Roll-Bar di Guanyu Zhou si sia completamente distrutto al primo impatto con l’asfalto. Durante l’inverno, il team svizzero ha lavorato in modo incredibile sulla riduzione del peso, utilizzando alcune soluzioni tecniche molto interessanti. Tra queste, una applicata proprio all’airscope, dal coltello centrale con fini prettamente strutturali, chiamato internamente ‘rollover blade’; non una novità assoluta della vettura 2022, tuttavia, una soluzione che ha aiutato in modo importante a contenere il peso della C42. Una tipologia di airscope simile era stata introdotta da Mercedes nel 2010, con una lama molto sottile che la Fia ha poi considerato pericolosa ed è intervenuta modificando il regolamento. E’ proprio per questo che la lama centrale della C42 è molto più spessa rispetto a quella della W01. Un airscope che ha chiaramente passato i severi test imposti dalla Federazione, quelli che impongono di sostenere carichi laterali equivalenti a 60 kN lateralmente, longitudinali pari a 70 kN e verticali di 105 kN. In questo caso, la struttura dell’airscope ha assorbito chiaramente l’impatto iniziale, da qui il distacco completo dalla vettura, lasciando poi all’Halo la protezione della testa del pilota cinese.

Illustrazione Rosario Giuliana

E’ difficile anche vedere una F1 che impenna in quel modo e si ribalti, ma i sistemi di sicurezza sarebbe opportuno rimanessero sempre integri, come è successo all’Halo e alle strutture laterali dell’Alfa Romeo che hanno protetto il pilota in quella spaventosa ‘giravolta’ fino alle barriere. Anche in Formula 2 abbiamo assistito ad un incidente che senza Halo avrebbe creato enormi problemi a Roy Nissany, dopo che la vettura di Hauger è saltata sopra un cordolo per poi atterrare con la ruota anteriore destra e il fondo nella zona delle testa del pilota israeliano. L’Halo ha impedito che ciò avvenisse, tenendo al riparo il pilota che si era ritrovato sotto all’altra macchina, scongiurando così ogni pericolo di morte. “Ho visto dopo la gara cos’è successo ed è incredibile come Zhou sia riuscito ad uscire senza problemi. Spesso critichiamo la FIA ma gli va riconosciuto quanto abbiano lavorato in tema sicurezza. Oggi hanno salvato 2 vite.ha commentato a fine gara il vincitore del GP, Carlos Sainz.

Passi avanti da gigante. Sicuramente lo spaventoso incidente avrà causato lo shock di molti, ma al tempo stesso ha dato una prova ulteriore di come la F1 si sia evoluta in termine di sicurezza e di quanto questi piloti, pur rischiando con questa scelta di vita, debbano e vengano sempre messi nelle migliori condizioni di sicurezza di correre. E tutto questo permette loro anche dopo un inizio di questo tipo, di andare ‘flat out’ fino alla bandiera a scacchi.

Da sottolineare anche come la macchina di Gasly, con quel doppio tocco a destra e a sinistra di Zhou e Russell che ha innescato l’incidente, non abbia danneggiato le sospensioni; anche la W13 di George Russell aveva perso solamente la gomma posteriore sinistra per via del contatto con l’ala anteriore del francese, tanto da spingere l’inglese più volte a provare a recuperare la sua vettura ma il regolamento, come ribadito da Toto Wolff al termine della gara, è chiaro; una volta ricevuto il soccorso dei Marshall, la macchina non può essere in nessun modo rimessa in pista. Resta comunque il grande gesto del pilotino inglese che, una volta capita la possibile gravità dell’incidente a Zhou, è sceso immediatamente dalla vettura per capire come stesse e chiamare i soccorsi. Inoltre, nello stesso momento, Alexander Albon ha avuto un altro incidente importante. Davanti a lui le macchine hanno rallentato sia per l’incidente già raccontato, che per affrontare la prima curva e questo ha costretto il tailandese a frenare, perdendo il controllo della macchina per via dello strano tamponamento di Sebastian Vettel. La struttura frontale della macchina di Albon ha retto bene l’impatto con il muretto di destra e per fortuna, seppur coinvolti, sia Ocon che Tsunoda hanno riportato solo danni alla macchina, evitando impatti più bruschi con Albon ‘esposto’ ad un tamponamento laterale, finendo di traverso in mezzo alla pista.

Non solo gli incidenti, diversi problemi hanno condizionato la gara di Silverstone 

La gara comunque è ripresa e se a vincere è stato Carlos Sainz, con Sergio Perez e Lewis Hamilton a completare il podio; la gara di tanti altri piloti è stata fortemente condizionata da vari eventi. Charles Leclerc non ha goduto della più felice delle strategie mentre Max Verstappen ha accusato una grossa perdita di carico aerodinamico, di circa il 20% del totale secondo la squadra anglo austriaca, a causa di un detrito che ha danneggiato il suo fondo.

Durante la gara abbiamo assistito anche ad un incidente tra compagni di gara. Yuki Tsunoda, in modo un po’ troppo ottimistico, ha attaccato il suo compagno di squadra all’interno della curva 3, andando però troppo sul cordolo e perdendo il controllo della sua AlphaTauri. Questo ha portato all’incidente, causando un testacoda per entrambi. Gara dunque rovinata quando entrambi, su un circuito ostico, erano riusciti a mettersi in zona punti. Oltre il danno la beffa per Pierre Gasly. Il pezzo infatti che ha danneggiato la gara di Verstappen veniva proprio dalla sua AlphaTauri, lasciato in pista dopo il contatto con il giapponese. Inoltre per lui la gara è terminata con un ritiro a causa dell’ala posteriore danneggiata che la FIA non ha ritenuto ‘sicura’, esponendo la bandiera nera e arancione costringendo al ritiro il francese.

Ritiro anche per Esteban Ocon, autore della Safety Car che ha ribaltato il finale di gara. Il francese si è ritirato per un problema alla pompa della benzina, un elemento che sta dando tanti problemi ai team, nonostante due delle tre pompe montate sulla vettura siano pezzi ‘standard’, prodotti da Magneti Marelli e Bosch. Valtteri Bottas invece si è ritirato a causa di un problema al cambio che ha spinto la squadra a ritirare la macchina a scopo preventivo, per evitare ulteriori danni. Non si è ritirato ma la gara di Daniel Ricciardo è stata penalizzata da due problemi. Uno non ben identificato, ma relativo alla mancanza di carico aerodinamico, su cui il team investigherà, il secondo relativo al DRS che lo ha costretto ad un ulteriore PitStop ma che non risolto pienamente il problema visto che l’australiano non ha più potuto utilizzare per la fine della gara.

Tutto è bene quel che finisce bene, ma tra incidenti, affidabilità e lotte ruspanti di una F1 Old Style, Silverstone è stato certamente uno Spot per la Formula 1 a 360°.

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