Il fine settimana del GP d’Ungheria era considerato come un fine settimana importante per la Ferrari, invece cruciale per la Red Bull a detta proprio di Max Verstappen. Il team campione del mondo attendeva infatti delle importanti risposte dalla pista, facendo debuttare in pista il pacchetto più importante della stagione sin qui corsa, per provare il sorpasso nei confronti di una Mclaren che, da Miami in avanti, ha mostrato di essere mediamente la prima forza di questa F2 2024. Il risultato è stato deludente, con Max Verstappen che nemmeno in Ungheria è riuscito a vincere e l’ultima volta che il tre volte campione del mondo non lo aveva fatto in tre appuntamenti consecutivi era più di 2 anni e mezzo fa, ossia nella tripletta di gare Brasile, Qatar e Arabia Saudita (2021).
Mclaren vs Verstappen: la MCL38 è tutta un’altra vettura rispetto a quella vista in Bahrain
Non deve sorprendere che la Mclaren sia arrivata in Ungheria con i favori del pronostico e questo dimostra l’importante lavoro del team diretto da Andrea Stella. La MCL38 che ha debuttato a Miami è da considerarsi una vettura molto diversa da quella che ha corso le prime gare, non solo in termini di novità tecniche ma anche come caratteristiche, se si pensa che l’ingegnere italiano aveva chiaramente definito il Bahrain come una pista poco adatta alla vettura papaya, per via dell’estrema durezza nella gestione del surriscaldamento del treno posteriore. In maniera sicuramente meno impegnativa, l’Ungheria è infatti da considerarsi un tracciato rear limited, similmente al Bahrain, dove l’asse posteriore è stato messo a dura prova anche da temperature piuttosto elevate della pista (vicine ai 50°C a inizio gara).
Il confronto Bahrain – Ungheria è chiaramente un esercizio puramente numerico ma rende l’idea dell’incredibile recupero tecnico messo in atto dal team di Woking, se si pensa che nella prima gara il distacco medio sul passo gara tra Verstappen e Norris era di 8 decimi a favore del campione del mondo, con una MCL38 che mangiava le gomme rispetto alla RB20. In Ungheria, il tutto si è ribaltato con Mclaren che ha mostrato un passo migliore di almeno 2 decimi su Max, il che significa 1 secondo recuperato in sole 13 gare e degli sviluppi portati durante la stagione pienamente centrati negli obiettivi (sia tecnici che cronometrici). La vettura del team di Woking è diventata la migliore sugli pneumatici ma d’altronde Stella era stato molto chiaro proprio in ingresso al mondiale 2024, parlando di una MCL38 dalla buona base per lo sviluppo e con ancora molto potenziale da estrarre. “Alcuni dei nostri punti deboli sono stati migliorati, penso al grip sul posteriore, ma ora dobbiamo aggiungere ancora prestazioni aerodinamiche e estrarre quel margine che ancora abbiamo dal punto di vista meccanico e a livello di interazione con le gomme” aveva affermato il TP italiano. Tutti obiettivi che sembrano essere stati raggiunti anche piuttosto facilmente dopo 13 fine settimana corsi.
Mercedes: alla W15 non piacciono i circuiti rear limited e il caldo ma il recupero nei confronti di Red Bull è importante
Dopo la Mclaren, il team che ha fatto un passo in avanti veramente importante dal Bahrain è certamente la Mercedes. In casa dell’ex team campione del mondo c’era molta attesa per il GP d’Ungheria, per verificare i passi in avanti tecnici su un tracciato poco congeniale alla W15, dopo delle condizioni perfette trovate invece a Silverstone, con la conseguente vittoria di Lewis Hamilton. “Quali aspettative avevamo? E’ nella mente umana crearsi aspettative, ma era chiaro che il layout di Budapest e il caldo non erano fattori favorevoli per noi mentre avrebbero aiutato altre squadre. Aver fatto un podio è quindi sicuramente positivo” ha affermato Toto Wolff nella canonica conferenza post gara. In Ungheria si è confermata l’analisi fatta nel post Silverstone e che Andrew Shovlin ha illustrato chiaramente in conferenza stampa a Budapest. “Silverstone era decisamente adatta alla nostra macchina. È una pista front-limited e le condizioni erano più fresche. Abbiamo invece ancora da recuperare della prestazione nei circuiti rear limited e con il caldo” ossia proprio la combinazione di fattori del fine settimana ungherese.
La W15 presenta infatti ancora un posteriore problematico. In Ungheria hanno debuttato delle novità meccaniche proprio in quella macrozona dell’auto, che non hanno però risolto appieno i problemi. “È stato positivo vedere i passi avanti che abbiamo fatto in condizioni più calde, anche se c’è ancora molto lavoro da fare“ ha fatto sapere Toto Wolff. Il posteriore della W15 ha continuato infatti a muoversi molto e a tendere velocemente al surriscaldamento, soprattutto sulla vettura di Hamilton, non permettendo ancora alla W15 di performare quanto la Mclaren. Tuttavia, la rimonta tecnica nei confronti di Red Bull è importante e appena minore a quella della Mclaren, anche se Toto Wolff crede che la P3 di Lewis Hamilton in Ungheria sia arrivata grazie ad una esecuzione della gara migliore da parte del proprio team rispetto alla Red Bull. “Non sono sicuro che fossimo più veloci di Max oggi. L’abbiamo battuto in pista, ma sul passo penso non fossimo più veloci.” ha fatto sapere il TP austriaco, di un team che è a 81 punti dalla terza posizione nel Costruttori, occupata attualmente da una Ferrari che si è involuta in modo preoccupante, così come la Red Bull. “P3 nel Costruttori? Possibile, anche se i valori cambiano molto in base agli aggiornamenti. E’ un obiettivo ma non sarà facile” ha concluso Toto Wolff, che sta a capo di un team che negli ultimi cinque appuntamenti ha certamente dimostrato di essere mediamente terza forza davanti alla Ferrari.