La stagione della Ferrari, tolta Singapore e qualche altro lampo della SF-23 e dei suoi piloti in circuiti che si sposavano bene con le caratteristiche del progetto 675, è stata deludente. Quando gli uomini di Maranello hanno capito che il 2023 sarebbe stato un continuo delle difficoltà mostrate nella seconda parte dell’anno precedente? Sin dai primi chilometri percorsi nello shakedown di Fiorano dello scorso febbraio, dove la vettura non rispondeva come i tecnici della squadra italiana si aspettavano. A fine stagione, Leclerc e Sainz hanno chiuso a soli 5 punti di distanza, tuttavia, è stato il numero 55 a firmare l’unica vittoria stagionale, grazie ad una miglior comprensione della vettura dopo la pausa estiva e sbloccando della prestazione sulla SF-23 con degli assetti maggiormente digeriti dallo stile di guida dello spagnolo. Nonostante le molte lamentele relative ad un anteriore effettivamente debole, uno dei talloni d’Achille della SF23, l’inizio di stagione di Leclerc era stato comunque buono in termini di prestazioni rispetto al compagno di squadra. Ma i passi in avanti più importanti si sono mostrati nel finale di stagione – dopo l’introduzione del fondo in Giappone – che ha permesso al giovane talento cresciuto nella Ferrari Driver Academy di esprimere il suo vero potenziale.
Ad inizio stagione, il Leclerc migliore in qualifica poi a uscire è stato Sainz grazie all’aggiornamento di Barcellona
Nonostante il difficile avvio di stagione di tutta la squadra italiana, per il monegasco, il distacco inflitto al proprio compagno di squadra non è mai stato così ampio durante la stagione appena conclusasi, quando la SF-23 era una vera e propria macchina ‘da qualifica’ mentre soffriva enormemente la gestione gomme in gara. Stiamo parlando di un distacco attorno ai 3 decimi di secondo, con una forte predominanza di Leclerc nei settori più lenti. Sainz ha ‘vinto’ nella qualifica australiana, segnata dal meteo incerto e altri fattori, e ha sfruttato l’errore di Leclerc a Miami. In gara la situazione non è stata molto diversa, seppur il passo sia stato influenzato dall’errore di Leclerc a Miami e dalla penalità in Arabia, con un distacco comunque attorno ai due decimi al giro sino al primo GP in terra americana.
Tuttavia, dalla Spagna è come se fosse iniziato un nuovo mondiale. La SF-23 è diventata un’altra vettura, grazie agli importanti, anche visivamente, aggiornamenti portati in pista dagli uomini di Maranello. Il cambio di filosofia, che ha avvicinato (ma non replicato) la SF-23 al concetto aerodinamico di Adrian Newey e la Red Bull, ha indirettamente aiutato Carlos Sainz a raggiungere le prestazioni del compagno di squadra. Il bilanciamento della vettura si è rivelato maggiormente instabile, soprattutto con setup “più spinti in avanti”, permettendo allo spagnolo di pareggiare le prestazioni del proprio compagno di squadra, che ha perso molto nei settori con curve a media e bassa velocità, non potendo più contare su assetti meno sottosterzanti che esaltano il suo stile di guida. Dopo la pausa estiva, grazie ad una miglior comprensione, è stato sbloccato della ulteriore prestazione, che ha permesso a Sainz, tra Monza e Singapore, di ottenere due Pole Position e una vittoria, le uniche settimane dove prestazionalmente lo spagnolo si è dimostrato veramente superiore al compagno di squadra, che a breve potrebbe firmare il rinnovo con il team di Maranello. Tra giugno e settembre, i due sono stati separati da pochissimi millesimi in termini assoluti e, in particolare, è diminuita la facilità e l’efficacia con cui Charles è riuscito a gestire gli pneumatici in gara, portandolo a un livello simile (e a volte inferiore) a quello di Carlos.
La SF-23 torna più neutra da Suzuka e torna il ‘vero’ Leclerc
L’ultimo aggiornamento stagionale introdotto a Suzuka, un nuovo fondo come successe nello sviluppo della F1-75 (2022), pensato per avere una SF-23 più neutra, aumentandone le possibilità di assetto, piuttosto che migliorare le prestazioni assolute della monoposto, ha consentito di tornare ad ammirare il “vero” Leclerc sia in qualifica che in gara. Il distacco in qualifica è tornato superiore ai due decimi, con guadagni da parte del monegasco in sezioni a media e alta velocità rispetto a metà stagione e le ben tre pole position e cinque prime file nelle ultime sette gare testimoniano questo passo avanti. Da quel momento, la Rossa ha anche fatto buoni passi in avanti nella gestione delle gomme. La domenica, infatti, si è visto un buon cambiamento, con la gestione gomme non più un grandissimo punto debole – seppur non ancora a livello della Red Bull e Verstappen – specialmente sulla mescola di mezzo in molti Gran Premi. Il gap in gara tra i due è stato di 3 decimi negli ultimi sette appuntamenti, che ricorda il distacco visto in quella positivissima prima parte del 2022, quando Leclerc aveva confermato i passi avanti fatti nel biennio nero precedente, grazie a una F1-75 che al monegasco piaceva molto.
In termini globali, il distacco tra la Ferrari SF23 e la Red Bull RB19 si è aggirato tra i cinque e i sei decimi nelle ventidue gare stagionali, partendo da un distacco di sette decimi al giro da Verstappen nei primi appuntamenti e terminando mediamente a poco più della metà (4 decimi). “La Red Bull ha vinto con 17 secondi di vantaggio ad Abu Dhabi e non ha nemmeno sviluppato la macchina da agosto. Questa è sicuramente una preoccupazione.” ha giustamente sottolineato Lewis Hamilton nel post gara dell’ultimo GP dell’anno. Se Red Bull è vero che non abbia massimizzato lo sviluppo della monoposto sia per scarsa necessità che per scarse risorse (economiche e non), anche la Ferrari non ha voluto spingere troppo nello sviluppo di una fortemente ‘limitata’ SF-23. Ora dipende tutto da come lavoreranno in fabbrica le varie scuderie. “Abbiamo imparato molto sulla macchina e ora dipende solo dalla squadra. Sanno cosa devono fare. Se arriveremo a Red Bull o meno, lo vedremo in Bahrain.” ha fatto sapere Hamilton. Il distacco da ricucire per i primi inseguitori è di quasi mezzo secondo, in poche parole, prendendo l’esempio della squadra di Maranello, dovrebbero recuperare in un inverno più di quello che hanno recuperato nel corso di una stagione intera.
Autori: Andrea Vergani & Piergiuseppe Donadoni