La qualifica di Melbourne si è conclusa con la solita pole position di Max Verstappen. Seconda posizione per uno stoico Carlos Sainz e la sua Ferrari SF-24 che, solo due settimane dopo l’operazione di appendicectomia, è riuscito a giocarsi la pole position con il tre volte campione del mondo. Al terzo posto Checo Perez, che è però stato retrocesso in sesta posizione per un impeding nei confronti di Hulkenberg. Norris è salito così in terza posizione, con una sorprendente Mclaren, mentre la delusione di giornata, Charles Leclerc, partirà in quarta posizione. La Mercedes ha confermato i problemi mostrati già nella giornata di ieri, finendo in P7 con Russell e addirittura in P11 con Hamilton.
Sainz aveva le potenzialità per stare più vicino a Verstappen
La Ferrari arrivava alla giornata odierna da favorita per la pole position, con più certezze per quanto raccolto e mostrato in pista rispetto ad una Red Bull in difficoltà nel lento ma, certamente, con molto potenziale inespresso. Il fine settimana dell’Australia è anche uno dei più complicati in termini di passi in avanti in termini di setup per le varie squadre, poiché “ogni giorno è a se stante”, come ha detto Fred Vasseur nella giornata di ieri. E’ fondamentale riuscire a seguire la forte evoluzione della pista, non solo da un’ora con l’altra ma anche tra uno spezzone di qualifica e l’altro.
La Ferrari SF-24 è un miglior compromesso tra prestazione in qualifica e quella in gara, non eccelle più il sabato ma non affonda nemmeno la domenica. Il team di Maranello aveva il potenziale per far segnare la pole position in questo appuntamento, tant’è che in casa Red Bull sono rimasti sorpresi della prima posizione di Verstappen, ma quest’anno serve far tutto perfettamente, proprio quello che hanno fatto quest’oggi il pilota olandese e il suo team. Domani poi è di nuovo un altro giorno. Nel team di Maranello invece si sono commessi degli errori. Senza mettere in dubbio l’enorme prestazione di Carlos Sainz, non si può non sottolineare come la sua Ferrari SF-24 aveva la possibilità di stare molto più vicina di quei 270 millesimi che lo hanno separato da Max Verstappen. Un approccio troppo aggressivo nelle veloci curve 9 e 10 gli ha fatto perdere oltre 3 decimi dal crono dell’olandese e quasi 2 decimi su quello del suo giro precedente. “La macchina mi ha sorpreso in alcune curve quando abbiamo iniziato a regolare i flap. Non è stato un giro pulito, non avevo fiducia nelle curve veloci. Questo mi è costato qualcosa in Q3 nelle curve 9 e 10.” ha affermato lo spagnolo.
Leclerc in ‘rincorsa’ per tutta la qualifica
Mentre la giornata di ieri era stata valutata come il venerdì più positivo dell’anno in casa Ferrari, non si può dire la stessa cosa quest’oggi soprattutto per l’opaca prestazione di Charles Leclerc, finito addirittura dietro alla Mclaren di Lando Norris. Solo la posizione guadagnata nei confronti di Perez può rendere più positivo il suo sabato australiano, soprattutto perchè poteva essere un cliente molto fastidioso in una ipotetica risalita. Il monegasco si è detto non così soddisfatto della sua Ferrari SF-24 sin dalle terze prove libere, segno che i cambiamenti apportati durante la notte, per seguire l’evoluzione della pista, non abbiano dato i risultati sperati, ed anche durante la sessione di qualifica era evidente il suo poco feeling con la SF-24. Non devono sorprendere quindi le tante prove effettuate dal monegasco e dal suo team per provare ad uscirne, sia in termini di out lap, più lenti o più veloci di parecchi secondi, o in termini di setting dell’ala anteriore. “Ieri, tutto era perfetto, tutto andava bene. Oggi invece abbiamo avuto uno o due problemi, principalmente dovuti alla preparazione delle gomme. E non credo di aver fatto un buon lavoro oggi.” ha fatto sapere il monegasco, che voleva un anteriore meno sottosterzante. Ricordiamo che la Pirelli ha alzato le pressioni di 1 PSI tra le FP2 e le FP3. Comunque, mentre la pista sembrava andare nella direzione di aiutare proprio l’avantreno, con la Red Bull che ne ha subito enormemente beneficiato, Leclerc ha voluto fare un importante cambiamento sul carico della propria ala anteriore, chiedendo addirittura ben ‘5 click’ in più. Ne è uscita una macchina quasi inguidabile, passata all’opposto, quindi con un enorme sovrasterzo che lo ha costretto ad abortire l’ultimo tentativo.
A sorprendere nella qualifica odierna è stata soprattutto la Mclaren, pur manifestando sempre una grossa difficoltà nelle parti lente del tracciato, come curva 3 e curva 13, dove la MCL38 si è presa praticamente il distacco tra i due a fine giro. Il nuovo alettone posteriore, con la parte di ala mobile tagliata, ha dato dei buoni effetti in rettilineo. In casa Mercedes invece restano ancora moltissimi dubbi, pur tornando alla specifica di fondo Launch Spec, che sembra aver dato del boost alla W15 nel veloce ma averla rallentata nelle parti lente, che non sono state troppo dissimili da quelle della Mclaren. La coperta è corta a Brackley e la finestra di funzionamento sempre molto piccola rimane un grosso problema, che non fa esprimere costantemente il vero potenziale della vettura inglese. Per quanto riguarda Aston Martin, c’era invece la possibilità di stare davanti alla W15 di Russell, ma un’escursione fuori pista di Alonso non gli ha permesso di effettuare con fiducia l’ultimo tentativo. La notizia positiva è che dovrebbe essere riparabile ma soprattutto a Melbourne è presente un fondo di riserva e quindi lo spagnolo potrà, nel caso e dopo le dovute verifiche, averlo a bordo domani sulla sua ARM24. Lance Stroll ha invece quasi perso il controllo della sua vettura tra curva 9 e 10, senza fortunatamente uscire di pista ma facendogli perdere molto tempo.
La gara comunque si preannuncia interessante, considerando che domani sarà un’altra giornata a sé stante e non è assolutamente detto che i valori visti quest’oggi in pista, si confermeranno. Sarà una gara lunga, dove il graining potrebbe farla da padrone. “In base ai dati raccolti in queste due giornate, è altamente probabile che ci saranno due pit-stop, con la combinazione Medium-Hard-Hard come la più veloce.” – ha fatto sapere Mario Isola alla fine delle qualifiche, spiegando quali sono i maggiori punti di domanda per cui i team non avranno risposte sino alla giornata di domani – ”Nessuno ha provato la mescola più dura quindi c’è un’incognita supplementare, anche se la C3 è la mescola più conosciuta in assoluto fra le cinque omologate quest’anno. La gestione del graining sarà certamente un fattore determinante, visto che su questo tracciato non è un fenomeno che diminuisce considerevolmente man mano che la pista si gomma, come avviene su altre piste.”