Ferrari conservativa in Bahrain, ecco perché il gap potrà ridursi

Piergiuseppe Donadoni
31/03/2021

Ferrari conservativa in Bahrain, ecco perché il gap potrà ridursi

Dopo lo slittamento in avanti, molto avanti (a novembre), dell’Australia, il gran premio del Bahrain di fine marzo era veramente molto atteso.

Non ha deluso le aspettative e di sicuro non ha annoiato.

Il fatto di aver testato (molto brevemente) le vetture sullo stesso circuito ha dato una vaga idea di quello che avremmo potuto aspettarci al primo appuntamento. In effetti il weekend di gara non poteva che diventare un prolungamento naturale dei test invernali. È stato così in buona sostanza.

Soffermandoci sulla Ferrari, che dai dati in nostro possesso,  riguardanti le simulazioni, avevamo piazzato tra il 6’ e 8’ posto in simulazione gara, possiamo scorgere quel deciso passo avanti definito da Binotto “in tutte le aree”.

Non di meno la SF21 ha potuto girare con una configurazione di ali molto cariche ma, a quanto capito, ancora non nella maniera ideale.

Comunque più di Alpha Tauri che era diretta rivale, e persino Alfa Romeo che ha lo stesso motore. Tutto sommato il passo è stato decente mentre era andata meglio la Qualifica. Sul giro veloce, il buon bilanciamento iniziale ha trasmesso fiducia ai piloti, in particolare Leclerc, che man mano, arrivando a fari spenti, ha portato molto in alto il limite.

È vero che nel 2020 abbiamo visto alcuni miracoli di Charles, ma in una situazione differente cioè di continua emergenza e comunque non in Bahrain, dove anche lui ammette di non gradire troppo il layout e la curva di degrado dell’asfalto.

A Maranello sono riusciti ad ottimizzare molte aree della monoposto che, non può essere perfetta certo, ma che non è ancora del tutto compiuta. In un certo senso è come se fossimo a metà test, va ulteriormente sgrezzata iniziando da alcuni accorgimenti previsti per Imola. Questo discorso vale in generale, perciò non possiamo dire che la progressione di recupero continuerà ad essere la stessa per tutti. Tanto meno per Ferrari. I valori potrebbero assestarsi massimo entro due mesi dopodiché ogni team andrà avanti con quel che ha e si tratterà di piccole differenze dettate dalla pista, dai piloti in rapporto alle preferenze di guida, dal lavoro degli ingegneri.

Tornando a Sakhir, Ferrari sembra abbia voluto (o dovuto) tenere qualche CV a riposo per un scelta apparentemente cautelativa riguardo l’affidabilità. Avrebbe potuto estrarre ulteriore prestazione (0”15) dal setup e tuning PU su una pista dove questo aspetto è il più incisivo.

Tra venerdì e sabato si è aggiustato il bilanciamento optando per una lieve riduzione di ala sacrificando un po’ il passo gara pur di non sollecitare (per ora) il motore (parte ibrida compresa).

La SF21 (anche con Alfa, che avendo una vettura molto efficiente si è ben difesa in termini di velocità massime) è la vettura che più ha sofferto il “clipping” negli ultimi 200 metri full gas di fine rettilineo principale. Poi Mercedes. Red Bull molto meno. Difendendosi egregiamente negli altri due rettilinei.

Dei sei decimi e qualcosina presi dalla RB16B di Max Verstappen, tutti in curva, ben due sono stati accusati nei 600 metri di snake tra uscita di curva 4 e l’attacco di curva 8.

Ferrari ai test riteneva di essere a circa 20 CV da Mercedes (simile a Honda), 4 decimi in Bahrain, potrà aumentare di 5 CV se riuscirà a risolvere piccoli ‘fastidi collaterali’ portandosi a 15 CV di distacco. Sarebbe un ottimo risultato. Sempre che Mercedes non risolva velocemente alcuni piccolini problemi all’endotermico della sua PU, come accennato nell’analisi dello scorso sabato.

In più, riuscendoci, potrà avere un effetto positivo sugli pneumatici generando downforce ‘utile’ all’anteriore. Quando si ha a che fare con tracciato da carico medio alto e cambi di direzione (come Imola) è importante permettere ai piloti una certa aggressività in ingresso, possibile solo se il retrotreno deve essere bilanciato adeguatamente.

È chiaro che non è la cura di tutti i mali, perché la SF21 fa i conti con un telaio e un’anteriore inferiore ai rivali.

Ma questo consentirebbe comunque di rispondere in maniera adeguata alle ottime Mclaren e Alpha Tauri, senza dimenticare Aston Martin (quando e se arriverà), per la lotta al il 3’ posto costruttori.

Autori: Giuliano Duchessa e Piergiuseppe Donadoni

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