Ferrari non crede nel podio a Monaco

Piergiuseppe Donadoni
18 Mag, 2021

Ferrari non crede nel podio a Monaco.

Così come altri appuntamenti, il Gran Premio di Monaco è rimasto fuori dal calendario 2020. 

Ricordiamo che il Covid ha impedito lo svolgimento o il riposizionamento di gare cittadine, le quali, a differenza degli impianti permanenti, necessitano di largo anticipo per la propria organizzazione e soprattutto nessuna incertezza per lo svolgimento del programma. 

Quindi la F1 torna a correre nel Principato di Monaco dopo due anni.

Come tutti sappiamo è un tracciato dove si lavora a ‘bassa’ velocità ma allo stesso tempo sui millimetri. Un circuito su cui i team devono fare un sacco di aggiustamenti alla macchina. Il problema potrebbe essere ritrovare quel margine il giovedì, con pochissimo tempo a disposizione e molto traffico.

Dobbiamo aggiungere a questo, i mancati riferimenti che si ereditano nell’ultima edizione, utili per aggiornare sempre quei dati che sono una base per l’edizione successiva. Anche se secondo Mercedes la cancellazione del 2020 non avrà un ruolo così importante, poiché Monaco ormai non è più una sorpresa per i vari team.

Le vetture 2020 sono state globalmente le auto con più carico dell’era ibrida, di conseguenza anche le più veloci in curva, quindi anche nel lento.

I gran premi precedenti, in ultimo Barcellona, hanno dimostrato che per ora non si è ancora tornati a quel livello, a dispetto delle previsioni tecniche dei team che hanno sottostimato l’effetto delle limitazioni.    

Temi che lasciano aperti scenari non così prevedibili. Lewis Hamilton con la W10 ha vinto nell’ultima edizione, resistendo agli attacchi di Max Verstappen poi penalizzato per un unsafe release nei confronti Bottas in pit lane.

I campioni del mondo avrebbero probabilmente dominato l’edizione 2020 impensieriti forse solo da Max, d’altra parte va notato come Montecarlo sia un circuito su cui negli ultimi anni abbiano avuto sempre qualche incertezza in più, anche in stagioni archiviate molto presto: nel 2018 ci fu l’ultima vittoria di Ricciardo fino a questo momento, nel 2017 la doppietta Ferrari con Vettel e Raikkonen.

Oggi Montecarlo rappresenta un appuntamento molto atteso e affatto scontato. 

Mercedes esce dal Montmelò piuttosto rincuorata dalla crescita dimostrata, specialmente riguardo la corretta capacità di gestione in gara degli pneumatici. RedBull da la sensazione di poter disporre ancora di qualcosa in più in qualifica. 

In questo caso però né l’usura, né la stabilità alle alte velocità saranno un tema. Mentre bisognerà valutare il comportamento meccanico su un setup totalmente atipico.

“Sulla carta penso che la Red Bull a Monaco dovrebbe essere migliore di noi”, ha detto Shovlin. “A Barcellona noi abbiamo già guidato con il nostro pacchetto da massimo carico aerodinamico mentre Red Bull lo ha utilizzato solamente venerdì ma non in gara”.

Secondo Mercedes, la RB16B ha più carico aerodinamico della W12. E il carico aerodinamico è la chiave per la vittoria nelle strade strette di Monaco.

Il settore 3 di Barcellona va preso con le molle, ma ha dato indicazioni circa l’agilità delle vetture. Red Bull al top mentre Ferrari da inizio stagione ha mostrato con coerenza delle basse velocità interessanti su layout differenti, potrebbe essere la terza incomoda su questa tipologia di tracciato.

Ma nessuno a Maranello crede realisticamente, e senza problemi ‘altrui’, nel podio. Addirittura pensano che l’Ungheria possa essere ancora migliore. Certo, Monaco ha dalla sua il fattore (zero) sorpassi che azzera le differenze sul passo gara.

Senza dubbio c’è una certa curiosità da parte dei rivali sulle prestazioni della SF21. 

C’è anche da considerare i problemi di adattamento che molti piloti, seppur di grande esperienza e capacità, stanno riscontrando. A dimostrare che i test in pista non sono sostituibili in tutto dalla simulazione.

Se non hai ancora pieno feeling con la vettura, Monaco può essere un incubo o semplicemente potresti non essere abbastanza veloce.

A proposito di simulazione, dalle informazioni raccolte dovremmo attenderci un tempo per la Pole sotto l’1.10. 

Come di consueto, Pirelli a Montecarlo porta la gamma di mescole più morbida: C3/C4/C5 (che vedremo anche a Baku) visto il bassissimo grado di usura e di sollecitazione. Pressioni minime tornate simili ai valori del 2018. 

Da segnalare che Ferrari effettuerà il test Pirelli sulle Wet 18 pollici 2022 al Paul Ricard del 25/26 maggio. 

Prende il posto di Mercedes che era il team previsto, costretto a sacrificare questo test per ragioni di budget cap. Ricordiamo che anche questi test rientrano tetto di spesa.

Poiché da Brackley avevano dato disponibilità, potrebbe esserci stata una ripercussione dell’incidente tra Bottas e Russell, che farebbe capire quanto siano tutti al limite per restare dentro le nuove regole finanziarie introdotte. A maggior ragione se c’è lotta in campionato.

Non a caso Mercedes si è concentrata per ottimizzare la W12, prima di pensare a importanti aggiornamenti. 

Ad ogni modo è tutto da valutare verso Silverstone, che è sempre stato dopo Barcellona l’altro significativo banco di prova. 

Tornando a Monaco, quest’anno più che mai è un GP con una storia tutta sua. Se vogliamo, visto il periodo storico, tornare per la prima volta in posto dove un anno fa non si è potuti andare, per di più emblematico per la F1, dovremmo intenderlo come un altro piccolo segnale di rinascita per il Motorsport.

Autori: Giuliano Duchessa e Piergiuseppe Donadoni

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