Per 15 gare c’è stato un solo interrogativo: qualcuno può fermare Red Bull e Verstappen prima di Abu Dhabi? La risposta è stata ‘Singapore’. Il tracciato asiatico ha mandato in tilt auto e tecnici, e non è la prima volta che succede. Ad approfittarne sono stati Carlos Sainz e Ferrari, interrompendo anche il digiuno della Scuderia di Maranello durato più di un anno
La vettura ultra dominatrice dell’anno si è trasformata di una buona auto da centro gruppo sotto i riflettori di Marina Bay. La RB19 non ha mai trovato il corretto equilibrio sin dal primo giorno, il setup di base non era entusiasmante, le correzioni apportate sono state persino peggiorative. I tecnici hanno testato e poi smontato la specifica di fondo leggermente aggiornata – con l’aggiunta di un soffiaggio in più sul bordo per aumentare localmente l’energia dei flussi. Tuttavia nessun vantaggio è stato colto, a quel punto non era aria di aggiungere ulteriori variabili.
Le mancate penalità per le azioni di Verstappen al sabato hanno indirettamente escluso ogni ipotesi di cambiare centralina, batteria, cambio o persino il set-up verso la gara. “Ci avremmo pensato ma P11 è una posizione ancora decente per ottenere punti o forse un podio” ha detto il team dopo la qualifica. Tuttavia non c’era molto che si potesse fare per cambiare le prestazioni o a livello strategico a parità di mescole con la concorrenza. Corretto partire con le hard e sperare di cogliere un’opportunità. Gli ingegneri hanno impostato l’auto di Max con meno carico anteriore e pressioni un pò più robuste per evitare di spanciare ancora in frenata. In seguito, con 70 Kg i meno di benzina e gomme medie nuove, non è andata troppo male. Red Bull non ha evidenziato un’importante degrado, segno che l’auto scivolava poco, tuttavia non è mai stata velocissima. Verstappen ha accusato 6/7 decimi al giro dalle Mercedes, probabilmente un gap simile da Norris e dalle Ferrari se le avessimo viste con pari condizioni. Solo i guai di Alonso, Ocon e Russell gli hanno consegnato la 5’ posizione.
Ora l’interrogativo è cambiato: Singapore è stata la classica buccia di banana o nasconde qualcosa di più, legato alla Td018? Il campione olandese non vuole nemmeno considerare preoccupazioni al riguardo: “Ora – dopo una gara così – dobbiamo vincere a Suzuka con 20 secondi di vantaggio” ha sentenziato Verstappen, il che eviterebbe l’uso di una lente d’ingrandimento più potente sulla questione.
Ferrari con idee chiare e decisioni nette, un pò come Vasseur. Il francese ci teneva molto a salire sul podio
Ferrari ha interrotto la sequenza Red Bull grazie non solo ad una prestazione di alto livello di Carlos Sainz ma anche a delle scelte molto limpide dopo la qualifica.
Leclerc ha guadagnato la posizione su Russell tramite all’utilizzo delle Soft in partenza, il che ha mostrato che partiva sacrificato ma anche che i patti erano chiari. Nonostante non ci fosse molto spazio in allungo verso curva 1, il guadagno di 4\5 metri – garantito dallo spunto che fornisce una mescola più morbida – ha consentito di avere le due Rosse davanti per impostare perfettamente la strategia condivisa.
Ferrari non voleva perdere la gara a causa del degrado.
Sainz e Leclerc dovevano controllare il passo. All’opposto, gli strateghi Mercedes, avrebbero voluto costringerli ad usare molto di più la gomma. Nel mezzo Norris. Sainz e Leclerc hanno viaggiato 1.5-2 secondi più lenti fino alla sosta, il che ha un pò aiutato il monegasco nella gestione dell’usura del primo stint.
Tutto è stato perfetto fino alla Safety Car, gli ingegneri hanno chiesto a Leclerc di allontanarsi da Sainz per garantirsi un doppio pit stop e reagire agli eventi. Nella seconda parte lo spagnolo ha continuato a controllare il degrado contando intelligentemente sul vantaggio di efficienza della SF-23 in rettilineo, Sainz sapeva di non poter essere attaccato da nessuno a parità di utilizzo gomma. Russell e Hamilton – per essere pericolosi – hanno dovuto montare il set di gomme nuove abbandonando le posizioni.
Norris come la Ferrari non poteva fermarsi ai box, gli è convenuto diventare la grande arma di Sainz e resistere