Ferrari: recuperati 6 decimi alla Red Bull in sei mesi

Paolo D’Alessandro, Andrea Vergani
8 Apr, 2024

La disputa anticipata di Suzuka ad inizio di questa stagione, offre un confronto diretto tra le monoposto 2023 e quelle 2024 con – salvo rare eccezioni – solamente lo sviluppo invernale a dividere i due appuntamenti. Il weekend giapponese infatti si è tenuto alla fine dello scorso campionato mentre ora siamo all’inizio di una lunga stagione, in cui sono già arrivati i primi pacchetti di sviluppo che fanno seguito al lavoro fatto durante la pausa invernale. Rispetto quindi al Bahrain, a Jeddah ed al GP di Australia, non vi è un anno di sviluppo in mezzo alle due date, ma solo una parte dove lo sviluppo era già ultimato per la stragrande maggioranza delle squadre. Non è cambiato il valore della Red Bull, rimasta davanti a tutti, ma soprattutto la Ferrari ha evidenziato ancora una volta il salto di qualità fatto con la SF-24. Rispetto a pochi mesi fa ha dimezzato il distacco dal team di Milton Keynes ed è riuscita a battere McLaren – anche a livello strategico – passando dal pagare un distacco di 20 secondi, allo stare davanti con entrambe le vetture. Suzuka ha offerto diversi spunti rilevanti che confermano tutte le caratteristiche sottolineate fin qui della SF-24: tanto carico, una piattaforma costante e una gestione gomme praticamente ottimale la domenica, da rivedere invece il sabato.

I dati non mentono ed ora anche Ferrari crede nel potenziale della SF-24: la strategia ad una sosta e le qualità di Leclerc hanno permesso la rimonta di Suzuka

Lo scorso anno, uno dei temi costanti nei dialoghi con chi apparteneva al mondo Ferrari era il degrado delle gomme e i problemi a questo annessi. Quest’anno la musica è decisamente cambiata. Suzuka ma anche il Bahrain erano sicuramente le prove più difficili di questo inizio di mondiale, visto che serviva gestire l’usura degli pneumatici posti a stress elevatissimi in tutte le curve veloci, zone di trazione e temperature che sono variate durante il corso del weekend, passando dai 26° del venerdì a rilevamenti superiori ai 40° per la gara. Nonostante tutte queste variabili, la Ferrari non ha mai mostrato segnali di debolezza sotto il fronte del consumo degli pneumatici, specialmente in gara. La SF-23 di fine stagione aveva già permesso un passo in avanti rilevante, ma nulla di paragonabile e quanto si sta ottenendo con la SF-24. I dati in uscita dalla gara di Suzuka ci dicono che la Ferrari è stata la miglior macchina nella gestione delle gomme, soprattutto con il compound medio.

Sia Carlos Sainz che Charles Leclerc sono infatti stati in grado di gestire la C2 meglio anche rispetto alla RB20. Se Max Verstappen ha potuto gestire il ritmo, in teoria consumando meno le gomme, Sergio Perez ha dovuto spingere per conquistare la P2 finale. I due alfieri della Rossa ancor di più per battere Norris, ma anche tenere distanti Mercedes e Aston Martin. In particolare il monegasco ha avuto un primo stint impressionante, con tempi in costante miglioramento soprattutto dopo il primo pit dei rivali, mostrando quanto lui e la sua Ferrari siano stati gentili sulle gomme. A gara in corso la Ferrari ha switchato sulla strategia ad una sosta, il piano C, spinta proprio dal monegasco, con gli ingegneri che hanno visto il suo passo migliorare e si sono convinti di questa decisione.

Leclerc ha così allungato più di chiunque altro lo stint sulla Media, permettendosi una sola sosta in quel di Suzuka, cosa che – dopo qualche pensiero avuto prima dell’inizio del weekend sperando in temperature più fresche – tutti avevano escluso a causa dell’alto degrado. Curiosamente solo Kevin Magnussen ha provato una strategia simile, ma non con lo stesso successo. La pista però non era particolarmente amica della Haas, andata comunque molto vicini ai punti, e confermando anche lei un salto in avanti importanti nella gestione gomma, dove la nuova meccanica di Maranello ha dato una grossa mano anche al team americano. Ferrari ha mostrato il miglior valore di degrado sul compound medio mentre con le Hard, la Red Bull è stata migliore, tuttavia, il valore è molto condizionato dallo stint più lungo ed in gestione di Leclerc, mentre quello di Sainz, essendo più breve, gli ha permesso di spingere senza dover gestire, accettando un degrado maggiore.

Ferrari dimezza il distacco da Red Bull: 6 decimi recuperati in soli 6 mesi, un decimo al mese, grazie al maggior carico e ad una piattaforma davvero stabile

Molti dati rendono la gara di Suzuka più positiva di quanto una P3-P4 finale possa dire. Il divario dalla RB20 esiste ancora ed a Suzuka, secondo i dati, si attestava a circa 3 decimi e mezzo, un dato in linea con la media delle prime gare (3-4 decimi). Un distacco importante, ma non enorme, considerando anche il recupero fatto in pochi mesi. Verstappen permettendo, poichè questi distacchi dalla testa sono sempre da prendere con le pinze visto che, anche per i team stessi, è molto complicato capire quanto l’olandese gestisca la gara da un certo punto in poi. In Giappone, rispetto alla monoposto 2023, la SF-24 è migliorata di 1.7 secondi, a dispetto dei 1.1 secondi guadagnati invece dalla RB20. In pochi mesi la Ferrari è riuscita a recuperare 6 decimi alla monoposto di Milton Keynes, certificando l’importante e eccellente lavoro fatto a Maranello. Inoltre, riprendendo i dati anche delle prime gare, Ferrari aveva recuperato già 4 decimi in Bahrain – con una gara condizionata da un setup non ideale della SF-24 ed il problema al corner ruota per Leclerc – e mezzo secondo a Jeddah. Questo valore è ancor migliore a Suzuka poiché le doti della SF-24 si adattano molto meglio alla pista giapponese rispetto alla SF-23, che aveva nel medio-veloce il suo tallone d’Achille, divenuti ora dei punti di forza.

A Suzuka è arrivata un ulteriore conferma sul fatto che, in termini di carico aerodinamico generato, il progetto SF-24 sia come il giorno e la notte rispetto alla tanto problematica vettura precedente. Tanto più carico e soprattutto una piattaforma aerodinamica ben più stabile, che ha permesso di fare un salto di qualità importante in curva e in termini di ottimizzazione del setup. A Suzuka la Ferrari si è confermata molto competitiva alle medie velocità, recuperando lì gran parte del gap che pagava rispetto a Red Bull alle alte. A Maranello servirà lavorare sull’esecuzione del tempo in qualifica per spremere al massimo il potenziale della monoposto, poichè garantendosi una partenza in prima o seconda fila potranno mettere in atto quanto detto da Vasseur ormai più volte, ossia alzare la pressione in casa Red Bull, sfruttando, nel caso, qualche errore del team anglo austriaco. Come quanto successo in Australia. In attesa di corposi sviluppi, che potranno avvicinare ulteriormente le prestazioni della SF-24 a quella della RB20.

Privacy Policy Cookie Policy