“La Red Bull è su un altro pianeta quando arriva la gara” ha affermato Charles Leclerc nel post gara. “Sul giro secco ce la possiamo giocare, ma sui 51 giri non è possibile. Loro hanno molto più passo gara rispetto a noi”. Un qualcosa di visto e rivisto, letto e riletto, dal GP del Belgio della passata stagione. Quando insomma entrò in vigore la famosa direttiva tecnica 39 che affossò il promettente progetto Ferrari F1-75, rallentando anche l’attuale vettura italiana.
Ferrari SF-23: si è lavorato per avere una minor differenza tra le altezze da terra utilizzate in qualifica e quella nella prima parte di gara
Frédéric Vasseur ha conquistato a Baku il suo primo podio da quando è a capo del team di Maranello. “Non posso che essere molto felice. È stato un buon fine settimana con due pole e un podio. Abbiamo fatto un passo in avanti”. Per quanto riguarda la performance, il TP francese, ha voluto giustamente sottolineare come i miglioramenti fossero già presenti a Melbourne. “La differenza è che in Australia non avevamo ottenuto punti, che poi è quel che conta”. Nella conferenza stampa post GP gli è stato poi chiesto da dove arrivassero questi miglioramenti, con un grande lavoro effettuato dai tecnici del team di Maranello sin dal post Jeddah. Tuttavia, non ha voluto troppo entrare nei dettagli, riguardo questa nuova filosofia tecnica intrapresa sul setup e sviluppo della SF-23. “Pensi che io ti dia la risposta?” ha affermato sorridendo.
La Ferrari dal GP d’Australia è progredita con la comprensione della macchina, aiutata anche dall’introduzione di un nuovo fondo, solo correlato in Arabia Saudita, utilizzato poi su entrambe le vetture da Melbourne, che ha permesso di eliminare il saltellamento aerodinamico (porpoising). Formu1a.uno può entrare maggiormente nei dettagli di ciò che i tecnici del team italiano hanno poi migliorato e cambiato in termini di impostazione della SF-23, ossia di questa nuova filosofia tecnica. Dopo un’attenta analisi dei dati raccolti nei primi due GP stagionali, a Maranello si sono accorti di come la loro vettura girasse molto più alta, in termini di altezze da terra, in gara rispetto alla qualifica. Il peso dato dagli oltre 100 kg di benzina imbarcati, non bastava infatti a compensare una velocità in curva notevolmente più lenta (dai 10 ai 30 km/h in base alla tipologia di curva) con il serbatoio pieno, quindi con forze verticali che schiacciano la vettura verso il basso molto meno importanti. Girare più alti in curva è un handicap impressionante con questa generazione di vetture, perché significa generare molto meno carico aerodinamico dal fondo vettura, con conseguenti scivolamenti e ripercussioni sull’utilizzo degli pneumatici. A Maranello, dopo aver ‘compreso’, hanno lavorato soprattutto sul setup meccanico, in termini di rigidezze, per riuscire ad avvicinare le altezze da terra tra qualifica e prima parte di gara, valutando addirittura per un cambio in corsa di chi fornisce gli ammortizzatori della sospensione posteriore.
Ferrari: i passi in avanti andranno confermati su piste più probanti in termini di gestione gomme
“Da Miami porteremo aggiornamenti, Tuttavia, non è solo una questione di aggiornamenti, ma anche di quanto bene usi il tuo pacchetto. Ci siamo concentrati su questo nelle ultime settimane e l’abbiamo fatto bene”, ha affermato un soddisfatto Frédéric Vasseur a fine GP. Non è un caso che la Ferrari SF-23 vada piano soprattutto con il pieno di serbatoio. Chiaramente i miglioramenti, prima di comprensione poi di setup, non sono da considerarsi miracolosi, ma hanno permesso di sbloccare parte del potenziale inespresso nei primi due appuntamenti. “Onestamente penso che siamo migliorati un po’. Ma quando vedo il gap dalle Red Bull, penso che non abbiano spinto fino in fondo. Dunque non so realmente quanto siamo riusciti a recuperare.” – ha fatto sapere Charles Leclerc nel post gara – “Il feeling è migliore, ma anche le Aston Martin si sono rivelate molto veloci oggi. Dunque abbiamo ancora tanto lavoro da fare“. In casa Ferrari si sta lavorando per migliorare ulteriormente la coerenza della vettura tra qualifica e gara, ciò è ben evidente, per esempio, non solo nei confronti di Red Bull ma anche rispetto ad Aston Martin e Mercedes. “Penso che Red Bull abbia trovato qualcosa che noi non abbiamo ancora trovato. È qui al momento tutta la nostra attenzione. A Maranello tutti stanno lavorando a fondo per cercare di capire cosa possiamo fare di meglio in gara, soprattutto per ottenere più prestazione” ha poi continuato il monegasco. La parte del pacchetto di aggiornamenti che verrà introdotto tra Imola e Barcellona, dovrebbe permettere alla Rossa un nuovo passo in avanti a riguardo.
Senza dimenticare che Australia e Baku si sono rivelati due circuiti non impegnativi in termini di gestione degli pneumatici. Le due gare sono state per lunghi tratti piuttosto lente, con i piloti più propensi a salvaguardare le gomme che a cercare le prestazioni. “Penso che la Ferrari a Baku sia stata anche fortunata. L’usura delle Hard è stata inferiore al previsto.“ – ha poi fatto sapere Fernando Alonso al termine della gara – “I motivi? A fine gara c’è stato un importante calo delle temperature che ha permesso alle gomme di non surriscaldarsi troppo”. Questo secondo l’asturiano ha permesso a Leclerc di tenere la terza posizione. “In una gara normale e calda, probabilmente avrebbero avuto più problemi. A Miami le cose saranno diverse”. Ecco, il prossimo fine settimana potrebbe diventare un bel banco di prova per il team di Maranello, che vuole confermarsi seconda forza (ieri alla pari con Aston Martin). Ma non sarà facile.
Autore: Piergiuseppe Donadoni