Focus sviluppi test 2022: risolvere rimbalzo aerodinamico e trovare carico nelle curve lente
A poche ore dalle prime prove libere della stagione, i team sono al lavoro per limare gli ultimi dettagli in vista del Gran Premio del Bahrain, dopo i tre giorni di test svolti lo scorso fine settimana.
Fra alcune certezze e molti dubbi, non risulta ancora ben definito quale sia l’ordine gerarchico. Con lo stravolgimento regolamentare, che ha radicalmente cambiato le monoposto rispetto al 2021, si è ripartiti tutti da un foglio bianco, con la speranza di avere più squadre in lizza per la vittoria.
Da quello che abbiamo visto nei test, soprattutto in Bahrain, sembra al momento scongiurato il rischio di rivedere un nuovo caso Brawn GP come nel 2009. Non pare esserci un grande gap fra le dieci squadre, proprio come si auspicavano FIA e FOM. Tuttavia, se si dovesse fare una previsione, Red Bull e Ferrari sono sembrati i team più pronti al disputare per la vittoria al primo GP.
I test sono serviti principalmente per capire le nuove monoposto e trovare il miglior assetto. Estrarre più performance possibile dai nuovi progetti e capirne come farli funzionare al meglio è la base principale su cui intraprendere la giusta direzione nello sviluppo a stagione in corso.
Mercedes e Red Bull con nuove pance ma nessuna vettura B
L’importante pacchetto di novità sulle fiancate che ha riguardato dapprima la Mercedes W13, e poi la Red Bull RB18, era qualcosa che entrambi i team avevano pronto, e che non è stato sviluppato fra i test di Barcellona e quelli del Bahrain. Soprattutto in casa Mercedes, dove le nuove fiancate che hanno debuttato durante la prima sessione dei test a Sakhir erano uno sviluppo aggressivo di quelle utilizzate nei test del Montmelo.
Il team di Brackley aveva giocato come nel 2019 nel non rivelare completamente la monoposto definitiva. I sidepods portati in Bahrain, con CAD approvato dai tecnici FIA, presentano un bodywork che tende quasi a sparire come sulla Williams. La nuova carrozzeria non ha comunque implicato la diversa disposizione della meccanica interna, rimasta invariata rispetto alla prima versione.
Assieme alle pance è cambiato ovviamente anche il fondo, con interventi necessari a gestire la diversa conformazione dei flussi che scorrono sulle fiancate. La cosa che ha più sorpreso gli osservatori, compreso Ross Brawn, è la struttura di impatto separata dalla presa d’aria dei radiatori, con un rivestimento della carrozzeria che forma un vero e proprio profilo alare. La FIA ha preso in esame gli specchietti della W13, i quali andrebbero contro lo spirito del regolamento secondo Ferrari e Red Bull, ma che sono stati dichiarati ufficialmente legali.
Non è ancora detto dunque che Tombazis non possa far rivedere la questione legata ai supporti degli specchietti, tema che non coinvolge solamente Mercedes ma anche gran parte delle monoposto presenti in griglia.
Capitolo specchietti a parte, l’altra protagonista riguardo le novità tecniche è stata la Red Bull, la quale ha messo in mostra la “vera pelle” solamente l’ultimo giorno. Non una rivoluzione come in casa Mercedes, ma diverse aree delle pance della RB18 hanno subito modifiche.
La versione “definitiva” delle pance Red Bull proponeva una maggior ricerca del down-wash del flusso tramite l’effetto coanda, con il classico solco creato nella parte posteriore della carrozzeria sopra gli scambiatori. Diversa anche la gestione del flusso nella parte inferiore delle fiancate, più scavate per ridurre la resistenza e creare l’effetto di “doppio fondo” come su Aston Martin. Per forza di cose è stato rivisto anche il fondo.
Nonostante sia stata provata per le ultime due sessioni, la RB18 aggiornata ha soddisfatto piloti e tecnici. Rispetto ad una Mercedes sicuramente più estrema, Red Bull ha convinto di più con i suoi aggiornamenti, e per adesso è la favorita secondo il team di Brackley che si sentiva ad almeno mezzo secondo alla conclusione dei test.
Ferrari con tanti interventi al fondo per risolvere il rimbalzo aerodinamico
Il lavoro tecnico svolto dalle varie squadre durante i test è stato abbastanza univoco per tutti, avendo come focus principale quello di risolvere il problema del porpoising o rimbalzo aerodinamico.
Chi più, chi meno, tutte le monoposto nate sotto le prescrizioni tecniche del nuovo regolamento 2022 hanno patito il problema del saltellamento in rettilineo. Un problema difficile da prevedere nelle simulazioni in galleria del vento, con velocità massima fissata a 180 km/h.
Alcuni team hanno reagito prima di altri; abbiamo visto già da Barcellona diversi team attuare interventi al fondo per ridurre/ritardare l’effetto di pompaggio aerodinamico. McLaren è stata fra le prime ad intervenire in maniera più efficace sul pavimento, con soluzione che pare stia facendo scuola fra gli altri team, fra cui Ferrari e Aston Martin.
La scuderia di Maranello è fra quelli che ha provato più configurazioni diverse nell’arco dei test, soprattutto in Bahrain. I tecnici del Cavallino hanno mostrato da subito reattività nella gestione di un problema che all’apparenza sembrava gravare pesantemente sulla scelta del miglior assetto. A Maranello si è lavorato prendendo ispirazione dalla MCL36 – una delle auto che ha meno evidenziato il saltellamento a Barcellona – copiando la soluzione del fondo del team inglese.
La scuderia di Maranello ha provato anche un diffusore alternativo l’ultimo giorno di prove, con un diverso layout all’interno dell’estrattore che si trova al di sotto della struttura di crash posteriore.
McLaren con problemi ai freni ma arriveranno nuovi pezzi
McLaren invece ha dovuto far fronte ad un continuo problema di raffreddamento dei dischi anteriori, che ha condizionato in buona parte i long run dei test di Sakhir. Tuttavia, il team inglese è stato altrettanto rapido e reattivo nel portare nuovi condotti di raffreddamento, riuscendo l’ultimo giorno a lavorare su stint più lunghi e sulla raccolta dati di un ulteriore fondo.
Il grande labbro rialzato, provvisto anche di convogliatori di flusso, genera dei vortici che dovrebbero fungere da barriera aerodinamica per sigillare meglio l’aria come una sorta di minigonna. Sicuramente il fondo sarà una zona che subirà tanti interventi da qui a fine stagione per tutti i team, poiché è un componente facile da copiare.
Tanto lavoro sul bilancio aerodinamico per ridurre il sottosterzo
Le nuove monoposto generano più carico dal fondo, il quale però lavora al meglio solamente a velocità medio-alte. La chiave di volta per trovare il top della prestazione sarà quella di accorciare il gap (maggiore) dalle monoposto dello scorso anno nelle curve lente, dove l’effetto suolo ha una minor consistenza.
Sei giorni di test a ridosso del primo week end di Gran Premio non è il il top per capire a fondo queste nuove monoposto. Molti piloti hanno dichiarato che è stato necessario rivedere lo stile di guida.
Ferrari sembra comportarsi bene nei tratti di bassa velocità, mostrando un ottimo grip meccanico, lo ha confermato anche Mattia Binotto. Molti team hanno provato diverse configurazioni di carico all’asse anteriore, per osservare il diverso comportamento dell’auto. L’incidenza alare anteriore ha un’influenza diretta sul sottosterzo, problema che su queste monoposto è preponderante nei tratti lenti.
In Bahrain molti team hanno svolto diversi “compare” con ali anteriori differenti fra loro, per testare i vari livelli di carico.
Mercedes è sembrata quella più “indietro” nel trovare il miglior compromesso aerodinamico, con una vettura apparsa sbilanciata e più difficile da portare al limite rispetto alle rivali Red Bull e Ferrari.
Autore e illustrazioni: Rosario Giuliana