Il GP del Belgio si è concluso ai tempi supplementari con la squalifica di George Russell, per una irregolarità nel peso della sua W15, ma la vittoria è rimasta in casa Mercedes grazie a un fine settimana perfetto da parte di Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo ha così portato a casa la seconda vittoria in tre gare e il fine settimana iniziato in maniera catastrofica per Mercedes si è concluso con una vittoria e con una W15 che continua ad essere un fattore sui tracciati front limited. La McLaren ancora una volta ha sprecato quella che è stata la miglior vettura sul passo gara a causa di errori dei piloti e team, mentre Red Bull neppure a Spa si è dimostrata la vettura da battere in una crisi tecnica preoccupante. Dopo la pole position inaspettata di sabato, Ferrari si è confermata quarta forza: Vasseur fatica ad ammetterlo ma i progressi da inizio anno non sono bastati e Red Bull non è più il riferimento su cui basarsi.
GP Belgio: McLaren ancora prima forza, Hamilton e Russell hanno fatto la differenza
La gara di Spa ha confermato che la Mclaren è mediamente il team da battere: pur in un appuntamento temuto, la MCL38 si è dimostrata al pari se non leggermente superiorea alle vetture migliori ma gli errori dei piloti hanno avuto un peso importante sui risultati finali. Nella qualifica di sabato una sbavatura di Oscar Piastri tra Bruxelles e Pouhon è costata quattro decimi e una partenza in Pole Position mentre l’errore di Norris in curva 1 ha compromesso la sua gara. Dall’altra parte, la gara perfetta di Hamilton e Russell hanno consegnato il terzo successo in quattro gare a Mercedes, che nella pausa estiva dovrà analizzare cosa non è andato il venerdì del Belgio con il nuovo pacchetto. Il deficit della W15 rispetto alla MCL38 può essere quantificato attorno al decimo e mezzo in aria pulita, la posizione di partenza e poi la scarsa efficienza del DRS della monoposto papaya hanno fatto la differenza. Nel primo stint Piastri ha perso tempo dietro a Perez e successivamente nel sorpasso sulla Ferrari di Leclerc, ma il sorpasso su Hamilton sarebbe stato difficile come lo è stato per Norris su Verstappen.
La miglior fase di gara per Mercedes è stato il primo stint, con un vantaggio di quasi tre decimi sulla C3 rispetto alla Ferrari di Charles Leclerc. Nei due stint con la mescola dura, la MCL38 ha mostrato ancora un ottimo passo, cosi come la Ferrari, almeno sino dall’ultimo stint, con un vantaggio di un decimo e mezzo rispetto alla W15. L’ultimo stint di Leclerc è stato influenzato dalla lotta con Oscar Piastri e soprattutto da una SF-24 che con il serbatoio più scarico soffre maggiormente il bouncing come succede in Qualifica. Ancora una volta Ferrari, nonostante sia arrivata a meno di dieci secondi dalla vittoria, ha occupato il ruolo di quarta forza: per lottare con i migliori sono necessari gli aggiornamenti previsti per il mese di settembre, anche se Vasseur sta spingendo tutta la squadra ad anticiparli di di uno o due gare rispetto all’iniziale planning.
Red Bull: l’involuzione continua, nessun guadagno dal pacchetto Ungheria e terza forza anche a Spa
Il tanto atteso aggiornamento ungherese non sembra aver dato buoni frutti, con la RB20 in difficoltà a Budapest così come nella domenica di Spa. Verstappen è passato dall’ottava posizione al termine del primo giro alla quinta (in pista) alla fine del Gran Premio, il passo gara non è stato all’altezza di McLaren, da cui Verstappen ha pagato un distacco di circa due decimi in aria pulita, e neanche di Mercedes su un tracciato che avrebbe dovuto favorire le caratteristiche della monoposto di Milton Keynes più di quanto lo avesse fatto l’Hungaroring. Il buon recupero di Max Verstappen gli ha permesso di guadagnare punti nel campionato piloti rispetto a Norris, ma le difficoltà di Perez sono costate altri punti a Red Bull in ottica Costruttori e adesso McLaren è molto ingombrante negli specchietti.
La gara di domenica è stata indubbiamente compromessa dalla scelta di ala posteriore più carica rispetto alla concorrenza, che da un lato ha massimizzato la posizione di partenza di Verstappen e assicurato una prima fila per Perez. La scelta è stata frutto dell’alto graining mostrato nei long run di venerdì, non confermato nella gara di domenica,; non è un caso che Sergio Perez si sia lamentato di una RB20 molto lenta a DRS chiuso, per problemi al proprio motore in alcune fasi della gara e per un assetto aerodinamico eccessivamente carico che limitava le velocità sul dritto della RB20. C’è poi un errore ancor più grossolano che è stato commesso nelle FP1, come accaduto in Austria, quando Verstappen e Perez hanno utilizzato la gomma bianca, senza salvarla cosi per la gara: purtroppo per Red Bull, la mescola più dura si è confermata quella giusta e il team campione del mondo ha dovuto fare una strategia diversa rispetto a tutti i suoi rivali. Tenere dietro McLaren nella seconda parte di stagione sembra un compito molto arduo, considerando l’inferiorità della vettura e un Sergio Perez che non è stato in grado di competere con gli altri piloti dei top team da Imola in avanti.