Hamilton: “A Baku tutto ci è sfuggito di mano, ma non dobbiamo abbatterci”

Loris Preziosa
19/09/2024

La Mercedes si presenta a Singapore dopo un trittico di gare tutt’altro che semplici. L’unica consolazione dal post sosta estiva è stato il podio di George Russell a Baku, maturato fortuitamente in seguito all’incidente fra Sainz e Perez. In Azerbaijan, a soffrire maggiormente del deficit di performance della W15 è stato Lewis Hamilton. Nel giovedì a Marina Bay, il sette volte campione del mondo ha raccontato di quanto abbia sofferto il cambio repentino a livello di sensazioni, fra il venerdì e il proseguo del weekend. Hamilton si è poi espresso in merito alla proposta del Presidente FIA legata all’imposizione di un linguaggio meno scurrile in radio. Lewis si è detto favorevole, ma al tempo stesso non ha gradito le parole utilizzate da Ben Sulayem.

Hamilton: “a Baku dopo un buon inizio tutto ci è sfuggito di mano”

“Ci sono molte ragioni che possono esserne la causa,” ha dichiarato Lewis Hamilton in merito a ciò che con ha funzionato dal sabato di Baku fino alla bandiera a scacchi della domenica. “In passato, durante l’anno facevamo grossi cambiamenti, come per esempio la modifica del bilanciamento meccanico. L’ultimo weekend invece ho detto ho detto ‘amo la macchina’, facciamo solo piccoli cambiamenti.” A valle delle prime due sessioni di libere dello scorso fine settimana, infatti, il sette volte campione del mondo si era detto in confidenza con la W15. Una sensazione persa con il sopraggiungere dei momenti più decisivi del fine settimana. “Sabato mattina sono salito in macchina e non mi trovavo, avevo un sottosterzo enorme, che non era normale. In quel momento la macchina dovrebbe essere a posto con il set up e quello non era il caso.” Una situazione che non è nuova in casa Mercedes, che spesso nella prima parte di stagione si era trovata a gestire una vettura dalla ristretta finestra di utilizzo. Problemi che però sembravano scongiurati con l’avvento delle gare estive e che invece si sono ripresentati dopo la sosta di agosto. “Negli ultimi giorni abbiamo riflettuto sull’ultimo weekend, che aveva avuto un inizio davvero positivo. In fabbrica avevamo fatto un gran lavoro, a livello di simulazioni e di preparazioni. Eravamo arrivati in pista e dopo i primi giri sembrava tutto a posto, poi tutto ci è sfuggito tutto dalle mani.” Una situazione senz’altro frustrante, che però non deve gettare il team nello sconforto, come ha assicurato Lewis: “non ci vogliamo arrendere. Indipendentemente dal fatto che le prestazioni ci siano o meno, non dobbiamo essere così negativi, abbiamo ancora sette colpi a disposizione.”

Mercedes Hamilton

L’accusa a Ben Sulayem: “moderare il linguaggio in radio? Sono favorevole ma ha usato un paragone razzista”

Lewis Hamilton ha poi confutato quanto affermato dal Presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, in merito all’utilizzo di un linguaggio scurrile in team radio. “Non siamo rapper,” aveva dichiarato ad Autosport il Presidente della Federazione ad Autosport. “C’è differenza fra il motorsport e la musica rap. Quanto spesso usano quel linguaggio ogni minuto? Dobbiamo comportarci come persone responsabili.” Un paragone che non ha trovato d’accordo il sette volte campione del mondo, che ha espresso tutto il suo dissenso. “Non mi piace il modo in cui ha trattato la questione. Il riferimento ai rapper è uno stereotipo. Se consideriamo che la maggior parte dei rapper sono neri e lui in realtà dice che non siamo come loro, penso che abbia scelto le parole sbagliate e che ci sia un elemento razzista in quello che ha detto.” Dunque, un’accusa forte nei confronti del numero uno della FIA, da parte del sette volte campione del mondo. Seppur in disaccordo con la similitudine del numero 1 della FIA, Lewis non però ha disdegnato dall’idea di imporre limiti da questo punto di vista. “Sono sicuro che inserendo delle sanzioni, le imprecazioni in radio si ridurranno. Non so quanto sia necessario, ma penso che ce ne siano un po’ troppe.” Si tratta dunque di un tema che senz’altro può dividere gli appassionati, ma che deve essere comunque contestualizzato nello scenario di piloti che, quando abbassano la visiera, sono sottoposti a stress di ogni genere.

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