Hamilton a tutto campo: appello per la Palestina e attacco alla FIA

Luca Manacorda
21 Mar, 2024

Dalla guerra a Gaza al ruolo delle donne nel mondo della F1, Lewis Hamilton nel giovedì del GP Australia ancora una volta ha toccato temi politici non strettamente legati a quanto avviene in pista, dimostrandosi un pilota che non ha paura di esporsi su tematiche scottanti. Nel recente passato, ricordiamo il suo sostegno al movimento Black Lives Matter, ma anche le iniziative a favore dell’uguaglianza rilanciate quando la F1 si è trovata a correre in nazioni in cui i diritti umani non sono garantiti allo stesso modo per tutti.

L’appello di Hamilton per Gaza e la Palestina

Nella giornata di ieri il sette volte iridato, sempre molto attivo sui social network, ha pubblicato sul proprio profilo Instagram tre storie incentrate sulla situazione che si sta vivendo nella striscia di Gaza. Prima ha condiviso un appello di Save The Children contro la malnutrizione dei bambini di quella zona, poi ha pubblicato un proprio pensiero: “Invio il mio amore e il mio sostegno a tutte le persone in Palestina che stanno trascorrendo questo periodo sacro (si riferisce al Ramadan, ndr) affrontando pericolo, perdite e dolori. In un mese che è sacro per molti nella regione, dobbiamo continuare a chiedere un cessate il fuoco permanente e la restituzione degli ostaggi in modo che le famiglie possano stare insieme ed essere libere dalla costante minaccia di distruzione e violenza“. Infine, ha condiviso una foto pubblicata dal The Guardian che mostra una famiglia musulmana consumare il pasto prima dell’alba tipico del periodo del Ramadan in un campo profughi di Rafah.

Lewis Hamilton

2024 Australian Grand Prix, Thursday – Jiri Krenek

Hamilton: “Mi sono sentito obbligato a fare qualcosa”

L’appello del pilota della Mercedes non è ovviamente passato inosservato, diventando tema di discussione anche nell’incontro con i media a Melbourne. Parlando delle motivazioni che lo hanno spinto a lanciare questo appello, Hamilton ha spiegato: “Tutti noi vediamo da lontano cosa sta succedendo. Lo vediamo ogni singolo giorno, lo sentiamo al telegiornale ogni singolo giorno. È difficile credere che stiamo vivendo in un periodo come questo e sembra quasi che, come umanità, non abbiamo imparato dal passato. Sapere che donne e bambini, in particolare bambini, vengono uccisi ogni giorno e che i nostri leader non stanno facendo nulla al riguardo non riesco proprio a sopportarlo“. Il britannico ha poi spiegato di aver ragionato sul fatto di esporsi o meno sulla vicenda: “Non è stato un momento facile per utilizzare la tua piattaforma e la tua voce, perché alla fine pubblichi qualcosa che non cambierà il modo in cui il governo gestisce i propri affari. È qualcosa che volevo fare, ma devo trattenermi perché altrimenti probabilmente dirò troppo e forse non avrà l’impatto di cui ha bisogno. Ma mi sono semplicemente sentito obbligato a fare qualcosa“.

L’attacco al presidente della FIA Ben Sulayem e il sostegno a Susie Wolff

Anche su temi più inerenti il mondo della F1, Hamilton non mancato di esprimere con decisione il proprio pensiero. Nella giornata di ieri la FIA ha comunicato di aver concluso l’indagine sull’operato del suo presidente Mohamed Ben Sulayem, accusato di interferenze sulla stagione 2023 ma scagionato al termine dell’indagine svolta nelle ultime settimane. Tuttavia, per il numero 1 della Federazione i problemi non sono finiti: Susie Wolff ha rivelato di aver presentato una denuncia penale contro la FIA a seguiti dell’indagine svolta dalla stessa Federazione nei confronti suoi e di suo marito Toto per un presunto conflitto di interessi, vicenda che era esplosa all’indomani del termine della passata stagione. Alla domanda se Ben Sulayem avesse ancora il suo sostegno come presidente della FIA, Hamilton ha risposto lapidario: “Non l’hai mai avuto“. Il pilota della Mercedes ha poi espresso il suo sostegno a Susie Wolff, capo della F1 Academy impegnata nell’introduzione delle ragazze nel mondo delle corse: “Innanzitutto, sono incredibilmente orgoglioso di Susie. Penso che sia così coraggiosa e rappresenti valori così grandi. È una leader e, in un mondo in cui spesso le persone vengono messe a tacere, il fatto che lei si alzi in piedi manda un messaggio così grande“. Hamilton ritiene che la battaglia della Wolff serva anche per restituire fiducia verso una F1 macchiata ultimamente da diversi episodi controversi: “C’è una reale mancanza di responsabilità qui, all’interno di questo sport, all’interno della FIA, cose che accadono a porte chiuse, non c’è trasparenza, non c’è davvero nessun responsabilità, e ne abbiamo bisogno. Penso che i tifosi ne abbiano bisogno. Come puoi avere fiducia nello sport e in ciò che sta accadendo qui se non ce l’hai? Speriamo che la posizione che sta assumendo ora crei un cambiamento, abbia un impatto positivo, soprattutto per le donne“.

Il riferimento neppure troppo velato al caso Horner

Senza citare direttamente l’altro caso scottante che ha coinvolto Chris Horner – ma riferendosi in modo chiaro alla vicenda della dipendente Red Bull licenziata al termine dell’indagine interna svolta dal team austriaco – Hamilton ha concluso il suo discorso sottolineando come il Circus sia ancora un mondo troppo maschilista: “È ancora uno sport dominato dagli uomini, e viviamo in un’epoca in cui il messaggio è che, se presenti un reclamo, verrai licenziato. Questa è una narrazione terribile da proiettare nel mondo, soprattutto quando noi’ Stiamo parlando di inclusività qui in questo sport. Dobbiamo assicurarci di rimanere fedeli ai valori fondamentali“.

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