Il fine settimana di Monza doveva essere un’occasione per limitare i danni nei confronti di McLaren, ormai la vettura da battere in ogni tipologia di pista, ma a partire dalle Qualifiche si è rivelato un incubo per gli uomini di Milton Keynes: la quarta fila di sabato è risultata in 12 punti alla domenica, a 38 secondi da Charles Leclerc e 35 secondi da Oscar Piastri. Christian Horner ha spiegato con molto dettaglio le problematiche dell’attuale RB20: la monoposto di Pierre Waché ed Enrico Balbo ha sofferto l’assetto da basso carico nel Tempio della Velocità e McLaren è riuscita a recuperare 22 punti, portandosi a dieci lunghezze di distanza dai campioni del mondo in carica. Secondo Horner i problemi sono da attribuire interamente al mancato bilanciamento della vettura che ha influito sulle prestazioni in Qualifica e in Gara, specialmente in un circuito veloce come Monza.
Horner: “Il problema del bilanciamento c’è da inizio anno, Monza lo ha evidenziato”
Sia Verstappen che Perez hanno avuto molti problemi con gli pneumatici: sul giro secco la RB20 non ha fatto funzionare gli pneumatici nuovi, in Gara ha degradato più dei rivali ed è stata costretta a una gara a due soste. “Su altri circuiti forse una maggiore quantità di downforce nasconde alcuni dei problemi di bilanciamento che abbiamo”, ha esordito il Team Principal di Red Bull, “poi, non appena ci si ritrova in quella situazione, si fa più fatica con le gomme, si finisce per compensare: si sposta il bilanciamento, si risolve un problema ma se ne crea un altro e inizia un circolo vizioso”. Questo problema è evidente da qualche gara, ma Horner ha ammesso che gli indizi c’erano da tempo: “Analizzando i dati, all’inizio dell’anno c’erano problemi; man mano che abbiamo spinto il pacchetto più a fondo, il problema è emerso. Anche se si va indietro nei dati, l’anno scorso in alcune gare abbiamo iniziato a vedere questo problema, ad Austin e altre gare”.
L’ala da medio-basso carico adattata ad un circuito da bassissimo carico come quello brianzolo non ha certamente aiutato la prestazione, ma ancora una volta il dito dell’inglese è rimasto puntato in una direzione specifica: il bilanciamento. “Al 100% è colpa del bilanciamento. Non abbiamo un equilibrio tra anteriore e posteriore: Max non può appoggiarsi al posteriore in entrata di curva, così come Checo. Quindi si finisce per compromettere, poi si crea sottosterzo: è una linea molto sottile”. Un secondo problema deriva dalla galleria del vento, che non fa fede a ciò che si vede in pista: “I recenti aggiornamenti, pur caricando la vettura, hanno scollegato l’anteriore e il posteriore. Lo vediamo, la nostra galleria del vento non lo dice, ma la pista lo dice”.
La galleria del vento – risalente alla Guerra Fredda sarà sostituita da un nuovo impianto ultramoderno nei prossimi anni – sta dando problemi agli ingegneri, che devono unire tre serie di dati per sviluppare la monoposto: se come in questo caso i dati di galleria, CFD e pista (e simulatore) non convergono sviluppare la monoposto diventa un lavoro molto difficile: “E’ come leggere l’ora con tre orologi diversi” ha ammesso Horner. Tuttavia “la galleria del vento è forse un contributo, ma non è la ragione per cui siamo arrivati a questo punto”.
Le difficoltà nascono in ingresso di curva, Horner: “Dobbiamo ampliare la finestra di funzionamento”
Il venerdì è stata giornata di prove in pista tra il fondo di vecchia specifica e quello nuovo, dopo che Max Verstappen aveva gareggiato a Zandvoort con un fondo ibrido che presentava delle soluzioni del Bahrain. Tutto il pacchetto RB20 è sotto esame per venire a capo dei problemi: “Dobbiamo esaminare tutti gli aspetti della vettura, c’è un problema di bilanciamento della macchina che non permette ai piloti di spingere in entrata di curva”. Inoltre, come spesso accade, le correzioni effettuate con assetti diversi per curare le difficoltà producono altri problemi: “Non appena si doma il posteriore, si compromette l’anteriore. Così si finisce per avere un sottosterzo e quindi si uccidono gli pneumatici in questo modo”.
Le parole d’ordine con questa nuova generazione di vetture sono “finestra di funzionamento”, essenziale per fare funzionare le monoposto ad effetto suolo: “Quando la macchina si trova nella finestra, funziona come previsto o quasi”, ha detto il TP menzionando gare recenti come Austria e Spa. “Ma la nostra finestra è piccola ed è su questo che dobbiamo lavorare, dobbiamo ampliare la sua finestra operativa”. Da Miami la RB20 non sembra più funzionare come quella di inizio anno, e il salto da vettura dominante ad Aprile a ‘’mostro’ di Settembre è stato rapidissimo, e Horner ha espresso ottimismo da questo punto di vista: “Il fatto che possa oscillare così rapidamente da una parte, può anche tornare indietro rapidamente dall’altra”.
Le cose sono iniziate ad andare storte dal Gran Premio di Miami, prima gara persa in pista da Max Verstappen (anche per colpa di una Safety Car al momento sbagliato) e ultimo weekend di Adrian Newey con la squadra. “Avremmo avuto tutti questi problemi perché i problemi c’erano già e l’apporto di un uomo non avrebbe mai potuto essere così drammatico, così rapidamente. La situazione ha iniziato a manifestarsi a Miami e Adrian è stato coinvolto fino al venerdì di Miami”. Horner ha riposto l’intera fiducia nella sua squadra e spera che si possa trovare una soluzione rapida per tornare in corsa per il Mondiale costruttori: “Newey avrebbe lavorato con le stesse persone, la Formula Uno è uno sport di squadra. È un problema di squadra e la squadra troverà una soluzione”.