La F1 si prepara a tornare in pista nella storica location di Spa Francorchamps e con essa riprenderà anche la lotta tra Red Bull e Ferrari. Il team anglo-austriaco è al comando delle due classifiche mondiali, piloti e costruttori, ma a Maranello sono determinati a lottare per i due ambiziosi obiettivi. Mercedes sogna di potersi inserire, non tanto in questa lotta, quanto per le vittorie nei nove appuntamenti che rimangono. Se cosi fosse, potrebbe diventare un importante ago nella bilancia in favore di Red Bull o del team di Maranello. Non sono meno interessanti le lotte alle loro spalle: per il quarto posto Alpine e McLaren sono in lotta aperta, con ancora la questione Piastri da definire. E dietro si sa, finire ultimo non piace a nessuno e i distacchi a centrogruppo sono ridotti e questo ci può far sperare in gare sempre più emozionanti.
La F1 ricomincia da SPA, pista ideale per avere (nuove) risposte
Il circuito del Belgio sembra quello ideale per potersi fare un’idea di come le varie squadre entrano in questa seconda parte di campionato. Innanzitutto la pista è molto complessa e l’esigenza principale per essere competitivi è avere un auto completa. Il tracciato presenta infatti diversi allunghi importanti che lo rendono uno degli appuntamenti più selettivi per le Power Unit.
Sono qui presenti inoltre molte curve ad alta velocità dove il carico aerodinamico farà la differenza, permettendo di portare velocità maggiori a chi ne dispone in quantità elevata, nei tratti prolungati in appoggio. Non mancano nemmeno tratti insidiosi come l’ultima chicane o la prima curva, molto lenti e che esaltano grip meccanico e trazione. Il punto più storico della pista è Eau Rouge e Raidillon, ma sarà importantissimo a livello tecnico fare attenzione a Pouhon e Stevelot – come analizzato in precedenza – con un terzo settore piuttosto completo (da Campus, Stavelot fino ad arrivare a Blanchimont e infine alla Bus Stop).
In questa pista disporre di una vettura a basso drag permette di far registrare velocità di punte elevate e marcare la differenza nel primo e ultimo settore in particolare. Qui la SF90 si espresse molto bene e permise a Charles Leclerc di conquistare la sua prima vittoria e per questo la Red Bull si accredita di grandi chance alla vigila della gara. I punti tecnici, curve prolungate e cambi di direzioni invece richiedono carico aerodinamico che potrebbe fare la differenza in Qualifica, ma aiutare anche in gara nella gestione delle gomme, messe duramente sotto stress con carichi laterali importanti. Per questo avere una vettura che disponga di un ampia finestra di setup potrà aiutare di certo il lavoro degli ingegneri.
Le modifiche al circuito interessano anche Pirelli
In vista del ritorno a Spa – che l’ultima volta ha portato solo a polemiche chiuse con un cambio regolamentare per evitare la replica di quanto visto nel 2021 – l’organizzatore dell’evento ha apportato delle modifiche ad un circuito si storico, ma che necessitava di alcuni interventi. La pista è stata riasfaltata in alcuni punti ma è soprattutto la sicurezza che è stata messa al centro di questi cambiamenti. La via di fuga all’Eau Rouge è ora più ampia e anche le ghiaia, in altri tratti del circuito, è stata avvicinata alla pista. Un particolare che non è sfuggito a Pirelli che, tramite le parole di Mario Isola, ha subito posto l’accento su una ‘variabile’ che potremo avere. “Cinque curve sono state riasfaltate e in quattro di queste hanno aggiunto della ghiaia nelle vie di fuga (…) I piloti dovranno fare attenzione a questo tipo di ghiai appuntita che potrebbero finire sul tracciato”.
Spa è tra i circuiti più severi per i pneumatici per quanto riguarda le forze laterali e lo stress a cui sono sottoposti, con anche un asfalto piuttosto abrasivo. Queste caratteristiche hanno spinto il costruttore italiano a scegliere la gamma media di pneumatici (C2-C3-C4) ma aumentando i livelli di pressione: addirittura 25 psi all’anteriore con 22.5 psi al posteriore.
L’incognita meteo aumenta la responsabilità di ingegneri e muretto.
Aver sottolineato come SPA sia la pista ideale per ricominciare il mondiale non è dovuto solamente all’aspetto tecnico. Qui i piloti possono fare la differenza, ma anche le caratteristiche naturali del luogo metteranno a dura prove le squadre. Prevedere cosa succederà tra le Ardenne è impossibile alla vigilia, figuriamoci con alcuni giorni di anticipo. Elencare, come di solito facciamo, le previsione in questo modo rischierebbe solo di forviare le idee. Meteo molto attendibili, come anche quelli ufficiali della F1, danno ancora previsioni molto contraddittorie, passando da previsioni di una gara calda a quella di un weekend asciutta fatta eccezione proprio per la domenica. E’ quindi plausibile attendersi condizioni variabili e questo complicherà di sicuro i piani delle squadre.
Questa incertezza meteorologica costringerà i team a scelte anticipate per quanto concerne setup e impostazione del weekend, pur senza essere sicuro al 100% di come il weekend si svolgerà. Sarà quindi compito anche dei muretti e degli addetti alle strategie prevedere quanto più possibile l’andamento del weekend e adattarsi di conseguenze, pronti a imprevisti soprattutto durante Qualifica e Gara.
Potrebbe quindi essere un vero e proprio test per tutti, ma in particolare – visto come si è chiusa la prima parte di stagione – per gli uomini Ferrari. Anche e soprattutto loro dovranno dare delle risposte e segnali di crescita, con cambiamenti in questo reparto non più esclusi, senza ribaltoni ma con conseguenze agli errori e i limiti evidenziati fin qui. La Scuderia di Maranello vuole ribaltare il trend dell’ultimo periodo e per farlo avrà bisogno anche di migliorie sotto l’ambito della strategie, dove oggi la Red Bull eccelle.
DT39/22, la regola anti-porpoising cambierà i valori di forza?
Un’altra importante variabile che attira la curiosità di addetti ai lavori e, in parte, dei tifosi sarà quella della Direttiva Tecnica 39 del 2022, la ‘famosa’ metrica che abbiamo avuto modo già di spiegare nel dettaglio. La FIA ha fissato una valore limite di oscillazione che le vetture dovranno rispettare, altrimenti tale macchina verrà ritenuta pericolosa per la salute dei piloti e subirà un richiamo. In questa stagione prima di giungere alla sanzione massima, la squalifica, i team dovranno subire 3 richiami.
Quello che potrà cambiare però i valori in pista potrebbe essere la modifica allo skid (la tavola posta sotto la macchina che si estende centralmente per tutta la lunghezza della vettura) in particolare per quanto concerne i valori di flessibilità.
Mercedes è convinta che Red Bull e Ferrari facciano uso di questa flessione eccessiva dello skid che potrebbe costargli dai 2 ai 3 decimi. Di visione opposta invece proprio i team in lotta per il campionato, che non sono preoccupati da questo cambiamento. Visioni dunque completamente opposte, sia ufficiali che ufficiose, che ci fanno però capire come nemmeno le squadre sappiano a cosa andranno in contro.
Inoltre Spa si preannuncia un appuntamento in cui potremmo assistere ad una pioggia di penalità. Ad inizio Settembre è previsto il limite dell’omologazione dei nuovi sistemi ibridi. Da tale evento all’introduzione effettiva dei componenti aggiornati il regolamento prevede l’introduzione immediata nel caso i team non incorra in penalità (con almeno una delle due macchine) mentre avranno 5 gare di tempo i team che sarebbero obbligati ad andare in penalità.
Motori aggiornati ma non solo. La F1 riparte forte e il budget cap può essere un fattore.
Seconda parte di stagione vuol dire anche iniziare a fare ben i conti in tasca; sia nelle proprie, che in quella degli avversari. Il Budget cap è stato aumentato di circa 2 milioni di euro a causa dell’inflazione scaturita dalla Guerra tra Ucraina e Russia e le varie situazioni globali del pianeta. Questo incremento aiuterà i top team ad avere un minimo di respiro in più, mentre i team di piccola fascia non ne godranno più di tanto di questi benefici.
Red Bull, Ferrari e Mercedes sapevano – e tutt’ora pensano che accadrà – di arrivare a sforare questo limite massimo. L’impegno per loro sarà cercare di evitare di superare il tetto dei costi, con penalità ancora sconosciute a tutti nel caso il budget cap venga infranto. Molti team hanno già fatto intendere e/o annunciato di aver completato il loro programma di sviluppo (Haas) o quanto meno quello composto da sviluppi corposi (Aston Martin e McLaren), altri invece non vogliono fermarsi (AlphaTauri e Alpine). Alla fine del campionato però non saranno solo i numeri della classifica a contare, ma anche quelli dei costi dei vari team.
Red Bull è pronta a ripartire forte in SPA grazie ad un circuito ‘amico’, ma anche ad un programma di sviluppo che continuerà anche in questa seconda parte di stagione, almeno inizialmente. La Ferrari, come avevamo raccontato , conta di poter introdurre qualche aggiornamento in più rispetto ai rivali, dopo una prima parte di stagione passata a comprendere la macchina ed estrarne il massimo potenziale.
Mercedes è convinta di poter riprendere dove ha lasciato. Le curve veloci esaltano la W13 e il nuovo motore, che anche gli uomini di Toto Wolff introdurranno qui a SPA, potrà dare loro una grossa mano. Anche Red Bull si aspetta molto dal proprio aggiornamento ibrido, l’ultimo vero aiuto che arriverà da Honda. Binotto ha invece un po’ frenato sulle aspettative riguardo la Ferrari e il suo aggiornamento, ma l’obiettivo rimane quello di provare a riaprire e contendersi i due mondiali.
Nuovi motori, nuovi pezzi, nuove regole (in parte). Un circuito storico, un tempo imprevedibile e una Formula 1 che ha ancora 9 appuntamenti in cui poter regalare spettacolo. La pausa è finita, i motori tornano a ruggire, la F1 sta tornando.
Autore: Paolo D’Alessandro