La Red Bull RB20 era la vettura più attesa in questi test pre stagionali. La più chiacchierata dopo una presentazione ‘strana’, con la vettura reale ma camuffata in molti dettagli. Dal fondo, all’ingresso delle pance, ad alcune parti nello scivolo di quest’ultime. “Oggi è stata una giornata positiva”, ha fatto sapere Helmut Marko al termine della prima giornata di test. “Abbiamo completato un lavoro impressionante senza importanti problemi” facendo riferimento al completamento di ben 143 giri da parte di Verstappen, che ha chiuso in testa con un vantaggio di oltre un secondo sui diretti concorrenti.
La RB20 è più di una evoluzione ma il concetto zeropods è un’altra cosa
Qualche soluzione tecnica si era già vista nelle immagini rubate durante lo shakedown di 200 km percorsi sulla pista di Silverstone. In casa Red Bull non hanno negato di come abbiano preso ispirazione dalla Mercedes. La parte posteriore è la più evidente, con i cannoni nella parte alta del cofano motore, tuttavia, molte delle parti esterne hanno subito delle importanti modifiche. “La RB20 è più di un’evoluzione. È una piccola rivoluzione” ha infatti affermato Helmut Marko.
Cambiamenti permessi da una rivoluzione nel sistema di raffreddamento al di sotto della carrozzeria. Mentre le altre squadre si sono concentrate sul ripensare il telaio, la trasmissione ed in parte anche la meccanica delle proprie vetture, gli uomini diretti da Adrian Newey hanno stravolto il raffreddamento, miniaturizzandolo nelle pance grazie a radiatori posizionati a V e spostandone altri nella parte più alta. Per questo è apparsa la presa d’aria verticale, al di sotto di quella più classica orizzontale, e quegli innovativi ingressi di raffreddamento ai lati dell’halo.
Non arriverà mai un vero e proprio concetto zeropods sulla Red Bull RB20
La Red Bull ha ammesso di aver preso spunto dal concetto zeropods della Mercedes, tuttavia, “anche se siamo andati in una direzione simile, la nostra soluzione non è così estrema” ha affermato Marko. Rimane comunque una forzatura associare il concetto zeropods alla Red Bull RB20. Il team anglo austriaco è andato sì nella direzione di compattare il raffreddamento lungo l’asse longitudinale della vettura ma questa era solo una delle caratteristiche del fallimentare concetto del team di Brackley, nemmeno la più importante. Il concetto aerodinamico vero e proprio della RB20 è ancora molto diverso da quello della W13, ed è un ulteriore e sostanziale sviluppo del concetto dello scorso anno. A quanto capito da Formu1a.uno, non vedremo mai sulla RB20 un vero e proprio concetto zeropods, seppur nelle gare più fresche la carrozzeria potrà essere ancora più aggressiva.
La scelta di stravolgere il raffreddamento della vettura ha anche permesso alla Red Bull di utilizzare un trucco per compensare, almeno in parte e non nel modo ideale, le restrizioni dei test aerodinamici permessi dovuti alla prima posizione nel mondiale Costruttori e soprattutto alla punizione per aver superato il budget cap nel 2021 (ulteriore 10%). Per l’utilizzo degli ATR, Aerodynamic Testing Restrictions, ci sono infatti delle eccezioni, normate nella Appendice 7 del Regolamento Sportivo. Tra queste, al punto b), c’è la possibilità di utilizzare la galleria del vento “per lo sviluppo degli scambiatori di calore” relativi alla power unit, compreso l’intercooler, che non vengono quindi conteggiate tra le ore a disposizione di ogni team per sviluppare la propria vettura, “a condizione che non vi sia alcuna misurazione diretta o indiretta della forza aerodinamica durante il test”. La misura della pressione e della portata all’interno di un condotto non viene comunque considerata come una misura della forza aerodinamica, lasciando quindi dello spazio ai team per ricavare dati (parziali) da questi test in galleria del vento.
Autore: Piergiuseppe Donadoni