Leclerc non ha chiesto la testa di Binotto

Piergiuseppe Donadoni
05/12/2022

All’interno della GeS di Maranello, per dirla alla Benedetto Vigna, “[Panta rei], tutto scorre”. Sembrerebbe un dicembre non così differente dall’ordinario, con Binotto ancora impegnato nei meeting e che rispetterà gli impegni in fabbrica fino quasi a Natale, seppur l’ultimo suo giorno da Ferrarista sarà ufficialmente il 31/12, come comunicato dallo stesso team italiano nel comunicato stampa di addio. Se non fosse per le dimissioni del team principal accettate da Elkann, parrebbe non essere successo chissà che cosa. 

Fonti vicine alla Dirigenza: “La successione di Binotto è stata già definita da tempo.”

In realtà una forte agitazione e curiosità aleggia tra gli uomini della GeS e qualche nome circola. Al contrario di ciò che affermano molti fonti, solitamente ben informate, altre più vicine alla Dirigenza riportano che la successione di Binotto sarebbe già stata definita da tempo. Chiaro che il management abbia tutto l’interesse a far filtrare certe informazioni, per almeno ridimensionare le voci, molto insistenti e da più parti (non solo in Italia), che vorrebbero una certa difficoltà nel trovare il sostituto dell’ormai ex TP italo svizzero. E’ il gioco delle parti. Da quanto trapela, oltre all’ormai nota soluzione Vasseur che però continua a non convincere appieno, seppur rimanga ancor’oggi la più probabile, si parla di una rosa di altri 5 nomi. Due dei quali sono manager completamente fuori dal motorsport, cosa che un un po’ ricorderebbe ciò che fece Benetton con Briatore, mentre altri non risultano strettamente legati al mondo della F1. Del resto non lo era neanche un certo Jean Todt, seppure venisse da titoli importantissimi come direttore di Peugeot Sport. 

Leclerc

Interessante notare come non sia affatto chiaro se questi 5 nomi siano in lizza per quel posto o se entreranno tutti o comunque più di uno. Quest’ultima ipotesi sarebbe più traumatica ma per certi aspetti confermerebbe una programmazione e un progetto deciso da tempo. Cosi come non è ancora chiaro, anche a fonti di alto livello, quale filosofia di riassetto della squadra verrà utilizzata. La prima opzione, più classica, sarebbe quella di far lavorare la squadra con un team principal classico, come Frédéric Vasseur, il quale produrrebbe inevitabilmente cambiamenti profondi, non subito ma nel medio periodo. L’altra opzione è quella a cui sta spingendo forte Benedetto Vigna, favorevole alla rimozione di Binotto poichè vorrebbe che Elkann gli cedesse la responsabilità diretta della GeS a cui risponderebbero tutti i capi reparto in fabbrica: motoristi, progettazione e telaio, aerodinamica, direzione sportiva, comunicazione e cosi via. Questa seconda configurazione non cancellerebbe il possibile arrivo di Vasseur nell’organico, seppur non da vero e proprio TP ma facente parte del Race Management per curare le attività in pista. Una soluzione, quest’ultima, forse meno attraente per l’ambiente esterno ma più rassicurante per chi attualmente lavora in GeS poichè potrebbe portare meno scossoni anche nel medio termine.

Leclerc non c’entra nulla con l’addio di Binotto e la fuga di notizie dell’ultimo mese

Ciononostante, per quanto sappiamo di concreto oggi, sono due le cose che possono succedere: o l’uscita di Binotto libererà nuove energie oppure riporterà a galla paure e incertezze sopite, ben conosciute da chi è passato a Maranello nell’ultimo decennio. Perchè, anche se è ormai noto che il rapporto con Elkann sia stato molto problematico, una volta che John ha assunto maggiori poteri dopo l’addio di Camilleri nell’autunno dello scorso anno, Binotto ha fatto da parafulmine anche ad una proprietà spesso assente. Una assenza, voluta o meno, che non ha di certo aiutato l’ingegnere italo svizzero nel battere i pugni su diversi fronti ‘esterni’ alla pista, ma non meno importanti in una F1 sempre più politicizzata. L’aiuto di Jean Todt era proprio finalizzato a ciò. Indipendentemente dalla figura e dallo spessore di Binotto, una persona sola per quanto brava, non lo può fare se non ha l’autorevolezza e soprattutto le spalle coperte dalla proprietà.

Leclerc

Solo il tempo ci dirà cosa la Ferrari guadagnerà da questo taglio e cosa invece andrà a perdere, ma è chiaro che in tempi brevi servirà riconoscere nitidamente una struttura autorevole e stabile alla guida di una GeS, attualmente costruita ad immagine e somiglianza da Mattia Binotto. Per dirne una, non sarebbe presa bene da chi è cresciuto molto in questi ultimi anni, la scelta di riportare un ex come Resta nel ruolo di Direttore Tecnico.

Qualcuno ha alluso che Leclerc abbia spinto molto per mettere pressione alla dirigenza su Binotto. Non è vero. Nonostante non abbia nascosto i suoi malumori per gli errori in pista, non era e non è nella posizione di chiedere la testa di un team principal. Il quale, peraltro, ha puntato da sempre su di lui mettendolo sotto contratto per 5 anni. Ricordando che, se fosse stato per Arrivabene, Leclerc sarebbe rimasto un altro anno in Alfa Romeo, con Kimi Raikkonen riconfermato in Ferrari. Leclerc ha chiesto a Binotto – non alla dirigenza – di trovare un modo per migliorare su alcuni fronti come le strategie, ricevendo rassicurazioni su un processo che sarebbe avvenuto a stagione conclusa. Insomma, Leclerc non ha mai by passato la figura del Team Principal o spinto per un cambio. Ha parlato con Binotto e non di Binotto. Cosi come il monegasco e il suo entourage centrano poco con la fuga di notizie che hanno riguardato l’ex TP della Scuderia; sia quelle relative alla sua rimozione e sostituzione (ipotesi Vasseur), che quelle delle sue dimissioni. 

Autore: Giuliano Duchessa

Co Autore: Piergiuseppe Donadoni

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