L’inscrutabile midfield: Alpine, AlphaTauri, Haas e Alfa Romeo

admin
4 Apr, 2022

L’inscrutabile midfield: Alpine, AlphaTauri, Haas e Alfa Romeo

Formula 1 – soprattutto quando un cambio di regolamenti rimescola le carte in griglia – risulta difficile individuare una distinta gerarchia tra i team ad inizio stagione. Se da un lato la situazione al top sembra salda nelle mani di Ferrari e Red Bull, con Mercedes in un “limbo” tra i due team rivali ed il resto della griglia, la zona di mischia risulta ancora difficile da ordinare con certezza – sebbene una prima valutazione sia del tutto possibile.

Tra questi, tre team emergono come punte particolarmente interessanti nel midfield: Alpine, Haas e Alfa Romeo – a tratti, sembrerebbe, in grado di sfidare una zoppicante Mercedes per il titolo di “Best of the Rest”.

Alpine: motore rivoluzionato per cercare le performance, l’affidabilità arriverà

Alpine ha iniziato la stagione in maniera positiva, mettendo in entrambi gli appuntamenti le due vetture in Q3 e sfiorando la possibilità di ottenere punti entrambe le volte se non fosse stato per il ritiro di Fernando Alonso. Cause sfortunate in quel di Sakhir, ma anche un buon potenziale espresso dalla vettura, in maniera anche un po’ inattesa.

In Bahrain ed a Jeddah, Alpine ha scelto due configurazioni abbastanza scariche di ali posteriori, che hanno consentito ad entrambi i piloti di essere tra i primi per riferimenti cronometrici sul dritto. A questa scelta – fatta anche da Red Bull – si aggiungono i progressi della nuova Power Unit, che ha fatto un salto prestazionale in avanti – tanto da poter essere ora paragonata a quella Mercedes.

Le nuove pance portate da Alpine in Bahrain hanno lo scopo di estrarre maggior carico aerodinamico dal fondo vettura – Illustrazione Rosario Giuliana

I tecnici dì Viry-Chatillon hanno ricevuto un chiaro input: trovare prestazione prima del congelamento, l’affidabilità verrà. Un giusto compromesso per accorciare l’importante ritardo dai top di fine 2021. Ricordando che gli ingegneri di Viry Chatillon hanno deciso di scegliere un layout utilizzato fin dal 2014 da Mercedes e, da qualche stagione a questa parte, anche da Honda. Stiamo parlando della separazione del turbocompressore, con lo spostamento della parte fredda, il compressore, nella parte anteriore dell’endotermico francese.

Anche Fernando Alonso ha sottolineato come il motore sia uno dei fattori più positivi del pacchetto complessivo, seppur in Australia dovrà utilizzare nuove componenti dopo i problemi alla pompa dell’acqua intervenuti a Jeddah. Buone notizie invece per l’unità sostituita dopo il Gp del Bahrain, che potrà essere riutilizzata nel corso della stagione. “Da quest’anno pensiamo di giocarcela allo stesso livello dei migliori, per questo siamo molto contenti del nostro motore. Sia in Arabia che in Bahrain siamo stati in grado di ingaggiare sfide sui rettilinei con altre vetture, quindi vedremo se ciò accadrà di nuovo” ha affermato il due volte campione del mondo spagnolo, che poi ha comunque parlato di “power unit Ferrari ed Honda ancora un po’ più avanti anche se ci manca una seconda squadra di riferimento. I dati sono incoraggianti anche se dobbiamo continuare a studiare i problemi che abbiamo avuto nelle prime due gare e risolverli per il resto della stagione”. Proprio lo spagnolo aveva il passo migliore in Arabia: la lotta con Ocon ha fatto perdere 8 secondi ad entrambi, che è piuttosto spiacevole, ma il massimo risultato possibile sarebbe stato comunque il sesto posto colto.

La A522 di Alpine ha mostrato buone doti nei tratti veloci di pista – come nella chicane del primo settore a Jeddah, o nelle curve 5-6-7 in Bahrain – ma nel primo appuntamento della stagione ha sofferto molto le curve lente, e poi in gara di un eccessivo degrado gomme. La Power Unit francese ha fatto sì un salto in avanti, ma, soprattutto in Arabia Saudita, manca ancora di performance rispetto a Honda e Ferrari, in particolar modo nel tratto di fine rettilineo dove solo una migliore efficienza aiuta a ‘nascondere’ il clipping di potenza.

Haas efficiente, Alfa Romeo la più completa ma è più ‘fragile’

Alpine si ritrova a battagliare con AlphaTauri e due solide scuderie rivali: Haas e Alfa Romeo.Sul team italiano con sede a Faenza c’erano molte aspettative, fin qui deluse principalmente per una questione di affidabilità. L’AT03 è stata afflitta da problemi alla trasmissione, generalmente attribuiti all’idraulica proprietaria e non Red Bull.

La nuova vettura italiana è molto lontana dalle prestazioni della casa madre, soprattutto nella parte di effetto suolo e porpoising che Red Bull è riuscita a gestire fin da subito perfettamente, non in quel modo invece la squadra italiana. Non deve quindi sorprendere che la AT03 sfrutti ali notevolmente più cariche rispetto allaRB18.

I team clienti del Cavallino hanno beneficiato dei miglioramenti della Power Unit Ferrari 066 e così possono lottare col centrocampo di questa nuova generazione di F1. Il merito è certamente anche di scelte coraggiose e autoctone – specie per Alfa Romeo, che ha una sospensione posteriore tutta sua – e dell’ottimizzazione delle risorse a loro disposizione.
Non è un caso che questi tre team si siano trovati a battagliare per le posizioni dietro i big; a Jeddah Magnussen ha persino combatutto con – e vinto su – Hamilton, qualcosa di impensabile solo due mesi fa. Tutto questo mentre – almeno per il momento – McLaren, Aston Martin e Williams stentano a mostrare dei veri punti di forza da cui progredire.

Se, in entrambi i primi due Gran Premi, Alpine ha scelto una configurazione più scarica rispetto ad Haas e Alfa Romeo, i clienti Ferrari, potendo contare su cavalli in più da spremere, possono concedersi una configurazione più carica, seguendo un po’ la filosofia di compromesso della F1-75.

La Haas – con Simone Resta come capo progettista, ed il supporto di Ferrari e Dallara – ha messo in pista una vettura piuttosto efficiente che in entrambi gli appuntamenti ha fatto registrare punte velocistiche tra le più elevate del weekend – i migliori dei motorizzati Ferrari in rettilineo, nonostante l’uso di ali non cosi scariche. Questo vantaggio permette loro di cercare carico tramite i profili alari, e non temere troppo le curve.

La VF-22 sembra avere una piattaforma piuttosto stabile che riesce a garantirsi una ottima gestione delle nuove Pirelli da 18″. Come caratteristiche, la nuova vettura italo-americana si dimostra la più efficace nelle curve medio-veloci, non avendo sufficiente grip meccanico in quelle lente e soffrendo un po’ di instabilità nei cambi di direzione. Questo potrebbe farla soffrire leggermente più della C42 su un circuito come l’Albert Park.

Nella lotta di metà classifica la C42 di Alfa Romeo sembra essere la vettura più completa, pur non eccellendo in nessuna specifica area tecnica: la gestione della gomma è un punto di forza della vettura svizzera, abile nei cambi di direzione grazie anche al suo “peso piuma”, buon carico aerodinamico e meccanico espresso nelle curve lente regalano un’ottima maneggevolezza. La Power Unit Ferrari si sposa bene con suoi punti di forza, tramite l’erogazione della potenza in trazione.

Il principale nemico di Alfa Romeo, tuttavia, in questo momento è l’affidabilità. A Jeddah, Bottas si è ritirato ai box a causa di un problema relativo al surriscaldamento della Power Unit. Sia in Bahrain che a Jeddah, vi sono poi stati dei problemi meccanici alla frizione, con fastidiose vibrazioni che ne limitano l’efficacia e non permettono alla C42 di effettuare buone partenze.

Se Ferrari e Red Bull sembrano ora lottare in una lega a parte con Mercedes che insegue, Alpine, Alfa Romeo, Haas e AlphaTauri sembrano racchiuse in pochi decimi, talvolta in centesimi. Restano invece indietro i clienti Mercedes – tutti sul fondo della classifica con McLaren, Aston Martin e Williams in netto ritardo nella comprensione delle auto.

Questo complica in maniera significativa le loro fasi si sviluppo, che come abbiamo scritto, questa stagione vedrà una lotta parallela a quella in pista.
Autore: Paolo D’Alessandro
Co Autore: Giuliano Duchessa
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