McLaren, Andrea Stella: “Non siamo lontani dalla Ferrari”

Loris Preziosa
28/03/2024

Una delle scuderie che lascia l’Australia con il sorriso è la McLaren, dopo una tre giorni in cui è emersa una competitività che apre spiragli incoraggianti per le prossime gare. Se la scuderia di Woking non è parsa all’altezza della Ferrari, sia sul fronte qualifica, che gara, i passi avanti compiuti le relegano comunque il ruolo di terza forza. Quello che nei primi due round era parso un testa a testa fra McLaren e Mercedes, dopo l’Australia possiamo affermare come la forbice fra i due team si sia aperta non poco, a favore del trend positivo incanalato dalla brigata di Andrea Stella.

Andrea Stella: “La Ferrari non è lontana, incoraggiante per il Giappone”

A valle della tappa di Melbourne, il team principal della McLaren ha commentato la gara in Australia spiegando come i fattori da fronteggiare non fossero pochi: Si è trattato di una gara con un alto grado di incertezza per quanto riguarda il comportamento delle gomme dure,” ha spiegato. “E in effetti, abbiamo visto che c’erano sicuramente alcune vetture solitamente veloci, che non lo erano perché non gli funzionavano bene le gomme. Uno di questa è la Red Bull.” Il ritiro di Max Verstappen ha messo in corsa la McLaren per la vittoria di tappa, un risultato non arrivato a fronte di un passo complessivamente migliore espresso dalla Ferrari. Appurato ciò, in uno scenario di questo tipo l’aspetto strategico è diventato cruciale per provare a fare qualcosa di diverso al fine mettere pressione alla rossa: “Abbiamo fermato prima Oscar, usando un strategia aggressiva, perché volevamo superare Leclerc. Ma anche Leclerc ha deciso che era una buona idea fermarsi ed è entrato nello stesso momento, forse perché ascoltava la nostra radio. Prendersi lo stesso rischio con Lando era inutile, hanno una macchina più veloce.” Infatti sebbene a tratti Lando Norris avesse mostrato un passo in linea con quello della Ferrari di Charles Leclerc, la costanza di passo espressa dalle due monoposto di Maranello era di un gradino superiore a quello delle McLaren. Un fattore che però non ha scoraggiato Andrea Stella, che anzi vede la Ferrari come un target alla portata, soprattutto nell’ottica della prossima gara in Giappone, dove la MCL38 potrebbe ben sposarsi con il layout di Suzuka: “La notizia positiva è che la Ferrari è più veloce ma non molto più veloce. Eravamo molto vicini, il che penso sia incoraggiante per il Giappone, una pista che ha un rapporto più elevato tra curve di velocità medio-alta rispetto a quelle di bassa velocità.”

McLaren

La crescita di Oscar Piastri nella gestione gomme

Andrea Stella ha poi preso in esame lo scambio di posizioni fra Lando Norris e Oscar Piastri, con il pilota australiano che ha ceduto la terza posizione al compagno nel tentativo di recuperare su Leclerc: “In Australia ogni giro che guadagni con le tue gomme, rende la tua macchina molto, molto più veloce di qualcuno che si è fermato prima di te. Perché le gomme perdono quasi tra mezzo decimo e un decimo al giro. Quindi Lando avrebbe sempre superato Oscar. Abbiamo chiesto lo scambio per evitare che ciò avvenisse attraverso una lotta non necessaria.” Il team principal della Mclaren ha poi spiegato come Piastri sia stato protagonista di una crescita sul fronte della gestione gara, avvicinandosi sempre di più al livello di Norris: “Lando e Oscar vanno più o meno allo stesso ritmo. E’ estremamente incoraggiante pensare che questo miglioramento sia arrivato già all’inizio della sua seconda stagione. Ad esempio, se pensi a quanto ha ancora da guadagnare da questo punto di vista, penso che sia qualcosa di molto positivo per il suo futuro.” Così Andrea Stella, che ha specificato come nel caso dell’Australia ciò lo si sia potuto osservare nella gestione del graining o nella costanza espressa nel secondo stint. Il team principal italiano ha voluto poi sottolineare come uno degli aspetti fondamentali della crescita di Piastri sia stata la maggior consapevolezza acquisita grazie al lavoro a stretto contatto con gli uomini del team: “Quando sei un rookie, devi in ​​qualche modo entrare nel problema e poi capire come ci sei arrivato. Quindi penso che questo sia il meccanismo grazie al quale ora è molto più consapevole che alcune condizioni potrebbero portare ad alcuni problemi. E’ una messa a punto, quasi come un esercizio di autocalibrazione attraverso l’esperienza.”

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