McLaren ha mostrato che Red Bull é sotto attacco?

Giuliano Duchessa
07/05/2024

Lando Norris ha vinto la sua prima gara con autorità, respingendo Verstappen e Leclerc nella corsa degli ultimi 25 giri. Per prima volta nel 2024 la Red Bull di Verstappen è stata battuta in pista: il passo gara della McLaren si è rivelato globalmente il migliore a Miami, il colpo fortunato con la Safety Car ha bilanciato la cattiva qualifica e consegnato a Lando Norris la prima vittoria in carriera, senza dover sorpassare in pista. Nonostante la caduta del primo giorno di qualifica, l’inglese ha mostrato che gli aggiornamenti introdotti dagli ingegneri di Andrea Stella e Rob Marshall – almeno in America – hanno subito migliorato il ventaglio di impostazioni dell’auto e le velocità in rettilineo, con vantaggi massicci, quantificabili in 4 decimi al giro per l’auto di Norris e solo 1.5 decimi per Piastri.

Il problema cronico alle basse velocità è stato ulteriormente mitigato, tuttavia perde ancora qualcosa nei tratti lenti che richiedono tanto angolo volante, seppur non quanto nelle gare precedenti. In Qualifica le perdite si sono aggirate intorno al decimo rispetto a Red Bull. In gara il deficit si è allargato ‘solamente’ a due decimi; la vettura di Woking è migliorata anche aerodinamicamente, con più efficienza complessiva che permetteva a Norris e Piastri di essere più pericolosa della Ferrari nei rettilinei. Il massiccio pacchetto, che sembra aver eliminato alcuni vecchi difetti come il drag, sarà presente interamente anche sulla vettura di Piastri a Imola e potrà essere ulteriormente ottimizzato e compreso in queste due settimane di pausa. In Emilia Romagna la McLaren potrebbe stupire ancora considerando le caratteristiche non sfavorevoli del tracciato.

Ferrari ha svolto una buona prova con una SF-24 ancora nella ‘versione Bahrain’, ha potuto limitare e diminuire il distacco da Verstappen a solamente un decimo, confermando le prestazioni mostrate in qualifica. E’ stato un buon fine settimana da un punto di vista esclusivamente prestazionale e il podio di Leclerc non era rubato. Sainz era davanti a Norris ma il tempismo della SC lo ha condannato. I giudici lo hanno penalizzato ancora per una scivolata su Piastri.  La vettura di Maranello era in buona misura a livello di Verstappen, tuttavia è stata superata nel ‘race pace’ dall’aggiornamento McLaren su un tracciato che alla vigilia più favorevole alla Rossa. L’approccio degli ingegneri è stato quello di puntare sui curvoni in appoggio, il degrado degli pneumatici è stato nullo, sia Leclerc che Sainz sono stati i più veloci nel tratto a media e alta velocità del primo settore, per poi perdere maggiormente nelle curve più lente specialmente con tanto carburante a bordo. La SF-24 e la MCL38 soffrono ancora i cambi di direzione rapidi nella prima metà di gara, cioè lo spostamento laterale del carico quando le vetture sono al massimo peso. Red Bull fa la differenza proprio lì: le prime due curve e la chicane del secondo settore premiavano Max Verstappen fino all’ultima parte di gara, quando le monoposto si sono alleggerite. Nonostante il caldo il principale problema per la Rossa è stata quella di ‘accendere’ gli pneumatici a inizio stint, sia sulle medie che sulle dure: nella prima fase il ritardo rispetto a Verstappen si aggirava intorno ai due decimi, per poi via via eguagliare il passo del campione del mondo olandese.

Red Bull forse non ha massimizzato l’assetto del fine settimana, in aggiunta Horner ha anche rivelato un danno nella zona del fondo-diffusore sotto la RB20, non é chiara l’entità ma Verstappen ha minimizzato, naturalmente non poteva aiutare l’olandese nella seconda parte di gara.
La grande forza della monoposto di Milton Keynes non può essere cancellata da una gara sotto tono e rimane quella di essere competitiva in tutte le condizioni, sia in qualifica che in gara. Pur riuscendo sempre ad accendere correttamente gli pneumatici, non sta distruggendo la concorrenza come nella sua serie più dominante. A Imola ci sarà un secondo aggiornamento per le RB20. La forza in qualifica, potrebbe restare lo strumento cruciale per tenere a bada una arrembante McLaren dalle idee molto chiare e una Ferrari che dopo sei gare è finalmente chiamata alla verifica in pista del suo primo pacchetto di aggiornamenti denominato 2.0.

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