Il Circus Iridato è andato in vacanza con una serie di punti interrogativi, in positivo, dopo una prima metà di stagione caratterizzata dall’alternarsi dei valori in campo fra top team, regalandoci weekend spettacolari. In questo scenario però è emersa una certezza riconosciuta all’unanimità dal paddock. In questo momento la McLaren dispone complessivamente della vettura migliore fra le concorrenti che si giocano le posizioni più importanti. Grazie agli sviluppi tecnici, la scuderia di Woking ha scalato il gruppo in termini di prestazioni, fino ad avere una monoposto sempre in grado di giocarsi le vittorie. Nonostante la piena promozione, non mancano però alcuni dettagli su cui servirà lavorare in vista della seconda parte di campionato.
McLaren: la direzione c’è, ora è necessario sistemare alcuni aspetti e concretizzare il potenziale
Se riavvolgessimo il nastro di un anno e mezzo, ci troveremmo di fronte uno scenario diametralmente opposto rispetto a quello attuale. All’inizio del mondiale dello scorso anno la McLaren si era trovata in più occasioni nel ruolo di fanalino di coda del gruppo. L’umiltà e il duro lavoro imposti da Andrea Stella e da Zak Brown avevano portato già degli ottimi risultati a partire dalla metà del 2023, con una monoposto rivoluzionata che aveva chiuso il mondiale con ottime prospettive. Ciò dimostra come le basi del salto di qualità definitivo siano state compiute nella scorsa stagione, per poi procedere quest’anno con un lavoro di rifinitura che ha portato la scuderia di Woking a giocarsi le vittorie con costanza. Sebbene l’inizio del 2024 potremmo definirlo in sordina, con un deficit nei confronti di Red Bull e Ferrari, con l’introduzione dei primi sviluppi stagionali si è potuta osservare la portata del lavoro compiuto dal team britannico. Il primo pacchetto dato in dotazione a Lando Norris a Miami ha dato immediatamente i suoi frutti, con il primo successo stagionale, nonché della carriera dell’inglese. Da quel momento è stata storia a sé, con una striscia di 10 podi consecutivi che continua a permanere, fra cui brilla la prova di forza imposta in Ungheria, con la doppietta.
Lo slancio firmato dalla McLaren, le ha permesso di mettere nel mirino la Ferrari nella graduatoria dei costruttori, per poi sopravanzarla e prendersi il secondo posto alla vigilia della sosta estiva. Si tratta di un trend che ha messo il team di Woking nella condizione di poter estendere le proprie ambizioni, puntando al titolo costruttori. Alla brusca frenata della Ferrari, si è aggiunta anche la flessione della Red Bull, che da ormai diverse gare non morde come eravamo abituati a vedere. Ma non è tutto oro ciò che luccica. Sebbene in un ipotetico pagellino la McLaren uscirebbe dal ‘primo quadrimestre’ con il titolo di migliore della classe, le sbavature da limare non mancano certamente. Nelle tappe estive, in cui il team ha disposto per più weekend della vettura migliore, la sensazione è quella che si sia raccolto meno di quanto è stato seminato. Considerando che l’ultima vittoria targata Max Verstappen risale al GP di Spagna, nelle quattro tappe successive la McLaren ha bissato un solo successo, in Ungheria. Un dato che lascia dell’amaro in bocca, soprattutto alla luce delle sbavature che sono state commesse in più occasioni a livello di scelte o strategie. Bisogna poi considerare l’aspetto della comunicazione, che in alcuni frangenti ha lasciato trasparire alcune crepe. Fra queste in pole c’è senz’altro il caos diplomatico scoppiato proprio in occasione della doppietta di Budapest, nella gestione della posizione dei piloti in gara. A posteriori possiamo definirlo soltanto un ‘dolce problema’, visto che non ha messo nell’ombra la prova di forza mostrata nel penultimo GP prima della pausa estiva. E proprio pensando all’immediato futuro, con il ritorno in pista a Zandvoort, la McLaren potrebbe riassaporare un weekend di simile portata. Il tracciato di casa Max sulla carta potrebbe sposarsi bene con le caratteristiche della MCL38, offrendo l’opportunità di imporsi con forza.
Norris-Piastri: il ‘dolce problema’ di Andrea Stella
In questo scenario di superiorità tecnica, un ostacolo che nelle ultime gare si frapposto fra la McLaren e il trofeo del primo posto, è da relegare alla Mercedes. Il salto di qualità compiuto dalla W15 fra inizio stagione e metà campionato, ha portato la stella a tre punte ad aggiudicarsi ben tre delle ultime quattro gare. Impossibile dunque escludere dalla partita la scuderia di Brackley, che si candida fermamente per ulteriori successi nella seconda parte del campionato. Alla McLaren servirà il miglior contributo da parte di entrambi i piloti, uno su tutti Lando Norris, che è il primo inseguitore di Max Verstappen, quantomeno a livello di classifica. Il pilota britannico, dopo il primo successo centrato a Miami, ha accusato la pressione in più occasioni, complicandosi la strada per risultati importanti. Tornano alla mente situazioni come gli errori in partenza in Spagna, Ungheria e Belgio, nonché l’esuberanza nei duelli con Verstappen in Austria. Una tensione, talvolta trasparita anche dalle interviste, figlia forse anche della crescita del compagno Oscar Piastri. L’australiano si è reso protagonista di uno step in avanti a livello di maturità in pista e non solo, culminato con il suo primo successo in F1 a Budapest. Il paragone per identificare la coppia McLaren è stato più volte relegato ai due galli nel pollaio, ma per Andrea Stella si tratta soltanto di un dolce problema, perché gli ostacoli tecnici sono una questione legata al passato. Il pacchetto della scuderia di Woking permette all’ingegnere italiano e alla sua equipe di poter ampliare i propri orizzonti. Se il titolo costruttori è un target alla portata (-42), le 78 lunghezze che separano Norris da Verstappen restano uno scoglio difficile da colmare in 10 gare. In ogni caso il futuro per il team di Woking non può che essere roseo, anzi papaya, perché la direzione intrapresa è quella giusta.