Mercedes, analisi GP Giappone: un danno all’ala ha rallentato Hamilton

Luca Manacorda
11 Apr, 2024

La Mercedes ha chiuso il GP Giappone con George Russell in settima posizione e Lewis Hamilton in nona. Un risultato decisamente deludente su cui ha pesato in particolare il primo stint con gomma Hard, montata dal team su entrambe le monoposto prima della seconda partenza. La prima parte di gara è stata la più difficile per i due piloti e, oltre alla gomma che non ha funzionato bene, altri problemi si sono aggiunti a complicare la loro prestazione.

La scelta di ripartire con le Hard e il problema di scivolamento

Ad analizzare la gara della Mercedes a Suzuka è stato Andrew Shovlin, direttore degli ingegneri di pista. Il primo tema di discussione è la decisione del team di far ripartire i due piloti con gomme dure dopo la bandiera esposta per l’incidente tra Alex Albon e Daniel Ricciardo: “Abbiamo cercato di fare un po’ diversamente dagli altri top team – ha spiegato Shovlin – Sarebbe stato sicuramente più semplice fare una sola sosta con due set di Hard piuttosto che con una Medium e una Hard e, per via della bandiera rossa, avevamo già utilizzato la Medium. Il fatto che il regolamento ti permetta, anche se hai fatto un solo giro prima della sospensione, di utilizzare poi solo le gomme Hard era uno dei motivi. Poi guardando dietro sulla griglia non c’era davvero alcuna minaccia da parte di altre squadre, erano più lenti. Il problema è stato che alla fine dei nostri stint sulle Hard non eravamo abbastanza veloci e stiamo cercando di capire perché, ma alla fine la nostra scelta era cercare di rendere più semplice la strategia a una sosta“.

Hamilton (MErcedes)

2024 Japanese Grand Prix, Sunday – LAT Images

A differenza di ciò che sperava la Mercedes, però, il primo stint si è rivelato davvero deficitario. Shovlin ha sottolineato le difficoltà di cui aveva già accennato Toto Wolff subito dopo la gara: “Le gomme a Suzuka restano piuttosto calde. C’è un po’ di surriscaldamento e quando sei nel traffico il grip diminuisce, causando un po’ più di scivolamento e nello specifico abbiamo avuto problemi nelle curve lente. A Suzuka ci sono un tornante e la chicane, era lì che stavamo perdendo buona parte del tempo ed è stato abbastanza difficile quando siamo arrivati a quella fase dello stint dove, come detto, tutto peggiorava quando avevamo una macchina davanti. Era difficile far girare la monoposto e, man mano che le gomme invecchiavano, lo scivolamento aumentava e con esso le temperature, aggravando il quadro. Non direi che abbiamo una comprensione del problema, è uno dei compiti in cui ci impegneremo nei prossimi giorni, cercando di capire perché abbiamo perso molto di più, ad esempio, rispetto a Leclerc che ha fatto un ottimo primo stint molto più lungo“.

La decisione di tornare su una gara a due soste

La situazione venutasi a creare ha iniziato a rendere evidente come la strategia a una sosta non fosse in realtà possibile dopo un primo stint del genere. A gara in corso la Mercedes ha così deciso di passare sulle due soste, montando un secondo set di Hard a cui ha fatto seguire un set di Medium per l’ultimo quarto di gara, con Russell e Hamilton rientrati al giro 37 e 39 per il loro ultimo pit stop: “Alla fine del primo stint ci siamo resi conto che la strategia a una sosta non era possibile – ha commentato Shovlin – Abbiamo mantenuto aperte le opzioni, siamo rimasti fuori un po’ più a lungo nel secondo stint per creare un po’ di gap. Avremmo potuto beneficiare di una Safety Car, ma non c’è stata. Ora abbiamo analizzato le curve con gomme Hard e Medium e non sembrano essere molto diverse. A fine gara faceva più fresco, questo potrebbe averci aiutato, ma il secondo e il terzo stint sono andati bene. Sappiamo che c’è un divario di buone dimensioni con la Red Bull che dobbiamo colmare e c’è un piccolo divario con Norris e con le Ferrari su cui dobbiamo lavorare. Ma certamente le prestazioni della vettura sono state quelle che ci aspettavamo, negli ultimi due stint“.

Le vibrazioni sulla vettura di Russell

La gara di Russell è stata ulteriormente complicata da un bloccaggio che ha costretto il britannico a completare la prima parte di gara con uno flat spot all’anteriore: “Ha avuto un bloccaggio in curva 2, ha fatto un buon lavoro cercando di non rendere la situazione troppo brutta – ha detto a riguardo Shovlin – Quando i piloti si trovano in quella situazione, si trovano una parte piatta della ruota che gli farà venire il mal di testa entro la fine dello stint. Quello che ha cercato di fare è stato semplicemente mantenere la ruota in rotazione, in modo da non trasformare quel punto in un grande flat spot. È un po’ irritante, devi conviverci, ma ha fatto un buon lavoro, nel senso che non era un problema tale da costringerlo a rientrare per cambiare gomme“.

Russell (Mercedes)

2024 Japanese Grand Prix, Sunday – LAT Images

Il danno all’ala anteriore sulla monoposto di Hamilton

Anche per Hamilton la ripartenza a Suzuka non è stata ideale. Il britannico ha avuto un leggero danno all’ala anteriore della sua Mercedes W15 che gli ha provocato del sottosterzo, motivo per cui abbiamo sentito nella prima parte di gare il sette volte iridato chiedere via radio se doveva lasciare strada a Russell. Shovlin ha spiegato: “Ha perso un po’ di carico aerodinamico e questo ha reso la macchina un po’ più sottosterzante. La pista era calda, avevamo tolto un po’ di ala per questo, ma quella ulteriore perdita gli ha causato problemi nel primo stint. Al pit stop non abbiamo cambiato l’ala, ma abbiamo potuto mettere un po’ di angolo di flap, riportando l’auto in una posizione molto migliore. Sicuramente questo si è aggiunto ai problemi che abbiamo avuto nel corso del primo stint“.

Danno Hamilton

Negli ultimi giri, Hamilton si trovava in nona posizione con un vantaggio di quasi un minuto su Yuki Tsunoda. C’era margine per richiamarlo ai box per un ulteriore cambio gomme con l’obiettivo di prendere il punto addizionale per il giro veloce, ma la Mercedes ha preferito tenerlo in pista. A riguardo, Shovlin ha spiegato: “Lo spazio alle spalle c’era, ne stavamo parlando. Il motivo per cui abbiamo deciso di non farlo è che non eravamo sicuri se si sarebbe avvicinato abbastanza a Piastri, non sapevamo cosa sarebbe successo con George che si stava avvicinando ad Alonso. Quindi c’erano ragionevoli possibilità di avere della bagarre e ovviamente saremmo dovuti rientrare al penultimo passaggio perché serviva fare il giro di uscita prima di provare il giro più veloce. In quel momento non eravamo ancora pronti a escludere del tutto la possibilità che Lewis riuscisse a conquistare una posizione o che succedesse qualcosa con George e Alonso che potesse metterlo in gioco. Quindi, abbiamo semplicemente ritenuto che il tipo di guadagno al rialzo fosse sufficiente per lasciarlo fuori pista“. Chissà se su questa valutazione ha inciso il fresco ricordo del discusso incidente avvenuto proprio a fine gara a Melbourne, quando Russell è finito fuori pista dopo un inaspettato rallentamento di Alonso…

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