Mercedes: da Imola a Spielberg, le tappe del recupero a 360° della W15

Andrea Vergani, Piergiuseppe Donadoni
10/07/2024

Lewis Hamilton e la Mercedes sono tornati alla vittoria a Silverstone, al termine di una gara perfetta da parte del pilota di casa e sostenuto dalla migliore Mercedes della stagione, che dopo Spielberg è riuscita a conquistare anche Silverstone in maniera altrettanto spettacolare. Le qualità di Hamilton e del più sfortunato George Russell sono state cruciali nel corso del fine settimana, facendo la differenza rispetto agli imperfetti Verstappen e Norris, in qualifica, e il team McLaren in gara. Le condizioni atmosferiche e il tracciato nel Northamptonshire si sono rivelate perfette per le caratteristiche della W15. Le condizioni di freddo, low grip ed un tracciato front-limited avvicinano infatti molto la W15 alle Red Bull RB20 e Mclaren MCL38 rispetto soprattutto a condizioni più calde e circuiti rear limited, come per esempio l’Austria. “A Spielberg abbiamo vinto a causa dell’incidente tra Max e Lando ma non eravamo molto lontani, a poco più di due decimi al giro su una pista che in passato non ci piaceva molto.” ha confermato Toto Wolff nel post gara di Silverstone.  

Mercedes prima forza in Gran Bretagna, solo lo stint misto ha messo in discussione una vittoria meritata

In condizioni di asciutto, la Mercedes si è dimostrata prima forza davanti a McLaren e Red Bull, con un vantaggio di circa 1 decimo su Norris e Piastri e di addirittura tre decimi rispetto a Max Verstappen. Tuttavia, nel primo stint, l’errore di Lando Norris in partenza ha permesso a Russell e Hamilton di accumulare un distacco di 3 secondi sul connazionale, che senza l’errore in qualifica avrebbe potuto impensierire maggiormente il duo Mercedes nelle primissime fasi di gara. Piuttosto, sono stati i giri tra il 17 e il 25 a mettere in discussione la vittoria del team di Brackley a casa loro: in condizioni miste, tra l’asciutto e il bagnato, non è un segreto che le caratteristiche della Mclaren MCL38 permettano ai loro piloti di mantenere più a lungo la temperatura soprattutto sugli pneumatici anteriori, con Norris che è così riuscito a guadagnare 6 secondi sul sette volte campione del mondo (una media di 7 decimi al giro più veloce). 

Il più veloce in pista in quel frangente è stato però Oscar Piastri, che ha disputato una grande gara nel Regno Unito, girando quasi un secondo al giro più veloce di Hamilton e di due decimi sul compagno di squadra. L’australiano è stato vittima però del primo di tanti errori da parte di McLaren, che ha scelto di non fare il ‘double-stack’ con i suoi piloti nello stop per le intermedie. Una volta montate le gomme verdi però, Hamilton è tornato a guadagnare sullo stesso Norris mettendo pressione a lui e McLaren nella fase di pit stop, facendo sbagliare la mescola nella scelta condivisa tra Lando e la sua parte di team. Una Soft che ha funzionato in modo perfetto sulla W15, permettendo a Lewis Hamilton di mantenere un buon distacco sullo storico rivale olandese e consegnandogli così la nona vittoria a Silverstone. 

Da Imola, passando per Montecarlo e Spielberg, il recupero tecnico della W15 è a 360°

Il recupero tecnico iniziato da Imola, passando per i cruciali appuntamenti di Montecarlo e Austria, sta dando risultati impensabili a chi osserva la F1 dall’esterno ma non alla parte tecnica di Mercedes, che ha sempre creduto (sin dai test in Bahrain) nella bontà del progetto 2024. Dopo una prima fase di stagione con importanti problemi di bilanciamento, la chiara comprensione che uno dei più importanti problemi della W15 era l’innovativa ala anteriore ha sbloccato quell’importante potenziale fin lì nascosto. “L’ala anteriore che abbiamo portato a Montecarlo non è stata miracolosa ma ci ha permesso di raggiungere il bilanciamento che volevamo.” ha fatto sapere Toto Wolff nel post Silverstone GP. Quindi, eliminando quel fastidioso sovrasterzo alle alte velocità o sottosterzo alle basse, in base a come veniva assettata la W15, per avere invece un equilibrio più genuino tra le varie tipologie di curve e soprattutto aprendo in modo importante la finestra di setup.

Mercedes W15, modifiche al terzo elemento della sospensione anteriore effettuate in Austria | Illustrazione di Rosario Giuliana

Un altro passo in avanti da questo punto di vista è stato fatto a Spielberg, dove sulla W15 ha debuttato un nuovo terzo elemento della sospensione anteriore, più importante in termini di dimensioni e che ha necessitato di una cover bombata per includerlo nella scocca. E’ ormai risaputo che, con queste macchine ad effetto suolo, la meccanica è fondamentale per avere una piattaforma aerodinamica stabile. Non è una coincidenza che il primo vero GP da prima vera forza sull’asciutto, Mercedes lo abbia corso dopo l’introduzione del nuovo elemento sospensivo. 

Il team anglo tedesco ha recuperato mediamente mezzo secondo al giro a Red Bull e Ferrari da Imola e quasi due nei confronti di una Mclaren che è stata perfetta negli aggiornamenti della sua MCL38. I guadagni si sono visti a tutto tondo, ma soprattutto nelle aree di debolezza della W15. Il poter correre con un equilibrio migliore, soprattutto in termini di altezze da terra, garantito da una finestra di setup nettamente migliorata, ha permesso di migliorare l’efficienza in rettilineo, nonché le prestazioni nelle curve a media e alta velocità. La ‘debolezza’ della monoposto di Brackley, se vogliamo definirla così perché una vera e propria grossa debolezza ora la W15 non l’ha più, rimangono le curve a più bassa velocità che portano la W15 a faticare maggiormente in circuiti limitati al posteriore e con temperatura più elevate, che ampliano la differenza di prestazione tra la W15 e le due vettura di testa (Red Bull e Mclaren).

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