Autori: Piergiuseppe Donadoni
Co Autori: Paolo D’Alessandro e Giuliano Duchessa
C’è una guerra da vincere, questa volta non in pista, quanto nelle varie Factory. Quella degli sviluppi, ancor più importanti nel primo anno di un cambiamento regolamentare cosi radicale. Con delle vetture che le squadre credono siano ancora dei prototipi, da comprendere Gran Premio dopo Gran Premio, giro dopo giro. Da questo punto di vista, Ferrari contro Red Bull significava mettere a confronto il team più efficiente in termini di sviluppi, come quello anglo austriaco, e uno dei peggiori nell’era turbo ibrida di questa F1 moderna.
La Ferrari sta vincendo la battaglia degli sviluppi
Partendo proprio dal progetto iniziale, quando Binotto parlava di una “monoposto innovativa“, di una squadra che “aveva approcciato il nuovo regolamento con la mente aperta“, in molti hanno storto il naso. “Quando abbiamo svelato la nuova macchina, abbiamo visto che il nostro progetto era molto diverso dagli altri e c’era qualcuno che si è fatto delle domande.” ha affermato Mattia Binotto nella classica conferenza stampa post Gran Premio di Francia. Arrivati i test, la F1-75 è andata subito forte in pista, certamente più della Red Bull RB18 che pian piano, con i vari pacchetti di sviluppo si è comunque avvicinata, in alcuni casi addirittura superata come nel negativo weekend di Imola per Ferrari. E allora son tornati i vecchi fantasmi, di una squadra che avrebbe perso il mondiale sugli sviluppi, perchè “vedrete che in Ferrari non sapranno sviluppare la macchina mentre in Red Bull…” ci aveva fatto sapere un addetto ai lavori.
I primi segnali positivi riguardo ad una squadra maggiormente sul pezzo anche per quanto riguarda l’evoluzione della vettura si erano già visti la passata stagione. Quest’anno stiamo avendo ulteriori conferme. “Sono contento perchè sapevamo che il progetto di base fosse buono ma quest’anno siamo anche migliorati nelle capacità di portare avanti gli sviluppi.” – ha affermato Mattia Binotto – “La squadra ha avuto coraggio fin dallo scorso inverno nelle scelte fatte, portando in pista idee innovative e dimostrando che fossero corrette. Così anche per gli sviluppi”. Non molti, ma tutti centrati, focalizzati e che seguono un unico percorso, al contrario di Red Bull che è passata ad un fondo di chiara ispirazione Ferrari, per poi bocciarlo tornando sui suoi passi. Chiaro, in casa Ferrari manca ancora la consapevolezza di poter osare come fatto dal team anglo austriaco, molto reattivo e capace di recuperare subito da un passo falso tecnico come quello austriaco. Serve che vengano acquisite ulteriori certezze, per questo la pianificazione degli aggiornamenti è più oculata e all’introduzione di un importante aggiornamento segue qualche GP di pura comprensione, cercando di migliorare le prestazioni della vettura senza l’introduzione di ulteriori componenti.
Il nuovo fondo anti porpoising ha la parte bassa di chiara ispirazione Red Bull
“Ma si, non è un problema. Tutti copiano tutti” – ha affermato Mattia Binotto riguardo alla presenza di Adrian Newey davanti alla Rossa nel pre GP di Francia mentre prendeva appunti sulle nuova soluzioni viste sulla F1-75 – “E’ giusto osservare cosa portano in pista le altre squadre, capire quali soluzioni tecniche potrebbero darti dei vantaggi, quindi provarle in galleria e vedere come si comportano”. Detto fatto. Ferrari ha copiato nel giorno 0 di questa nuova generazione di monoposto il doppio t-tray mostrato alla presentazione da Aston Martin. Successivamente, sul fondo è apparso un coltello di chiara ispirazione McLaren (nell’illustrazione poco sopra), nonchè un pattino nella parte posteriore ripreso da Red Bull.
In Francia è stata introdotta una nuova versione di fondo, la più importante da quando ha fatto il suo debutto in pista la F1-75. Quel fondo che Sanchez, Head of Vehicle Concept di Ferrari, annunciò dopo la prima sessione di test svoltasi al Montmelo, in Spagna. “Nel medio termine l’obiettivo è disegnare un nuovo fondo che possa risolvere il porpoising, permettendo alla vettura di esprimersi al suo picco senza problemi di questo genere”. Non è un caso che sia stata cambiata l’iniziale pianificazione. Il nuovo macro componente avrebbe dovuto infatti debuttare su entrambe le vettura in Ungheria, al massimo su una vettura al Paul Ricard tenendo un fondo di riserva che sarebbe potuto arrivare il sabato per il pilota scelto. Tuttavia, è stato effettuato un lavoro incredibile a Maranello per riuscire a portare il secondo esemplare già nella mattinata di venerdì, a pochissime ore quindi dall’inizio delle libere che, dopo i riscontri molto positivi delle prime libere avuti da Charles Leclerc, è stato montato anche sull’altra F1-75.
“Abbiamo portato un nuovo fondo che aveva lo scopo di incrementare la prestazione, dandoci più carico aerodinamico, ma anche migliorare il porpoising. In una pista liscia come il Paul Ricard è comunque difficile da giudicare sotto l’aspetto del saltellamento poichè nessuno ne ha sofferto veramente. Lo capiremo di più in alcune delle prossime gare.” ha fatto sapere Mattia Binotto. Un aggiornamento che in pista ha portato i vantaggi che si aspettavano a Maranello, poco meno di due decimi sul lungo Paul Ricard, confermando la positiva correlazione pista-Factory. Le modifiche più importanti riguardano l’ingresso dei canali Venturi, dove è stato ridisegnato soprattutto il canale più esterno, e la parte inferiore del fondo completamente ridisegnata che ora ha una conformazione molto più simile a Red Bull, con un mini diffusore posizionato a circa metà del fondo.
La nuova Power Unit di Sainz è della stessa specifica delle precedenti
Agli aggiornamenti aerodinamici, che stanno funzionando ogni volta vengono portati in pista, c’è da segnalare la mancata presenza di aggiornamenti alle power unit. Non una sorpresa, lo aveva già annunciato Mattia Binotto dopo il disastroso weekend di Baku. “Le soluzioni non si trovano in 2-3 giorni. Pensavamo di aver raggiunto un livello sufficiente di affidabilità invece chiaramente non lo è. Ci daremo da fare”. Lo aveva ribadito dopo il GP d’Austria. “Non siamo ancora al riparo dai problemi di affidabilità. Ci dobbiamo lavorare a fondo e cercheremo di capire per trovare delle soluzioni per il breve termine”. E per ultimo lo ha riaffermato poche ore fa, dopo il GP di Francia, con però qualche notizia positiva in più. “I problemi ci son stati e non si è mai al riparo. Penso che abbiamo capito il problema, seppur non sia ancora stato risolto definitivamente. Lo stiamo gestendo, che significa poter affrontare la gara con la consapevolezza e la tranquillità di finirla senza problemi”.
Una gestione in termini di mappature principalmente, più ‘safe’ nel torrido Paul Ricard e che hanno limitato leggermente le velocità massime delle F1-75 su due pezzi del Mistral, e non di hardware. Aver avuto a disposizione l’efficiente ala posteriore non è da sottovalutare, poichè ha contributo all’abbassamento dei motori per evitare deleterie rotture senza incorrere comunque in delta velocistici superiori ai 10 km/h, come visto a Jeddah dove Ferrari utilizzava l’ala meno efficiente e da più alto carico vista anche in Canada sulla F1-75 di Sainz. Proprio a riguardo del pilota spagnolo, il motore introdotto al Paul Ricard è della “stessa specifica di Power Unit che sta utilizzando Charles”, cosi come quello di Magnussen. Binotto è stato chiaro. Sul fatto che potessero essere già montate delle novità in tema di affidabilità, il direttore tecnico della squadra italiana ha nuovamente smentito le voci, rispondendo con un “non su questo”, che sta a significare che Ferrari ha in mente di introdurre entro la fine della stagione una unità più affidabile come vi avevamo raccontato la scorsa settimana.