Motorizzati Mercedes: non solo power unit ma anche tante lacune nei progetti iniziali

Piergiuseppe Donadoni
5 Apr, 2022

Motorizzati Mercedes: non solo power unit ma anche tante lacune nei progetti iniziali

Lo scopo dei nuovi regolamenti – oltre a promettere maggiori lotte in pista – era quello di compattare maggiormente il gruppo. Al momento questo traguardo è rimandato: per ora, Ferrari e Red Bull hanno un certo vantaggio sul resto delle squadre, con solo la Mercedes accreditata come possibile ‘outsider’ nella lotta al titolo 2022 – per via di un inizio ad Handicap, aiutato solo dalla buona sorte e dai problemi Red Bull in Bahrain.

Il porpoising limita Mercedes ma la Power Unit non è più punto di forza, anche per i clienti.

Il grande passo in avanti fatto dalla Ferrari, ma anche dai suoi team clienti Haas e Alfa Romeo, hanno subito messo alla luce i progressi fatti a Maranello per quanti riguarda il motore, che già da Barcellona veniva definito da Toto Wolff come il nuovo riferimento della griglia; punto di vista poi condiviso da Helmut Marko e confermato – per il momento – dalle informazioni raccolte sin qui.

Le pance extra slim della Mercedes W13 – Illustrazione Rosario Giuliana

In casa Mercedes parlano di un svantaggio ‘massimo’ di 2 decimi nei confronti della Ferrari, Alpine sullo stesso livello loro mentre l’attuale RedBull Powertrains, un motore Honda rimarchiato, rimane di poco dietro il propulsore di Maranello.

La power unit è comunque solo uno dei ‘problemi’ di casa Mercedes. I distacchi patiti da George Russell e Lewis Hamilton sono infatti ben superiori ed hanno radici più profonde che gli ingegneri di Brackley stanno analizzando anche per non penalizzare troppo il progetto della vettura 2023. Una corsa contro il tempo per capire se per loro rimane viva la possibilità di iscriversi alla corsa al titolo 2022 o se resterà una lotta a due.

Un inizio di campionato zoppicante anche per chi la Power Unit Mercedes la compra e la monta sulle proprie vetture. Nelle qualifiche del Bahrain, solo i due piloti ufficiali Mercedes hanno raggiunto il Q3, con ben quattro piloti Mercedes clienti eliminati in Q1. A Jeddah nuovamente quattro negli ultimi cinque, tra cui Lewis Hamilton con solo George Russell capace di arrivare in Q3. Dato ancor più esplicito riguarda la presenza di sei motorizzati Mercedes nelle ultime sette posizioni al rilevamento velocistico allo Speed Trap. In gara la situazione non migliora: la velocità massima “Mercedes” (con l’eccezione di Lewis Hamilton che fa registrare 332.4 Km/h) è stata 325.9 km/h contro la velocità minima “Ferrari” di Zhou di 329.5 km/h. Peggio dei Mercedes solamente Alonso, ritirato a metà gara, i due Ferraristi (carico maggiore) e Checo Perez che non hanno praticamente mai usufruito di scia e DRS.

Le pance ‘piatte’ della Aston Martin AMR22 – Illustrazione Rosario Giuliana

Motorizzati Mercedes: se la potenza può essere un fattore discriminante, le lacune esistono anche nei progetti iniziali

Queste vettura possono essere definite ancora dei prototipi e sarà possibile assistere a importanti aggiornamenti nel prosieguo della stagione e durante l’inverno prossimo.

Sulla nuova generazione di vetture il fondo è diventato ancora più importante grazie all’esasperazione dell’effetto suolo, comunque già presente sulle vetture delle passate stagioni – Illustrazione Rosario Giuliana

Chi ha già apertamente dichiarato di lavorare ad una vettura rivista in molti suoi concetti è l’Aston Martin, unica squadra insieme a Williams a non aver ancora ottenuto dei punti. L’unica buona notizia per loro è il ritorno al volante Sebastian Vettel in Australia che potrà dare un importante contributo nell’impostazione del setup, mostrando se vi è del potenziale inespresso nella AMR22.

Il gruppo di lavoro di Andy Green aveva portato in Bahrain un pacchetto minore di aggiornamenti per provare a fare piccoli progressi, ma parte di quelle soluzioni – come le appendici aerodinamiche vicino alla zona dell’Halo stile Haas – sono state subito rimosse. La macchina è molto pesante, con un delta peso rispetto al minimo (798 kg) a due cifre, ed è costretta a compromessi per non soffrire dell’annoso problema del saltellamento, che può arrivare a far perdere anche il 25% del carico aerodinamico generato dal fondo e 7 decimi di secondo. Nemmeno il pacchetto da basso carico portato a Jeddah ha portato i risultati sperati sacrificando altro carico per ridurre il drag di cui soffrivano in modo eccessivo in Bahrain. Ci vorrà tempo – oltre che una dose importante del budget a disposizione – per rivoluzionare un progetto che al momento non da i frutti sperati.

Anche se motore Mercedes non è il punto di riferimento di questa ‘nuova’ Formula 1, il TP del team Mike Krack non vuole usarlo come scusa per il pessimo inizio di stagione della sua squadra di corse. È vero che nel 2022 tutti i team Mercedes hanno avuto finora problemi, tuttavia, la squadra deve pensare, progettare e costruire una “macchina più veloce” prima di voler parlare di argomenti come il motore.

Ferrari al lavoro per migliorare l’efficienza aerodinamica della F1-75

La Williams sta vivendo per ora una stagione a due facce. Nicholas Latifi ha avuto problemi in Bahrain con una prestazione incolore mentre a Jeddah è stato protagonista di ben due incidenti, durante qualifica e gara che gli hanno fatto chiudere il secondo fine settimana con un commento sulla difficoltà di guida di questa macchina. Una parziale conferma è arrivata anche Alexander Albon. “La macchina quando è nella sua finestra ideale di utilizzo non è male, come oggi in gara. Sul finale eravamo anche abbastanza veloci. Serve però un po’ più di consistenza e di prevedibilità!”.

Proprio l’imprevedibilità è la caratteristica peggiore della FW44, derivante da una distribuzione dei pesi non ancora ottimizzata, seppur la vettura di Grove sia in linea con Ferrari e altre vettura, pochi kg la di sopra del peso minimo. Entrambi gli incidenti di Latifi sono giunti con un’improvvisa perdita del posteriore che ha causato sovrasterzo e l’impossibilità di evitare poi lo scontro con le barriere. La Williams è una vettura molto efficiente ma che manca di carico aerodinamico, difficoltà nelle curve lente e in fase di frenata.

In casa McLaren hanno sbagliato il dimensionamento del raffreddamento dei freni anteriori. Sono corsi ai ripari, andando a penalizzare i flussi verso il posteriore della MCL36 e perdendo cosi molto carico aerodinamico – Illustrazione Rosario Giuliana

I freni sono stati l’ancora che hanno trascinato a picco la McLaren, esponendo i suoi punti deboli. “Il bilancio è anche buono a tratti, solo che poi ci riveliamo semplicemente essere più lenti di altri. Ci manca del carico aerodinamico, sia all’anteriore che al posteriore” ha fatto sapere Lando Norris dopo la gara del Bahrain. Che ha continuato: “Credo che potremmo ottenere buone prestazioni su circuiti tipo Barcellona. Sono invece meno fiducioso sui circuiti con più curve lente come Monaco o Bahrain”.

La McLaren aggiunge alla mancanza di downforce – che la rende lenta nelle curve lente e la costringe ad adottare ali più cariche rispetto agli avversari – un problema anche nei tratti dove bisogna essere aggressivi con i freni, com’era il caso del Bahrain, un circuito Stop&Go. La speranza di Norris di andare meglio a Jeddah si è rivelata veritiera, con un circuito composto prevalentemente da curve medio veloci anche se il fine settimana si è chiuso con un ritiro per Daniel Ricciardo – con un sospetto problema all’albero di trasmissione – ed un settimo posto ottenuto principalmente per alcuni ritiri davanti, come ammesso dallo stesso pilota inglese.

In passato la Power Unit Mercedes poteva mascherare certi deficit, ora che la concorrenza è cresciuta e ha superato l’unità motrice tedesca, le mancanze dei progetti delle singole squadre sono più esposte. Dopo due weekend per tutti la situazione appare in salita, con tanto lavoro per poter recuperare il terreno perso.

Autore: Paolo D’Alessandro

Co autore: Piergiuseppe Donadoni

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