Novità Red Bull: è sempre una questione di carico generato dal fondo

Paolo D’Alessandro
21/07/2023

C’è una squadra che sta dominando il campionato di F1 2023, ed è ovviamente la Red Bull, ma a livello di piloti è soprattutto Max Verstappen a fare la differenza con la sua RB19. L’olandese è stato semplicemente perfetto in questa parte di stagione ed infatti ha già quasi 100 punti di vantaggio sul compagno di squadra, Sergio Perez, che è apparso invece più in difficoltà. Al messicano sta mancando soprattutto il giro secco, a causa di una mancanza di fiducia dalla sua RB19 soprattutto in frenata, che poi lo penalizza chiaramente in gara. Lo sviluppo della RB19 è stato fin qui meno appariscente e importante rispetto ai competitors, seppur costante, grazie all’enorme vantaggio e per via dei limiti di budget cap che hanno spinto i tecnici di Newey a focalizzare il lavoro su aree di intervento ben precise.

Red Bull: nuovo fondo a Baku, focus su ala anteriore e interventi minori aerodinamici

Fino a questo momento l’unico importante pacchetto di sviluppi per la RB19 è stato portato in pista a Baku, dove Adrian Newey e Pierre Waché sono intervenuti sul fondo della vettura, principalmente nella zona del marciapiede e al diffusore. Tra Montecarlo, Spagna e Austria, i competitors hanno portato molte novità, tra cui nuove specifiche di sottoscocca, per cercare di avvicinarsi alle prestazioni di Max Verstappen. Le foto ammirate nel weekend di Montecarlo ci hanno mostrato quanto a Milton Keynes siano avanti nello studio e applicazione delle complesse conoscenze della parte più importante e invisibile, salvo rare eccezioni, di questa nuova tipologia di vetture, con un vantaggio che un team rivale a quantificato “più di un anno” in su tutti gli altri.

Il fondo della Red Bull RB19 del Monaco GP

Mentre le altre squadre hanno e stanno tuttora analizzando la parte bassa della RB19, anche per Red Bull non si disdegna la strategia di guardare altre vetture e implementare le soluzioni più interessanti. Adrian Newey è famoso per riprendere spesso spunto da soluzioni altrui, ottimizzandole per il suo progetto. Sono nate anche così le modifiche viste a Barcellona, che hanno preso spunto da soluzioni già montate sulla Mercedes W14, sulla Ferrari SF-23 ed sulla Williams FW45, ossia due dei diretti inseguitori ma anche l’allora ultima macchina della griglia. Piccole soluzioni tecniche che si sono integrate bene con il progetto della RB19, una vettura dotata di tanto carico aerodinamico, ma che allo stesso momento produce pochissimo drag (elevata efficienza aerodinamica), con ha un bilanciamento e una finestra di utilizzo pressoché perfetti e che nessun altro in griglia possiede.

Fino a qui gli sviluppi si sono concentrati anche sull’ala anteriore, modificata, oltre che in Bahrain, anche in Australia e in Canada. Un elemento molto importante non solo a livello di prestazione pura, ma perché influenza l’andamento dei flussi che lavorano poi in combinazione con sospensione anteriore, fondo, pance e infine l’ultimo elemento che è il diffusore. Per il resto, la scuderia di Christian Horner ha lavorato soprattutto di micro aerodinamica, con modifiche ai corner ruota, alle prese dei freni nonché ai bracci delle sospensioni, limitando al massimo le diverse specifiche di ali e beam wing, similmente a quanto fatto nella passata stagione. Una soluzione questa, molto efficiente in tema di budget cap.

Secondo pacchetto di sviluppi per la RB19: Nuove pance …

Il piano di aggiornamenti della Red Bull non si è fermato e in Ungheria prosegue con novità molto aggressive. L’ultimo pacchetto sostanzioso, come detto, risale a Baku dove ci fu una modifica all’ingresso delle pance, con il labbro inferiore leggermente rialzato per poter ampliare il sottosquadro, accoppiato ad un allargamento della bocca stessa. Quella è una zona d’intervento molto importante e delicata poiché influenza tutto il flusso d’aria che scorre sopra il fondo e viene indirizzato al posteriore. In Ungheria, i tecnici di Milton Keynes hanno nuovamente rivisto l’ingresso dei sidepods, riducendo ulteriormente ll’altezza della bocca d’ingresso e limitandola (quasi) al minimo.

Una soluzione non diversa da quella già adottata da inizio stagione, ma molto più estrema. Il sottosquadro è stato ampliato in modo importante, grazie al rialzo della parte inferiore dell’ingresso di raffreddamento, nonché ad una ridisposizione degli elementi interni, necessari per il raffreddamento della power unit Honda. La modifica non avrà un grandissimo impatto sul raffreddamento e sulla resistenza all’avanzamento generata, secondo un ingegnere, bensì permetterà un più importante afflusso di aria al di sopra del fondo, quindi una estrazione migliore dal posteriore della RB19. Novità pensate insomma per rendere la RB19 ancora più efficiente.

Nessun cambiamento importante sulla forma dello scivolo sulle pance, che mantiene la configurazione originale, presente già dalla RB18, con profili semplicemente più ‘raffinati’. L’allargamento dell’ingresso dei sidepods ha visto poi un conseguente ingrandimento del resto del profilo delle pance. Come ha detto Max Verstappen in conferenza stampa ieri, infatti “L’obiettivo è andare più veloce in curva e al simulatore sembrava dare buone risposte”. Lo scopo infatti è proprio quello di aggiungere altro carico efficiente alla RB19.

Gli uomini di Newey e Waché hanno lavorato poi, ancora una volta, di fino con una modifica agli specchietti. La parte interna, rivolta verso l’abitacolo, presenta infatti un leggero scavo per modulare i flussi intorno agli specchietti che sono, nella forma semplice, un ingombro aerodinamico. Novità sul cofano motore dove il ‘camino’ posto in alto, nella parte finale, è stato chiuso, allungando quella che è la pinna, di forma ora diversa rispetto alla precedente specifica. Anche lo sfogo posteriore ha cambiato aspetto, con una inclinazione verso il basso per ottimizzare il flusso verso la beam wing e la parte alta del diffusore. Le griglie di raffreddamento sono aumentate, e non sono solo sui lati del ‘vassoio’, ma anche all’inizio dello scivolo, con una nuova griglia. Una soluzione non troppo dissimile da quanto si è visto soprattutto ad inizio anno sulla SF-23.

Autori: Piergiuseppe Donadoni & Paolo D’Alessandro
Co-Autore: Rosario Giuliana

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