La FIA ha condotto nella giornata odierna un nuovo e importante test per lo sviluppo dei paraschizzi, quei dispositivi che dovrebbero permettere alla F1 moderne di poter correre anche in condizioni di bagnato estremo. Il tema relativo alle gare sotto la pioggia è rimasto infatti d’attualità, dopo i grossi problemi avuti negli scorsi anni, tuttavia, una sua risoluzione non è sembrata così immediata come poteva sembrare anche alla Federazione stessa. Da tempo, la FIA sta infatti pensando e progettando delle soluzioni che però ancora non sono andate oltre dei semplici test, con risultati anche “fallimentari”. Dal canto suo, la Pirelli sta continuando a sviluppare gli pneumatici da bagnato per migliorare il grip, la prestazione e il potere di evacuazione dell’acqua, tuttavia, ci sono ancora molti limiti che impediscono alle attuali Formula 1 di correre liberamente sotto la pioggia, in particolare il tema della visibilità.
Nuovi paraschizzi copriruota per cercare di allargare il muro d’acqua alle spalle della monoposto
Con la disponibilità della Ferrari, la FIA ha voluto portare in pista quest’oggi delle nuove versioni di paraschizzi, seppur siano tutti figli di una seconda macrosoluzione, molto diversa dalla prima testata a Silverstone con Mercedes e chiaramente più ingombrante della precedente. I tecnici della Federazione, guidati dall’ex ferrarista Nikolas Tombazis, hanno infatti sviluppato un dispositivo che va a coprire quasi per intero lo pneumatico, con una ‘cupola’ che va dalla parte anteriore a quella posteriore dello pneumatico, con anche una paratia posteriore più lunga, volta a ‘parare’ gli schizzi, lasciando libere solo la parte di gomma con contatto a terra e qualche finestra anteriore oltre, ma questo solo in una diversa specifica, anche a parte della sezione esterna, come si può vedere dalla foto confronto in basso. Per quanto antiestetica, la soluzione deve prima di tutto rispondere all’esigenza di diminuire il sollevamento d’acqua in aria nella parte centrale della monoposto che, nebulizzata, penalizza la vista dell’auto successiva; un problema non indifferente in sede di Gran Premio.
Le immagini in arrivo da Fiorano, con una pista bagnata artificialmente, evidenziano alcune particolarità. E’ chiaro che l’obiettivo della Federazione sia quello di provare a limitare gli spruzzi d’acqua in uscita dagli pneumatici, anche spostando lateralmente il flusso d’acqua alzato dagli pnumetici Full Wet, che smaltiscono oltre 300 litri al secondo di acqua, e cercando quindi di ‘allargare’ il muro alle spalle della monoposto, senza concentrarlo solamente nella zona centrale, dove siede il pilota della vettura seguente. La F1-75 dotata di paraschizzi denota infatti un estrazione dell’acqua più laterale e meno verticale. Ne esce una scia posteriore molto meno densa e che si riduce in lunghezza, soprattutto nella versione di paraschizzi completamente chiusa.
La FIA cerca di dimezzare il flusso d’acqua in arrivo sulle visiere dei piloti
Per verificare se la visibilità fosse davvero migliorata, la F1-75 dotata di paraschizzi è scesa in pista in contemporanea con la SF-24 (priva del nuovo dispositivo). A riguardo, sono stati svolti dei test ad hoc, con la macchina che seguiva posizionata a diverse distanze nei vari run, questo per una raccolta dati più completa e necessaria alla FIA per capire se il nuovo progetto stia andando nella giusta direzione, riuscendo circa a dimezzare lo spray in arrivo al pilota successivo, o se servirà prenderne un’altra ancora.
E’ chiaro che il problema maggiore rimane quello dell’acqua sollevata dal diffusore, componente fondamentale di queste vetture e ancora molto potente, su sui la FIA non ha ancora voluto trovare una soluzione, visto che non può essere chiuso, pena un blocco aerodinamico che renderebbe molto pericolosa la guida di queste vetture di nuova generazione. “Abbiamo ancora dei dubbi su qual’è l’effettiva proporzione fra lo spray dovuto alle gomme e quello generato dal diffusore” – aveva spiegato Tombazis – “Sappiamo che entrambi i fattori sono piuttosto significativi e chiaramente siamo consapevoli che il problema non potrà essere risolto del tutto”. L’obiettivo di quest’oggi era proprio quello di provare a limitare la spray dovuto alle gomme, pensando anche al 2026 dove il problema generato dal diffusore tenderà a ridursi, grazie ad una sua minor influenza in quelle vetture. Resta comunque inteso che, quella portata in pista quest’oggi, non è la versione definitiva del Wet Weather Package, ma uno dei passi necessari per verificare la correlazione tra progettazione e pista, ha fatto sapere la FIA.
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