Perché John Elkann ha incontrato Oliver Mintzlaff a Jeddah

Giuliano Duchessa
20 Mar, 2024

La presenza di John Elkann a Jeddah non è stata strettamente legata alla parte tecnica della Formula 1. L’incontro avuto con Mintzlaff è stato conoscitivo tra i due, con un approfondimento sulla parte economica e politica della Formula 1, discutendo delle contrattazioni del nuovo Patto della Concordia e del possibile ingresso di un nuovo team, questioni sempre più calde nei tavoli di discussione dei circus.

Non è sfuggito che il gran premio di Arabia Saudita sia stato il teatro per importanti colloqui multi laterali. Da un lato ha tenuto banco la vicenda Red Bull, successivamente alle dichiarazioni di guerra di Jos Verstappen contro Horner. “E’ lui il problema ma fa la vittima”. L’assoluzione di Marko quando sembrava in procinto di essere sospeso per via della fuga di notizie verso i media dell’inchiesta riguardante i presunti comportamenti inappropriati da cui Christian Horner è stato prosciolto alla vigilia del gran premio del Bahrain. Helmut Marko aveva avuto un rassicurate colloquio con Oliver Mintzlaff, CEO di Red Bull, domenica mattina alla vigilia del Gran Premio. L’appoggio incondizionato di Verstappen ha fatto il resto.

Un altro colloquio ha visto protagonista lo stesso Mintzlaff che ha ospitato il presidente della Ferrari John Elkann nella hospitality Red Bull. Fondamentalmente è stato un incontro per certi aspetti conoscitivo poiché i due si sono visti per la prima volta, ma anche esplorativo. Nulla a che vedere con la transizione o lo scambio di tecnici, contrariamente ad alcune ipotesi menzionate in diversi rapporti che non hanno trovato riscontri. C’è da considerare invece le importanti questioni sportive e finanziarie da tempo all’orizzonte legate al patto della concordia. Rilevanti profili di alto profilo nelle ultime settimane vorrebbero imporre una forte accelerazione.

Elkann

Un tema di discussione che è stato affrontato dai due massimi rappresentanti di Ferrari e Red Bull per saggiare i rispettivi punti di vista. L’attuale patto è stato siglato nel 2020, andrà ridiscusso e possibilmente rinnovato entro l’anno prossimo. I team mirano a una fetta più grande di quanto non abbiano ottenuto negli accordi siglati quattro anni fa, questo dovrebbe essere un target comune. I team minori vorrebbero anche veder diminuire i privilegi delle scuderie storiche, a loro favore. Come sempre un argomento di disputa riguarda il bonus fisso che viene assegnato alla Ferrari ma c’é anche della utile propaganda. Alla fine nessuno si sente forte abbastanza senza la Ferrari. E nelle retrovie solo Sauber e Alpine sono gli unici totalmente indipendenti da legami coi costruttori, almeno nel lungo termine.

Sullo sfondo resta non così sepolta la questione dell’undicesimo team, dopo che la richiesta di Andretti Global è stata prima approvata dalla FIA e poi respinta dalla Formula One management. Il team americano può portare un valore aggiunto alle giuste condizioni e se davvero verrà stipulato il nuovo ‘concorde agreement’ in tempi ragionevolmente brevi, aggiornando la fee di ingresso da diluire, portandola dagli attuali 200 milioni di dollari a 600/700 milioni che è ciò che tutti vogliono.

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