Perché la sprint race può essere anche una variabile tecnica

Piergiuseppe Donadoni
14 Lug, 2021

Perché la sprint race può essere una variabile tecnica.

Il format standard di qualificazione funziona. Le tre sessioni di qualifica forniscono un buon equilibrio tra vivacità tensione e la caccia finale alla Pole position.

Perché introdurre un nuovo format?

Liberty Media, con l’assunzione di Stefano Domenicali, intendeva scrollarsi di dosso quelle voci diffuse in cui si alludeva alla sua scarsa conoscenza della categoria. La F1 tende ad amare sé stessa, è facile proporre cambiamenti ma molto difficile attuarli, o farli funzionare. Naturalmente i proprietari del circo ora hanno un uomo sul campo come Domenicali che conosce tutto (e tutti) e che, non va sottovalutato, è stato fuori un tempo sufficiente per farsi persino un idea come spettatore.

Naturalmente in questa fase per gli azionisti americani c’è l’esigenza di produrre più contenuti, ben spalmati sui tre giorni del fine settimana. La sprint race è il primo esperimento concreto di quell’idea.

Funzionerà o sarà un disastro? Personalmente non vedo mezze misure. Se il nuovo weekend non sorprenderà in positivo sarà facilmente catalogato come un fallimento verso una generosa prova d’appello a Monza e, nel caso si correrà, in Brasile (altrimenti c’è l’alternativa Austin, se si correranno due Gp).

Ross Brawn è certamente di parte ma non è uno qualunque, si dice curioso e fiducioso, persino nervoso.

Curiosi per la verità lo siamo tutti, di capire quali saranno le implicazioni di un mini gara a tutto gas. Ed è ovvio che le incognite non saranno poche.

Se il lato sportivo è ciò che F1 cerca di esaltare, vedremo a posteriori quali saranno i risultati. Ma dal punto di vista tecnico c’è molto da verificare.

Partendo dal venerdì.

Un circuito come Silverstone è ovviamente ben noto ai tecnici, tuttavia questa stagione ha dimostrato come trovare un giusto bilanciamento rapidamente non sia abbastanza facile, lo dimostrano quei piloti che hanno cambiato colori. L’unica sessione di libere (venerdì, ore 15.30) prima della qualifica (venerdì, ore 19) non aiuterà: renderà più lontani i limiti e più vicine le prestazioni? Difficile dirlo, potrebbe anche essere il contrario, cioè i migliori potrebbero aprire più facilmente un gap.

Solitamente è sempre avvantaggiato chi guida una vettura più facile, in questo senso Ferrari lo è, ma Silverstone è anche una pista di motore e aerodinamica. Soprattutto leggermente front limited, quella tipologia che la SF21 non ama particolarmente, o meglio ha bisogno di più tempo per essere ottimizzata.

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Per questo sarà molto interessante verificare se Mercedes saprà reagire in poco tempo (ci saranno “piccole novità che potrebbero darci un buon miglioramento” secondo quanto raccolto) contro una Red Bull che, nonostante la limitazione sulle flexi wings ha continuato a crescere grazie a aerodinamica e incremento prestazione della PU Honda.

A questo va sommata l’introduzione delle nuove gomme posteriori. Quest’ultime, un impatto, anche minimo, potrebbero registrarlo sulle abitudini dei piloti. Il punto sarà capire quanto la macchina cambia in fase di uscita e trazione visto che irrigidendo il composto il posteriore potrebbe diventare più scattoso e scivolare? I team si augurano di no ma non c’è la certezza assoluta. Il test in Austria ha dato risposte confortanti, ma è una pista che sollecita molto meno il movimento laterale della spalla.

Pirelli fra l’altro ha comunicato che le pressioni minime restano più alte per le gomme posteriori rispetto al 2020. Una stranezza visto che queste gomme sono state necessarie, almeno ufficialmente, per poter nuovamente abbassare le pressioni e avere comunque un margine di sicurezza sui possibili ancora presenti tweaks dei team.

I set di pneumatici saranno 12, anziché 13: 6 treni di Soft C34 di Medium C2 e di Hard C1, con un set in più di medie e due in meno di Soft rispetto alla classica allocazione.

La qualifica del tardo pomeriggio di venerdì può essere qualcosa di interessante perché valorizzerà il primo giorno del weekend di solito piuttosto trascurato dal grande pubblico. L’orario insolito, vedremo quanto sarà più fresco, sarà un’ulteriore punto di domanda sullo sviluppo della vettura durante le sessioni.

La qualifica, ricordiamo, non varrà come assegnazione di una Pole position. Cosi come la Sprint Race non produrrà nessuna premiazione visto che nessun trofeo è previsto. Ci sarà un giro di pista dei primi tre classificati che indosseranno delle ghirlande “dal design unico” e con un “tocco moderno”. Questo per “riconoscere i settant’anni di storia di questo sport combinandoli con un tocco moderno, molto simile alla Sprint Race stessa” secondo Liberty.

Il format Q1/Q2/Q3 non prevederà l’utilizzo di pneumatici obbligatori per la domenica, ne tantomeno per la Sprint Race dove ognuno sarà libero da vincoli di gomme o pit stop.

Il parco chiuso inizia il venerdì allo scoccare della Qualifica, con l’eccezione di alcune parti ben definite, come i condotti aria/freni o la frizione, dove servirà comunque l’approvazione della Fia per andare a modificare o sostituire – per questioni di affidabilità – eventuali pezzi non danneggiati.

Il sabato, dopo una seconda sessione di libere (ore 13.00) senza possibilità di modifiche importanti, sarà quindi stravolto dalla controversa Sprint Race o Sprint Qualifying (ore 17.30): 100 km la durata, sono 17 giri di Silverstone che designeranno la griglia partenza della gara domenicale.

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Sarà sempre la vettura più veloce a fare la Pole?

Non è detto. Intanto una gara, seppur mini, è sempre un momento di incognite quindi potrebbe essere interessante capire in che percentuale i valori di venerdì pomeriggio saranno stati anche quelli del via del gran premio.

Con la gara sprint avremo praticamente una partenza con vetture preparate per l’ultimo stint senza la preoccupazione del degrado gomma.

La classifica sotto la bandiera a scacchi oltre ad assegnare le posizioni in griglia regalerà punti ma solo ai primi: 3 al primo, 2 al secondo, 1 punto al terzo classificato.

Abbiamo visto fin qui distacchi in qualifica molto ravvicinati; allo stesso tempo un Norris che si qualifica a soli 3 decimi in Q3 in Stiria, in gara arriva poi a un giro dal leader. Un po’ meglio in Austria ma non deve ingannare: senza la seconda sosta di Verstappen, Lando sarebbe arrivato a 45 secondi contro i 48 millesimi del sabato.

Dove viene generato maggiormente il distacco? Certamente nella prima parte di gara il degrado gomme e l’efficienza complessiva a vettura pesante fanno una grossa differenza tra una vettura buona e una top.

Le qualifiche indicano quindi chiaramente come man mano che le vetture si alleggeriscano tendano a riavvicinarsi, salvo differenze strategiche. La sprint race può dare una risposta chiara anche in questo senso.

I team potrebbero sfruttarla per capire meglio alcune debolezze nel passo o quanto possa essere sfruttata al meglio una determinata mescola, qualcosa che in una gara normale viene un po’ nascosta da strategie, consumi o dal traffico. Il grande problema sarà centrare il setup rapidamente. Questa è la variabile che piace meno ai team.

Resta il nodo di quanto sarà complesso superare non solo relativamente ai big.

Nel midfield il discorso è eccezionalmente più stretto. Rimanere in scia con poco carburante e gomme nuove sarà più facile, tuttavia non stupirebbe una certa prudenza che potrebbe limitare i piloti pensando alla domenica, che naturalmente rimane l’appuntamento dove si fanno i grandi punti.

Oltre alla variabile puramente sportiva cioè possibilità di contatti tra piloti il lotta, c’è senz’altro da fare una pianificazione tecnica in maniera diversa. Normalmente le PU fresche vengono montate il sabato mattina facendo girare al venerdì quelle più vecchie in crescente rotazione. A Silverstone dovranno essere montate subito dopo le FP1. Questo aspetto è piuttosto temuto dai motoristi, specialmente perché i 17 giri di sabato saranno gioco forza a tutto gas. Solo Red Bull sulla carta sembra in grado di amministrare qualcosa anche per gestire il vantaggio, ma i tempi saranno molto veloci. Mercedes che deve recuperare, difficilmente potrà permettersi di non spingere già nelle prime fasi del weekend.

Il sabato potrebbe rivelarsi un noioso trenino – come ha detto Hamilton – oppure qualcosa di meglio, ma una cosa è certa: inciderà in maniera piuttosto significativa per la gara di domenica con maggiori variabili rispetto ad un normale weekend di gara.

Resta da vedere se e come piacerà.

Autore: Giuliano Duchessa

Co Autore: Piergiuseppe Donadoni

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