La giornata che ha aperto il weekend del GP d’Ungheria è stata all’insegna del gran caldo, con le temperature da record che si sono presentate nelle libere del venerdì. Una condizione non semplice che ha condizionato il lavoro il lavoro delle squadre sul fronte dell’utilizzo degli pneumatici. In questo scenario a prevalere è stata la McLaren di Lando Norris, il più veloce sul giro secco nella seconda sessione di libere, con un tempo pari a 1’17”788. Sebbene il pilota inglese abbia mostrato un’ottima competitività nei long run, è ancora da decifrare la reale asticella dei valori in campo da questo punto di vista.
Un venerdì da caldo record in Ungheria
Come spiegato nel comunicato ufficiale di Pirelli, nella prima giornata in pista in Ungheria sì sono toccate punte estreme a livello di temperature. “Il venerdì di Budapest ha fatto segnare la terza temperatura dell’asfalto più alta da quando la Pirelli è tornata in Formula 1 nel 2011. I 59,7 °C misurati in FP1 sono superati solamente dai 60 °C del Gran Premio d’Ungheria del 2018 e dai 61 °C delle prime prove libere del Gran Premio della Malesia del 2016.” Il dato raccolto dal fornitore unico degli pneumatici è utile non solo ai fini statistici, ma può dar anche misura di come sarà incentrato il lavoro dei team sul fronte gomme. Le previsioni incerte a livello di temperature lasciano pensare che l’intensità del caldo potrebbe essere un fattore determinante, soprattutto nell’ottica di un fazzoletto di mischia così ristretto. Da questo punto di vista infatti, come spiegato da Pirelli, nel venerdì di Budapest si è registrata una differenza di circa 10-15 °C fra FP1 e FP2, provocata da un meteo più variabile nella sessione pomeridiana. Una forbice che potrebbe continuare a manifestarsi nel corso del fine settimana, incidendo sull’utilizzo delle gomme. “Una considerazione importante riguarda la Hard, usata oggi solamente da Ferrari e Aston Martin in FP1 e dalla McLaren in FP2,” ha spiegato Pirelli nel comunicato ufficiale. “Ciò significa che queste tre squadre avranno solamente un treno di questa specifica disponibile in gara – è obbligatorio averne almeno uno di Medium e uno di Hard – e, per quello che si è visto finora, la C3 appare come la mescola più competitiva sulla lunga distanza.”
Pirelli: “Medie e Hard sembrano essere le gomme più idonee per la gara”
Al termine della prima giornata in pista all’Hungaroring, il Chief Engineer di Pirelli Simone Berra, ha spiegato come le alte temperature fossero messe in conto già dalla vigilia. Ciò ha permesso quindi di ottenere riscontri molto vicini alle simulazioni effettuate da Pirelli, per tutte le tre mescole portate a Budapest. “La C3 e la C4 appaiono le più idonee ad essere utilizzate in una gara dove il degrado termico sarà il fattore determinante. La C5, chiaramente più veloce sul giro secco (la differenza con la C4 è di circa sei/sette decimi), andrà comunque gestita con attenzione per poterne estrarre tutto il potenziale.” L’ingegnere Pirelli ha poi commentato che le buone condizioni dell’asfalto sin dai primi chilometri del weekend hanno favorito un’evoluzione della pista importante già nella sessione FP1, con un sensibile miglioramento dei rilevamenti cronometrici fra le due sessioni, dovuto al calo delle temperature. “Inoltre, c’è stato un impatto importante sul bilanciamento delle vetture, col degrado che si è mostrato più accentuato sull’anteriore rispetto alla prima sessione.” Ha proseguito così Berra, facendo poi una precisazione sui tempi delle simulazioni del passo gara. “Abbiamo visto piloti e squadre adottare diversi approcci in termini di gestione delle gomme: c’è chi ha preferito avere un inizio del run molto cauto per poi spingere nella parte finale e chi, invece, ha scelto di partire forte per poi vedere quale avrebbe potuto essere il livello di degrado in condizioni più estreme.”