Red Bull: evoluto il raffreddamento per una migliore efficienza della RB20

Piergiuseppe Donadoni
5 Apr, 2024

Una pista tecnica come Suzuka è spesso scelta dalle squadre per l’introduzione di pacchetti di aggiornamenti più o meno importanti. Per la natura del circuito giapponese, e similmente al Montmelò di Barcellona, viene ritenuta infatti come una galleria del vento a cielo aperto ed un importante banco di prova per le vetture. Non stupisce quindi che, seppur siamo solamente alla quarta gara di ventitre, ben quattro squadre abbiano introdotto una diversa specifica di fondo. Stiamo parlando infatti di Red Bull, Aston Martin, Racing Bulls e Stake F1 Team. Altre invece hanno portato solamente dei minor updates, con solamente Mercedes e Haas che hanno inviato un foglio ‘bianco’ alla FIA relativo agli aggiornamenti. Il team americano introdurrà il primo pacchetto di sviluppo sulla VF-24 in Cina mentre, come preannunciato, la Ferrari ha apportato solamente una piccola miglioria alla sospensione posteriore, con un grosso pacchetto di novità che arriverà al rientro in Europa, nella tappa di Imola.

Red Bull RB20: i radiatori a V nelle pance per un miglior compromesso leggerezza-ingombri 

“La RB20 è più di un’evoluzione. È una piccola rivoluzione aveva affermato Helmut Marko qualche settimana fa. La vettura di Newey e Waché ha stupito sin da subito per come fosse cambiata in molte aree; meno all’anteriore, dove comunque il naso (lungo) è andato in una direzione completamente diversa rispetto agli altri team, ma soprattutto tra la parte centrale e quella posteriore dove il team ha sviluppato proprie idee ma non si è fatto grossi problemi anche nel prendere spunto da soluzioni portate in pista dagli altri team. Il cofano con i “cannoni” è l’esempio più lampante, una (ex) soluzione di casa Mercedes.

La disposizione del raffreddamento della Red Bull RB20

In Inghilterra credevano che il concetto aerodinamico della RB19, per come aveva concluso la stagione, non avesse più ampi e grossi margini di miglioramento, per questo hanno preso la decisione di estremizzarne alcuni concetti e ribaltarne completamente altri. Ne è uscita una vettura molto rinnovata fuori, ma soprattutto rivoluzionata dentro. Durante i test è stato subito facile osservare infatti quanto la nuova arma di Max Verstappen avesse cambiato l’intero layout di raffreddamento. Nelle pance i radiatori sono stati riposizionati con una disposizione a V, che non si vedeva da vari anni in F1, per un miglior compromesso leggerezza-ingombri soprattutto dell’intercooler, rimasto aria-aria. Nella parte alta è rimasto invece il radiatore dell’olio mentre quelli adibiti alle parti elettriche sono stati spostati più esternamente sfruttando delle nuove e innovative aperture nella parte centrale della RB20.

La Red Bull modifica il raffreddamento per renderlo più efficiente

In Giappone è arrivata una prima evoluzione del sistema di raffreddamento, che non è associata ad alcun problema di affidabilità notato nei primi tre appuntamenti, nonostante sia Max Verstappen che Checo Perez siano già alla loro seconda power unit stagionale, con i primi elementi comunque ancora nel pool e utilizzabili nelle prove libere. “Lo sviluppo della soluzione che abbiamo portato qui in Giappone è stato fatto ancor prima che girassimo in Bahrain nei test pre-campionato.” ha fatto sapere Paul Monaghan di Red Bull. Le novità riguardano l’ingresso principale di raffreddamento ad inizio pance, che è stato ridotto in sezione, e l’aggiunta di un nuovo condotto appena sotto alle parti esterne dell’Halo.

“Quando devi prevedere un’ingresso di raffreddamento, sarebbe stupido metterlo dove hai poca pressione con cui lavorare.” – ha fatto sapere lo Chief Engineer di Red Bull – “Quindi abbiamo cercato di perfezionare la posizione degli ingressi dove troviamo le pressioni più elevate per rendere il raffreddamento dei radiatori più efficiente”. Questa è stata la logica del riconfezionamento da parte del team campione del mondo. Un flusso più energetico verso i radiatori ha poi il vantaggio che necessita di meno sfoghi nella parte posteriore, con un conseguente ed importante vantaggio aerodinamico. Ciò che il team campione del mondo ha portato a Suzuka non ha comunque nulla a che fare con il concetto zeropods di Mercedes, mai introdotto e nemmeno sfiorato dal team anglo austriaco, né con la RB20 Launch Spec, che con quella evoluta vista in Giappone. Invece, è chiaramente una (piccola) evoluzione di quanto Red Bull ha fatto esordire in Bahrain, con l’obiettivo di rendere la propria vettura aerodinamicamente più efficiente.

Sulla vettura di Max Verstappen e Checo Perez si sono poi viste altre novità, sia al fondo che ai brake duct anteriori. Mentre la seconda modifica è più legata per adattarsi alla bassa richiesta di energia frenante di Suzuka, con una conseguente riduzione sia dei condotti di ingresso che quelli di uscita, le novità al fondo non sono adattamenti al circuito ma, bensì, c’è la volontà di incrementare le prestazioni complessive della RB20 in ogni pista, generando più carico localmente ma mantenendone la stabilità del flusso.

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