Red Bull molto competitiva ma in testa ai mondiali ci sono Mercedes e Hamilton.
Tre weekend corsi, due vittorie a una per Lewis Hamilton, ancora poche certezze tecniche (dopo Barcellona di più) ma una certezza sportiva: anche i migliori sbagliano.
In uno dei primi articoli scritti poco dopo aver aperto questo spazio, che tante soddisfazioni ci sta dando (grazie a tutti), avevamo cercato di mettere in risalto come la stagione che stava per iniziare poteva rivelarsi meno scontata di quel che si pensava.
Avevamo certamente pochi dubbi sulle qualità e competitività della W12, poi confermati in pista, seppur i vertici, Toto Wolff in primis, cerchino costantemente di mettere pressione su Red Bull. Senza ovviamente sminuire il lavoro fatto nelle fabbriche del team ma addossando le “colpe” sulla Fia e su un cambio regolamentare che “forse voleva colpire noi e Aston Martin sta ora pagando dei danni collaterali”. Salvo poi incensare il lavoro svolto dal reparto tecnico nel caso avvenga il recupero/sorpasso ai danni di Red Bull. Una strategia utilizzata anche nell’ormai lontano 2018, ma mai cosi vicino in termini di lotta mondiale. A livello comunicativo, da Toto Wolff gli altri team hanno ancora da imparare. Red Bull compresa.
L’avvicinamento Mercedes nei confronti del team anglo austriaco sembra sempre più importante. Dai 3 decimi di gap accusati in Bahrain, si è passati ai soli 2 di Imola, per arrivare al (leggero) sorpasso di Portimao, da rivalutare sicuramente in un circuito più vero come quello del Montmelo, asfalto in primis, e meno influenzato da variabili esterne.
Ma le classifiche mondiali sono piuttosto chiare e comandate in entrambi i casi da Mercedes: Hamilton 69 a 61 su Verstappen, Mercedes 101 a 83 su Red Bull. Con una W12 che globalmente non è stata la miglior macchina in questi primi tre appuntamenti stagionali.
Di mezzo, qualche errorino di troppo di Max Verstappen e un erroraccio di Lewis Hamilton, recuperato, c’è da dirlo, anche con una buona dose di fortuna. Senza infatti l’incidente tra Valtteri Bottas e George Russell, il sette volte campione del mondo avrebbe potuto finire fuori dalla zona punti. Staremmo parlando in quel caso di 18 punti in meno per Lewis Hamilton con queste classifiche: 61 a 51 per Max Verstappen e di un 84 a 83 per Red Bull.
Tralasciando il Costruttori dove Mercedes sta sicuramente beneficiando del periodo, necessario, di adattamento di Checo Perez alla nuova vettura, Red Bull, come Ferrari, non è riuscita sicuramente a massimizzare l’ottimo potenziale della RB16B in questo inizio di mondiale.
Tralasciando il “giro un po’ pasticciato”, parole di Verstappen, nella qualifica di Imola, poi comunque ben recuperato grazie ad una gara impeccabile, ciò che ad oggi pesa maggiormente sono soprattutto la seconda posizione in Bahrain e l’errore (i track limits, pur pessimi che siano, son da rispettare) nel giro buono della Q3 che gli avrebbe permesso di partire in Pole Position a Portimao.
Per quanto riguarda il Bahrain, gestita malissimo dal pilota olandese la cessione della posizione nei confronti di Lewis Hamilton. Spostarsi lui sullo sporco, anziché lasciarsi passare, gli è costata la vittoria. Nel post gara aveva poi ammesso che le gomme non stavano più lavorando correttamente nei successivi due giri. La causa era il surriscaldamento unito allo sporco raccolto fuori traiettoria incollato sul battistrada che ha reso la RB16B scivolosa.
Tornando a Portimao invece, visto il piccolo vantaggio di passo da parte di Lewis Hamilton, inferiore al decimo/giro (Hamilton 1:22.05, Verstappen 1:22.12), non sarebbe comunque stato facile vincere la gara per il 7 volte campione del mondo se Verstappen fosse partito dalla pole.
Senza contare che Hamilton ha commesso una sbavatura alla ripartenza, subendo il sorpasso di Verstappen, il quale non ne ha approfittato del tutto, poiché, per via di due sbavature in un solo giro (curva 5 e uscita di curva 14), si è poi fatto sverniciare sul rettilineo di partenza dalla W12 del pilota anglo caraibico.
“Max ha fatto un piccolo errore in curva 5 che mi ha messo in una ottima posizione. Dovevo solo mantenere quella distanza per il resto del giro e sarei stato in grado di sorpassarlo”. Cosi è stato.
In tutto il weekend Mercedes è sembrata molto più stabile in percorrenza e uscita di curva 14, riuscendo ad andare sul gas molto prima. Questo non ha permesso a Verstappen di avvicinarsi a Bottas e provare un attacco nel punto più importante ossia sul rettilineo principale. E’ stato necessario essere aggressivi di strategia per prendersi una comunque meritata seconda posizione.
Dai dati GPS raccolti da Formu1a.uno, anche a Portimao si sono confermate le miglior doti della W12 nel lento, dove guadagnava circa 0.4 secondi sulla RB16B, perdendone solamente 1 nelle poche curve veloci del circuito ma riguadagnandolo sui dritti.
Red Bull sperava di accorciare il gap nel lento grazie all’importante pacchetto di aggiornamenti portato a Portimao, ma i vantaggi, seppur presenti, sono stati minimi. Ulteriori valutazioni verranno effettuate a Barcellona, dove il team anglo austriaco si aspetta di estrarre molta più performance dalle novità.
Il circuito del Montmelo è pista piuttosto diversa da quella di Portimao, soprattutto l’asfalto, e dove Mercedes dovrà dimostrare di aver risolto il problema di surriscaldare gli pneumatici posteriori (poi arriverà il weekend di Montecarlo), senza raffreddare troppo le anteriori. Quel bilanciamento mal trovato in Bahrain ma comunque già migliorato, seppur solo sulla W12 di Hamilton, a Imola.
Sul circuito del Montmelo sarà infatti fondamentale avere un bilancio che non vada a stressare troppo le posteriori nei primi due settori, per non soffrire poi nelle tante curve lente dell’ultima parte del circuito.
Ricordandosi che i sorpassi a Barcellona sono estremamente difficili, seppur ci sia da valutare come l’arrotondamento di curva 10 influirà nella perdita di contatto con le vetture davanti e anche sul surriscaldamento (minore) delle posteriori; per questo qualifiche, partenza e track position saranno ancora più importanti che negli scorsi weekend di gara.
Autore: Piergiuseppe Donadoni e Giuliano Duchessa
Illustrazione: Rosario Giuliana