Red Bull RB18: meno peso e più affidabilità basteranno contro questa Ferrari?
Il terzo week end stagionale è stato dal sapore per la Red Bull, con il secondo ritiro in tre gare per il campione del mondo Max Verstappen ed una RB18 al di sotto delle aspettative in quel di Melbourne.
Aldilà del risultato, la Red Bull vista all’Albert Park è parsa meno in palla rispetto alle prime due gare, complice anche una combo Ferrari-Leclerc protagonista di un dominio incontrastato in gara.
Rispetto alle prime due uscite, nelle quali Verstappen e Leclerc sono sempre stati separati da un distacco pressappoco al di sotto dei 5 secondi, in Australia la F1-75 numero 16 è sempre stata in grado di guadagnare giro su giro su Verstappen.
Australia: Red Bull sotto le aspettative in gara
Le premesse che si avevano prima dell’inizio del week end australiano erano abbastanza diverse da quelle che poi si sono rivelate essere le reali performance della RB18.
Il passo gara messo in mostra da Leclerc è stato inarrivabile per Verstappen in entrambi gli stint di gara. Il pilota monegasco aveva in saccoccia un bel po’ di decimi (intorno ai 5 – 6) da poter sfoderare nel momento in cui si fosse reso necessario dare la frustata per aprire il gap sul rivale olandese. Senza Safety Car, il distacco che la Red Bull avrebbe accusato dalla Ferrari sarebbe stato intorno ai 25 secondi.
Un divario che lascia pochi dubbi sul fatto che Ferrari in Australia sia stata nettamente superiore della RB18.
Se per ipotesi Verstappen, al momento della ripartenza da SC, avesse compiuto il sorpasso sul rivale Leclerc, difficilmente sarebbe riuscito a tenerlo a bada per tutto il resto del Gran Premio. Ragionamento che in ogni caso va del ritiro finale di Max, e l’esito finale sarebbe stato sostanzialmente invariato.
Un dominio Ferrari cominciato il venerdì, ma con una Red Bull più distante in gara rispetto alle prove. In qualifica la pole a Max è sfuggita per un giro non ideale, ma difficilmente l’olandese avrebbe potuto insidiare il lap time di Leclerc.
Generalmente Max riesce sempre a far sovra-performare la propria monoposto rispetto al compagno Perez, il quale viene preso come riferimento più fedele delle reali potenzialità del mezzo.
La domenica Red Bull ha potuto “giovare” 2 punte a 1 contro la Ferrari, per via dei problemi avuti sulla F1-75 di Sainz.
Resta il dubbio su cosa Carlos avrebbe potuto fare in gara senza la red flag del Q3, costatagli una deludente nona piazza la domenica. Una prima fila monopolizzata Ferrari non era da escludere, anzi. Il pilota spagnolo della Ferrari aveva dimostrato di essere più a posto con la propria F1-75 fino alle fp3 di Melbourne rispetto alle prime due gare.
In gara il passo Red Bull è stato condizionato da un significativo graining all’asse anteriore, che ha causato un crollo di prestazione sulla monoposto di Verstappen al primo stint di gara. Nonostante l’undercut, Verstappen ha potuto far poco per riagganciare Leclerc – Safety Car a parte – con Ferrari che ha potuto gestire con più calma il passaggio alla gomma dura.
Paradossalmente Red Bull è stata più vicina a Mercedes che a Ferrari in termini di passo, soprattutto con il Sergio Perez, il quale ha dovuto gestire il rinvenire di Hamilton prima, e Russell poi quando si è formato il graining.
Le difficoltà insorte nella gestione gomme sono derivate da un sottosterzo piuttosto rilevante su una monoposto in sovrappeso, come la RB18. Di questo problema ha sofferto maggiormente Verstappen, il quale rispetto a Perez aveva un assetto leggermente diverso.
Lo stesso pilota messicano ha confermato che le scelte di setup volte a cercare di avvicinarsi alle prestazioni Ferrari nel settore tre hanno portato ad un assetto non ottimale.
In arrivo la cura ‘dimagrante’ per il Gp europei
La Red Bull in Australia ha messo in evidenza come il fondo di cui dispone riesce a gestire meglio di altri il fenomeno del rimbalzo aerodinamico. Nell’ allungo prima della chicane veloce 9-10 si vedeva chiaramente come la RB18 fosse in assetto costante rispetto ad una F1-75 “ballerina”.
Sull’assetto la RB18 riesce a tenere una monoposto bassa da terra senza l’utilizzo di assetti troppo rigidi, e questo permette di poter sigillare al meglio il flusso che passa all’interno dei condotti venturi.
Sul fronte aerodinamico il team anglo austriaco storicamente ha sempre fatto la differenza, e anche con queste nuove monoposto l’aerodinamica sembra essere il punto forte della Red Bull.
Tuttavia, la RB18 ha ancora diversi punti deboli su cui dover lavorare in contemporanea allo sviluppo aerodinamico, ovvero la riduzione del peso e l’affidabilità del Power Unit.
A Melbourne sono arrivati i primi accorgimenti che dovrebbero anticipare un pacchetto di aggiornamenti più cospicuo per le gare europee di Imola e Barcellona, al fine di ridurre l’eccessivo soprappeso della vettura disegnata da Newey.
In terra australiana è arrivato il primo upgrade a campionato in corso, riguardante il disegno della bandella laterale dell’ala anteriore, la quale è stata ridotta nella porzione trapezoidale. Questa modifica è sicuramente nell’ottica di risparmiare qualche grammo, sacrificando una porzione dell’endplate in ambo i lati. Ridisegnato anche il deviatore di flusso posto sul bordo centrale della paratia, il quale non è più svergolato verso l’alto, ma presenta una forma ondulata.
Helmut Marko ha dichiarato senza troppi fronzoli che il problema principale da risolvere sulla monoposto di Milton Keynes è l’eccessivo peso.
Molte squadre attualmente sono ben al di sopra dei 798 kg di peso minimo, e fra queste la Red Bull è fra quelle che più diverge dal limite minimo. Questo incide negativamente non solo sul peso netto della vettura, ma anche nel non poter utilizzare al meglio la zavorra per la corretta distribuzione dei pesi.
In quest’ottica sia Red Bull che Mercedes hanno provveduto a togliere parte della verniciatura dall’ala anteriore, lasciando gli stickers degli sponsor sul “nudo” carbonio. Un piccolo accorgimento pur di risparmiare qualche centinaio di grammi sul peso complessivo della monoposto.
Affidabilità altro nodo da sciogliere
Il fattore affidabilità rimane quello che ha inciso più negativamente sull’inizio di stagione del team di Christian Horner. Tre auto ritirare in tre Gran Premi è un bilancio troppo negativo su un team che punta a vincere entrambi i titoli.
La gestione dei motori Honda passati al Red Bull Power Train sta dando parecchie noie sia a Milton Keynes che a Faenza, sponda Alpha Tauri. I problemi fra il team di Horner e la scuderia satellite di Franz Tost non sembrano comunque avere un nesso diretto.
Il ritiro di Verstappen in Australia è stato causato ancora una volta dal carburante, ma in maniera differente dal Bahrain: un problema al sistema di alimentazione – con una perdita dal condotto esterno del serbatoio – ha fatto sì che non arrivasse più carburante al motore, causando il ritiro e il principio di incendio dovuto a componenti surriscaldate ad auto parcheggiata.
L’unita motrice dell’Australia è stata spedita in Giappone per ulteriori analisi e accertamenti. L’affidabilità del Power Unit Honda non sembra legata a problemi nell’unità endotermica, e questo dovrebbe rassicurare in termini di utilizzo della potenza. Sulla AT03 i problemi sono stati più seri nelle precedenti occasioni, fra cui un guasto al motogeneratore MGU-K in Bahrain, di cui ricordiamo è possibile usarne solo 3 in tutta la stagione per scongiurare penalità in griglia.
Uno zero pesante quello di Max, che vede per la seconda volta uno zero in classifica mentre era praticamente certo di portare a casa almeno 20 punti. Il pilota olandese non è più nemmeno secondo in classifica piloti, e nel confronto con Leclerc non può più permettersi di perdere punti.
La Ferrari è al momento la monoposto con più versatilità e con più facilità di essere messa a punto, mentre la coperta della RB18 sembra essere più corta. Nelle piste front limited Ferrari potrebbe allargare la forbice sulla RB18, con una F1-75 che sembra funzionare bene nei tratti più lenti, dove il sottosterzo Red Bull sembra più marcato di quello della monoposto del cavallino.
Imola sarà un appuntamento chiave per mettere i primi tasselli su un mondiale che sembra più in salita del previsto per la Red Bull.
Autore e Illustrazioni: Rosario Giuliana