Sei gare senza vittoria per Max Verstappen e la Red Bull. Un qualcosa che, fino a qualche mese fa, solo a pensarla sembrava una vera e propria utopia. Eppure il team di Milton Keynes sta vivendo il periodo più nero da quando sono stati introdotti i regolamenti del 2022 e a Monza è andata in scena una delle peggiori gare dell’ultimo triennio per il team di Christian Horner.
Il momento più buio di Red Bull degli ultimi 4 anni: cosa non sta funzionando più a Milton Keynes?
La RB20 sin dalla presentazione aveva abbagliato gli occhi degli appassionati e quelli dei competitor per come avesse radicalmente estremizzato le forme aerodinamiche, cambiando molto soprattutto esternamente rispetto alla dominatrice RB19 dell’anno precedente. Un dominio che la vettura 2024 non è riuscita a trattenere per più delle prime 4 gare, dove Verstappen e Perez hanno siglato ben tre doppiette seguite da una supremazia sempre più intaccata e che solo il talento di Max Verstappen è riuscito a nascondere. Il GP di Spagna, gara 10 di 24, è dove è stata trovata l’ultima vittoria sin qui del team campione del mondo.
La McLaren ha tanti meriti, essendo l’unico vero team ad essere ormai diventato superiore alla Red Bull in tutte le fasi del week end. Da Miami la rincorsa del team di Andrea Stella è parsa continua e senza passi falsi, al contrario di una Red Bull che sembra ristagnare in una crisi tecnica dalla quale non ha ancora trovato una via di uscita. Nella prima parte di stagione, la RB20 non era in ogni caso una ‘macchina perfetta’, avendo mostrato soprattutto criticità relative al passaggio sui cordoli e una stabilità delle volte precaria. Il tutto si è acutizzato con gli sviluppi al fondo portati in Giappone e a Imola. Cosa non sta funzionando? A Milton Keynes hanno ammesso che ci sono problemi di correlazione, aspetto presente anche sulla sponda Racing Bulls che, non a caso, usufruisce della galleria del vento della casa madre Red Bull. “Non è inusuale ritrovarsi con una lettura diversa dai tuoi strumenti di simulazione e quello che dice la pista quando le cose non funzionano.” ha ammesso Christian Horner nel post gara del GP di Monza Un aspetto nel quale molti altri team, tranne Mclaren, hanno trovato le medesime difficoltà. Da quando i regolamenti del 2022 hanno radicalmente cambiato il modo di sviluppare le auto, c’è sempre un forte certo grado di incertezza sulla possibilità di vedere correlazione fra pista e galleria del vento.
Red Bull ha dimostrato di essere “umana” cadendo in una spirale di problemi come altre squadre
Da Zandvoort si è vista una RB20 fare esperimenti proprio al fondo, montando forzatamente delle specifiche ibride fra parti nuove e parti vecchie. “Non è così semplice tornare alla RB20 di Shanghai, perché certe cose non possono essere combinate tra loro”, ha infatti spiegato Helmut Marko nel paddock di Monza. Il problema tecnico è relativo soprattutto al fondo ma non solo se pensiamo che diversi sviluppi sono stati oggetto di diverse prove comparative con parti di vecchia specifica, come ad esempio l’ala anteriore. Anche il cofano motore senza i cannoni è stato un vero e proprio punto di rottura con l’idea iniziale di vettura, ma che non copre interamente le esigenze aerodinamiche, con i cannoni rimontati solamente per le piste più veloci come Spa e Monza.
La Red Bull è passata “da un’auto dominante a un’auto inguidabile, nel giro di sei-otto mesi.” per dirla alla Max Verstappen. Il problema a cui è andata incontro il team campione del mondo è quello in cui sono cadute Aston Martin, Mercedes ma anche Ferrari con la specifica di fondo della Spagna ossia mettere più carico in macchina rendendo il bilanciamento peggiore e restringendo la finestra di funzionamento e di setup. “Dobbiamo tornare indietro e trovare il punto in cui tecnicamente abbiamo sbagliato strada. Non aiuta se guadagniamo 20 punti di carico aerodinamico e la macchina risulta inguidabile per i piloti.” ha confermato Helmut Marko. E’ innegabile che questa F1 moderna vive all’ interno di un regolamento tecnico nel quale ci sarebbe necessità di svolgere test in pista ma non è consentito.
Per salvare entrambi i titoli Pierre Waché vuole il massimo sforzo sullo sviluppo anche, ma inevitabilmente, a scapito del 2025
Il titolo costruttori è ormai aperto da diverse gare. La McLaren (-8) ha agganciato la Red Bull e nemmeno la Ferrari è troppo lontana (-39), ma anche sul fronte piloti Verstappen non può adagiarsi sugli allori. Il tre volte campione del mondo ha 62 punti di margine su Lando ma è necessario reagire per non trasformare la stagione in un clamoroso fallimento. “Entrambi i titoli non sono realistici al momento.” – ha fatto sapere un deluso Max Verstappen – “La macchina è inguidabile perchè abbiamo un grosso problema di bilanciamento non solo sul singolo giro ma anche in gara”.
Tuttavia, dare il team di Milton Keynes per morto è comunque uno sbaglio che non bisogna commettere. Il problema di bilanciamento deriverebbe da un posteriore molto instabile, che se curato innesca del forte sottosterzo sulla RB20 dato da una finestra di setup che si conferma così molto piccola sulla RB20. Un problema che gli uomini di Milton Keynes dicono di aver compreso, e a cui stanno lavorando intensamente per portare in pista una soluzione. Austin, se tutto va come deve andare nella delibera e nella produzione dei nuovi pezzi, è la tappa che i tecnici diretti da Pierre Waché hanno come target per introdurre il prossimo pacchetto di sviluppo, riguardante soprattutto il fondo. Per questo, Pierre Waché ha deciso di spostare alcune risorse (umane e economiche) già focalizzate sul 2025, per lavorare sulla correzioni dei problemi nati dalla sbagliata strada di sviluppo della RB20. Un aspetto che chiaramente rallenta il percorso di sviluppo dell’auto del prossimo anno ma che è essenziale affinché la futura RB21 non si porti dietro le attuali difficoltà tecniche.