L’ingegnere capo della Red Bull Racing, Paul Monaghan, afferma che la modifica dell’ingresso del sidepod della RB20 per Barcellona rappresenta una “valida ricerca“.
Monaghan: “Non possiamo cambiare la macchina come un tempo”
Nel documento FIA che delinea la modifica della carrozzeria, la Red Bull ha osservato che “con gare potenzialmente calde in vista in Europa, le geometrie di ingresso dei sidepod sono state riviste sulla base dei risultati della simulazione per sfruttare la pressione dell’aria in ingresso più elevata per la massima efficienza di raffreddamento e quindi il minor numero di aperture delle feritoie di uscita“.
Monaghan ha spiegato che la riduzione delle dimensioni delle uscite rappresenta un utile guadagno in termini di efficienza: “Inizi ad aprire dei buchi nella parte posteriore della carrozzeria e versi aria sporca, come la chiamiamo noi, verso le beam wing, i floor edges, quel genere di cose, e questo è dannoso“, ha osservato. “La sensibilità all’aerodinamica da queste parti è abbastanza alta da farti perdere uno o due slot in griglia se sbagli. Non dimentichiamo, siamo in una lotta serrata e la nostra possibilità di cambiare la macchina non è così libera come forse lo era in passato. Quindi ovunque possiamo ottenere un guadagno, in particolare su circuiti come qui e Silverstone, lo faremo“.
A Barcellona un aggiornamento di entità ragionevole
Monaghan ha sottolineato che le scelte sulla carrozzeria del team sono sempre legate alle condizioni di temperatura di ogni fine settimana. “Il motore ha una temperatura definita alla quale è possibile operare“, ha detto. “Quindi in una giornata come questa, si apre un po’. Se in Austria ci sono 30-31 gradi, e siamo a 1.000 metri sopra il livello del mare, si apre. A Silverstone vedremo cosa troveremo nella nostra estate britannica! Ma è una ricerca valida. Lo sforzo richiesto per modificare la carrozzeria e ottenere una migliore efficienza all’ingresso, per un’uscita di conseguenza minore, è un lavoro duro, diligente ed è un aggiornamento di entità ragionevole. Vedremo se il miglioramento è abbastanza buono per farci far bene domenica.”
Ha aggiunto: “Dovrebbe portare guadagni ovunque. Se ne abbiamo abbastanza qui per superare il caldo, in Ungheria, dove ci sono 35 gradi e una velocità relativamente bassa, lo scopriremo e vedremo cosa dobbiamo fare“.
La risoluzione dei problemi della RB20
Monaghan ha confermato che la squadra sta ancora cercando di migliorare le prestazioni della Red Bull RB20 su cordoli e dossi, cosa che ha rappresentato un problema particolare a Monaco. “Intendiamo cercare di affrontare qualsiasi limitazione prestazionale della vettura“, ha detto. “Voi vedete la carrozzeria, non vedete cosa mettiamo al suo interno, se lo manteniamo lontano da occhi indiscreti. Si tratta di uno sviluppo continuo, gara dopo gara. Qui potrebbe non essere poi così male per noi. Vedremo cosa possiamo fare. L’Ungheria ha qualche cordolo, vero? L’Austria ha un sacco di cordoli che ci sono sempre piaciuti. Non ci stiamo riposando e dobbiamo solo avere una macchina che si comporti adeguatamente per farci completare il giro. Se saremo i più veloci ok, non vuol dire che non ci fermeremo, vedremo se riusciremo a fare di più.”
Lo sforzo dei team suddiviso tra il presente e il futuro, prossimo e più lontano
Monaghan ha anche ammesso che sta diventando sempre più difficile ottenere vantaggi con le normative attuali, e l’ulteriore restrizione è rappresentata dal fatto che i team devono decidere come dividere le proprie risorse di ricerca e sviluppo tra l’auto di quest’anno, l’iterazione del 2025 e il nuovissimo modello che gareggerà nel 2026. “Le regole sono restrittive; il limite di budget è un po’ restrittivo. E poi dobbiamo decidere come squadra quanto ripartire per il 2025, e poi prepararci per il 26“.
“Quindi persone molto più intelligenti di me troveranno cose per migliorare questa macchina. E poi si tratta di valutare: possiamo effettivamente realizzarli, metterli sull’auto del ’24, del ’25 ed essere ancora in grado di realizzare l’auto del ’26? Questo è il nostro business, la nostra scelta, il nostro mestiere. E ci sono altre nove persone nella pit lane che hanno lo stesso dilemma.”